 |
 |

Superato il Fiume Giallo e oltrepassate le montagne di Wushao, si entra nel corridoio Hexi, nella provincia del Ganshu.
Il corridoio Hexi, che significa in cinese Corridoio ad ovest del Fiume Giallo, è una zona geomorfologica molto particolare. A nord si estende l'arido e monotono deserto di Gobi, mentre a sud s'innalza la serpeggiante e nevosa catena montuosa di Qilian. Il Corridoio è una fascia di terra pianeggiante, lunga oltre 1.200 chilometri e larga da alcune decine a un centinaio di km che si estende da est ad ovest fino al Lop Nur nel Xinjiang, intersecata da strade e sentieri.
Oltre duemila anni fa, dopo il viaggio verso l'Occidente dell'inviato della dinastia degli Han occidentali Zhang Qian, vi fu costruita la solida grande muraglia, risale a quel tempo l'istituzione delle quattro contee di Wuwei, Zhangye, Juiquan e Dunhuang e degli organismi amministrativo-militari dei Passi Yang e Yumen. E'da allora che il Corridoio Hexi cominciò a diventare un passaggio obbligato tra la Cina centrale e le zone di frontiera del nord-ovest, nonchè un importante tratto della Via della Seta.
Percorrendo in macchina la strada verso ovest, si incontrano campi di grano e di cotone, attraversati da canali di irrigazione e fiancheggiati da file di pioppi. Improvvisamente appare una macchia rossa oscura.
''Cos'è ?''
''Sesamo in fiore'' risponde la nostra guida locale.
Fu Zhang Qian a portare in Cina il sesamo dalle regioni occidentali. Più tardi anche l'uva, i cetrioli, il coriandolo, l'erba medica, il melograno e le noci arrivarono in Cina attraverso la via della seta. Quando il tratto venne aperto al traffico, l'agricoltura della zona fiorì rapidamente.
Il terreno fertile e il clima mite del Corridoio Hexi hanno favorito lo sviluppo della produzione agricola. La relativa scarsità delle precipitazioni è sempre stata compensata.
Irrigati dalle abbondanti acque dei nevai e favoriti da un clima dolce, i campi e i pascoli del Corridoio Hexi sono l'ideale per l'allevamento del bestiame. Hexi è l'area agricola più importante del Gansu. Il professor Ren dell'Istituto di agraria del Gansu prevede che l'allevamento del bestiame rappresenterà in futuro più della metà della produzione agricola globale della provincia.
La scultura in bronzo ''Cavallo al galoppo'', una delle più sensazionali scoperte archeologiche fatte di recente in Cina è stata rinvenuta a Wuwei, all'estremità orientale del Corridoio Hexi. Per l'arditezza della concezione e la forte carica espressiva, il cavallo è un'indubbia opera d'arte. Il bronzo raffigura un destriero colto nella tensione della corsa. La testa alta, tre zoccoli librati in aria e uno poggiato su una rondine in volo, è un'immagine perfetta per la bellezza plastica e per la perfetta fusione di concezione e forma.

