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"Mia figlia è la mia allentatrice"           Intervista al ciclista italiano Paolo Viganò
2008-09-22 16:57:11 cri    
 

State ascoltaando RCI, amici ascoltatori, ben ritrovati. I cinesi attribuiscono molta importanza all'affetto dei familiari, considerando sempre come il migliore sostegno il loro incoraggiamento e la loro compagnia. Anche gli italiani sono così, visto che la loro attenzione per i propri cari è molto simile alla nostra. Paolo Viganò ha iniziato ad andare in bicicletta per la figlia, e 4 anni dopo è salito sul gradino più alto del podio delle Paralimpiadi. E' stata la figlia a fargli superare la sua disabilità e a renderlo più felice. Di seguito, conosceremo insieme questo ciclista italiano

(inno nazionale italiano)

Il 9 settembre, quando la bandiera italiana è stata issata per la prima volta durante le Paralimpiadi di Beijing, Paolo Viganò si è messo la mano destra sul cuore, sorridendo quietamente per via della sua introversione. Stava pensando alla figlia che dalla lontana Italia lo vedeva in televisione.

(registrazione 1)

Un giorno di 18 anni fa, mentre ritornava a casa dal lavoro, Paolo Viganò ha avuto un incidente stradale che gli ha causato la paralisi del braccio sinistro e della gamba destra.

(registrazione 2)

Paolo vive nella provincia di Monza, che ospita la famosa pista di Formula 1. Era un grande appassionato di motociclismo, e ogni weekend andava in pista a fare due giri. Tuttavia, dopo lo sfortunato incidente, è dovuto stare a letto per molto tempo, mentre la sua amata moto si copriva di polvere.

(registrazione 3)

L'incoraggiamento dei familiari ha spinto Paolo a continuare a vivere. Dopo 2 anni di cure ospedaliere, è tornato al suo posto di lavoro. Lavora solo al mattino, perchè al pomeriggio continua la terapia, mentre la vita, nella sua semplicità, continua.

Nel 2000 è nata sua figlia Claudia, che ha portato un'infinita felicità alla vita di Paolo. Tuttavia non avrebbe mai immaginato che la figlia avrebbe cambiato ancora una volta la sua vita.

Claudia cresce di giorno in giorno, impara a camminare e a dire papà, facendosi sempre più birichina e cominciando a correre ovunque.

(registrazione 4)

Per una frase della figlia, il destino di Paolo si è strettamente legato al ciclismo. Poco dopo, un programma televisivo sullo sport dei disabili ha suscitato in lui un forte interesse.

(registrazione 5)

Così Paolo ha iniziato la sua carriera di ciclista, facendo dei rapidi progressi. Dopo 2 anni di allenamento professionale, durante i Mondiali di Bordeaux ha vinto l'oro nella gara di Time Trial e il bronzo in quella su strada, diventando uno dei due ciclisti migliori del mondo. L'acquisizione di risultati così straordinari in breve tempo è sicuramente imprescindibile dai suoi sforzi instancabili.

(registrazione 6)

Oltre all'arduo addestramento e alla ferma volontà, Paolo ha un altro asso nella manica per la vittoria.

(registrazione 7)

I progressi di Paolo sono imprescindibili dal sostegno dei familiari. I lunghi periodi di addestramento e competizione hanno ridotto il tempo che Paolo può riservare alla figlia. Però, una volta libero, egli esce in bicicletta con lei. Ora la figlia non è più una concorrente, comunque riesce sempre a creargli dei problemi. D'inverno voleva andare a sciare.

(registrazione 8)

Detto ciò, Paolo ha riso felice, forse, per lui, essere battuto dalla figlia è la cosa più bella del mondo!

In realtà, durante le gare, Paolo non si cura affatto dei risultati. Egli afferma che vincere una medaglia è il suo sogno, per gli sforzi e i sacrifici fatti, tuttavia gareggiando non considera mai i risultati, perché si sente soddisfatto sia nella vittoria che nella sconfitta.

(registrazione 9)

Durante le Paralimpiadi di Beijing, nella gara di inseguimento maschile Livello LC4, Paolo ha vinto un oro, battendo anche il record mondiale della disciplina. Ormai egli è un eroe nel cuore della figlia. Nella sua carriera sportiva, la figlia è la sua prima allenatrice e la sua eterna sostenitrice. Paolo afferma che dopo le Paralimpiadi, tornerà in Italia, a casa, ad abbracciarla con affetto.

 
   
     
   
 
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