|
|
Su una collina alta 300 metri situata lungo la riva settentrionale del fiume Xianquan 10 chilometri a ovest del distretto di Zhada si ergono delle magnifiche mura di cinta e alcuni templi e ci sono grotte sparse che si collegano l'una con l'altra. A prima vista, sembra un alveare. Si tratta dei resti dell'antico regno di Guge, famoso nella storia del Tibet.
Sorto misteriosamente nella prima metà del X secolo sull'altopiano nevoso del Tibet a un'altitudine media di 4.000 metri, il regno è durato più di 700 anni, nei quali 28 re si sono succeduti al trono. La sua popolazione nel periodo più prospero arrivò a 200 mila abitanti. Purtroppo, nel 1635 scomparve all'improvviso, lasciando numerosi enigmi. A partire dall'inizio di questo secolo, studiosi cinesi e stranieri sono andati sul luogo per condurre delle ricerche, sollevando man mano il suo velo misterioso.
Il fondatore di Guge è un discendente di Songzangambo
Il distretto di Zhada, dove si trovano i resti è l'unica zona arida con terra gialla sull'altopiano Qinghai-Tibet. Dovunque volgi lo sguardo, vedi colline dalle forme stravaganti e alvei di laghi prosciugati.
Nel 633, Songzangambo sconfisse le tribù rivali e fondò il regno di Tubo.
Durante la metà del IX secolo, l'ultimo re di Tubo, Langdama, fu tradito e assassinato dalla sua stessa gente. Più tardi, i suoi figli ci contesero il trono con le armi. Nei primi anni del X secolo, il Tibet fu scosso da grandi libellioni di schiavi, causando la dissoluzione del regno dopo oltre 300 anni. Da allora, il Tibet rimase segregato fino al XIII secolo, quando la dinastia Yuan unificò la Cina.
Jidenimagun, discendente di terra generazione di Langdama, si rifugiò ad Ali e scelse la zona di Pulan dal clima mite come sua base d'appoggio. In seguito, suo figlio Dezugun stabilì il suo feudo fra Zabulin e Tuolini, due zone immerse in una vegetazione lussureggiante. Non molto tempo dopo, Dezugun fondò il regno di Guge nella valle del fiume Xiangquan, il cui clima dolce, la vegetazione abbondante e una configurazione singolare, si adattavano sia alla produzione agricola che al pascolo. Guge è uno dei piccoli regni sorti dopo la disoluzione del regno di Tubo, dunque il re di Guge è il discendente diretto del re di Tubo, Zanpu.
Una città sull'altopiano di Ali
Dai resti si può dedurre che fino ai primi anni del XVII secolo, il regno di Guge si era sviluppato in uno stato relativamente prospero.
Le rovine del regno di Guge, che coprono una superficie di 720 mila metri quadrati, si trovano per la maggior parte sulla collina. Gl edifici, le pagode e le grotte si distribuiscono dai piedi alla cima della collina, dentro la quale sono scavati corridoi e gallerie che collegano tutte le altre parti. Intorno alla città, si erge il muro di cinta con la base di pietra e le fortificazioni negli angoli della città. Sulla cima si trovano i resti dei due palazzi, d'estate e d'inverno. Il primo è andato completamente distrutto, mentre il secondo è rimasto quasi del tutto integro. Nella parte meridionale della cima si possono ammirare ancora una sala delle riunioni di 400 metri quadrati e un piccolo monastero ben conservato dal soffitto a rombi, affreschi e una terrazza per la lettura dei libri sacri. Nella parte nordorientale ci sono più di 300 stanze fra i 12 e i 18 metri quadrati e altre 300 grotte. Purtruppo, la maggior parte delle costruzioni è crollata. Secondo gli studiosi, le costruzioni sopra la terra erano destinate ai funzionari e ai monaci. Le grotte, che avevano oltre 800 stanze, 300 delle quali rimaste intere, fungevano da abitazione, granaio e arsenale. Infatti, si vedono ancora armature, scudi e lance.
Lo stato di conservazione dei cinque templi rimasti è il migliore fra tutte le rovine, specialmente quello dei due denominati Rosso e Bianco. Al loro interno, ci sono statue buddiste, affreschi dai colori ancora vividi e ritratti di re e principi. Tutte queste opere raffinate dimostrano che la cultura del regno di Guge aveva raggiunto un livello assai alto.
Fino al 1635, grazie alla sua potenza e alla stabilità delle vita del suo popolo, questo regno aveva avuto un'influenza non solo in tutto il Tibet, ma anche in gran parte dell'India settentrionale e del Pakistan odierno.
Il regno è sparito
Dai resti del regno si è accertato, che grazie al lavoro di oltre 700 anni, la capitale sulla collina con i corridoi sotterranei, che si incrociavano e si estendevano dappertutto, sembrava invincibile e anche in una situazione sfavorevole, era facile ritirarsi. Allora, come mai un regno così potente è sparito all'improvviso nel 1635? Gli archeologi sono sempre più concordi nell'attribuirne le cause alla peste, in aggiunta all'invasione da parte dell'India.
Poichè il regno era situato in una zona remota e quasi sconosciuta, le rovine si sono conservate abbastanza bene, pur essendo passati centinaia di anni. Come i resti dei palazzi reali che hanno una posizione importante nella storia del Tibet, il governo centrale cinese le ha inserite nella lista dei monumenti sotto protezione speciale e ha investito una grossa somma nella loro manutenzione.
Al tramonto, il regno sembra più misterioso, come se raccontasse la sua splendida, ma quasi sconosciuta storia.
Articolo tratto dal 08/98 della rivista "La Cina ",distribuira da Società Cinse del Commercio Internazionale del Libro |
|