Il rinvenimento della scultura proprio nel Corridoio Hexi non è casuale. La spiegazione ce l'ha fornita la visita all'allevamento militare di cavalli di Shandan. Sulle verdi praterie lungo i pendii dei nevosi monti Qilian pascolano da secoli mandrie di bei cavalli, che la testa bassa, brucano l'erba, oppure la criniera al vento, galoppano veloci. Questi erano i pascoli degli antichi tartari, gli intrepidi guerrieri a cavallo. Poichè la loro cavalleria veloce, potente e mobile metteva spesso in difficoltà la fanteria Han, l'imperatore Wudi degli Han decise di sviluppare una propria cavalleria assimilando la superiorità dei tartari, per avere i famosi cavalli di Wusu e di Tawan e introdurli in Cina, inviò dei messi nelle regioni occidentali. Lungo la frontiera del nord-ovest furono creati 36 allevamenti con 300.000 capi e come allevatori furono scelti dei tartari. L'atmosfera nuova fornì spunti creativi a vari artisti, che s'ispirarono al tema del cavallo per molte eccellenti opere.
La famosa Grande Muraglia attraversa il Corridoio Hexi da est a ovest. Col passare del tempo, alcuni suoi tratti sono stati demoliti, ma molti altri conservano il loro aspetto originario.
Zhangye, uno dei maggiori centri nel Corridoio Hexi, nel sesto secolo fu un mercato molto prospero del commercio internazionale. I mercanti provenienti dall'Asia occidentale e centrale e dai paesi dell'Asia meridionale vi portavano diamanti, spezie, e varie mercanzie pregiate che poi scambiavano con seta, broccato e altri prodotti orientali. Quando l'imperatore Yang Guang, della dinastia Sui arrivò a Zhangye nel 609 per un giro di ispezione, ricevette qui gli inviati dei vari paesi e delle varie regioni. Per festeggiare il suo arrivo, alle donne e ragazze più belle di Zhangye fu ordinato di indossare i magliori costumi da festa e di suonare e danzare lungo le strade.
Un'altra città, nota per le sue antiche tradizioni, è Jiuquan, che in cinese significa ''La fontana del vino''. La leggenda vuole che dopo aver sconfitto i tartari, il generale Huo Qubing si fermasse qui, per esprimergli la propria riconosenza l'imperatore Wudi degli Han gli avrebbe mandato del vino delle cantine imperiali. La gente era tuttora tanta, e poichè il vino era poco, era difficile farlo bastare per tutti. Il generale Huo Qubing ebbe allora un'idea: ordino che il vino imperiale fosse versato nella fontana della città perchè ognuno potesse assaggiarne almeno un po'. Da allora la città fu chiamata Jiuquan, cioè '' fontana del vino''.

Da est ad ovest, il Corridoio Hexi è fiancheggiato da una serie di grotte, come quelle del monte della scala per il cielo a Wuwei, del monastero dello Zoccolo di Cavallo e della Pagoda d'Oro a Zhanye, del monte Wenqu a Jiuquan, di Changma a Yumen, di Yulin e dei Mille budda orientali ad Anxi. Ogni complesso di grotte ha le proprie caratteristiche e la propria bellezza. Tra tutte, però indimenticabili sono le grotte di Mogao a Dunhuang, delle vere e proprie perle, giustamente degne della loro fama.
Siamo giunti a Dunhuang dopo aver attraversato il monotono deserto di Gobi. Arrivare a Dunhuang è come trovarsi immersi in un meraviglioso mondo di fiaba. Della miriade di statue che ci circondano alcune sembrano immagini monte fatato, altre sono come davanti a un limpido ruscello, altre ancora sembrano passeggiare tra bei padiglioni mentre qualcuna, con il suo sorriso, fa pensare che voglia salutare i visitatori.
Le grotte di Mogao a Dunhuang, lungo le rive del Fiume Dachuan, comprendono 492 grotte, vi si conservano 45.000 metri quadrati di affreschi e oltre 2.000 statue policrome risalenti a varie dinastie tra il terzo e il 14°secolo. Delle statue buddiste, la più interessante è quella della grotta n.259. Le proporzioni della testa, delle mani e del corpo sono armoniose, l'espressione intensa e gli angoli della bocca accennano un sorriso. E'la Monna Lisa dell'Orienta, ha commentato un famoso studioso cinese. Questo sorriso orientale però è più vecchio di oltre 1.000 anni del sorriso mitico della Gioconda leonardesca. Semplice e sereno, esso esprime l'avanzare della consapevolezza sotto l'oppressione della teocrazia.
Ci siamo fermati davanti ad un affresco intitolato: ''La terra della purezza d'Occidente''. L'affresco rappresenta un'orchestra formata da pipa, Sheng e flauti, mentre al centro delle belle donne danzano leggiadare in abiti flottuanti.
Guardando queste opere d'arte leggendarie, sentiamo nascere in noi una sorta di orgoglio nazionale. L'arte delle grotte era una forma d'arte straniera, ma il nostro popolo ne assorbì l'essenza, arricchendola delle proprie tradizioni. Frutto di tanta saggezza e forza creativa è lo splendido tesoro culturale di Dunhuang.
|
 |