La sera del 5 luglio, a Urumqi, capoluogo della Regione autonoma del Xinjiang Uyghur, si sono verificati degli incidenti criminali con gravi percosse, assalti, rapine e incendi. Al 6 luglio, le notizie riportano 140 morti e 828 feriti. Appena si sono verificati gli incidenti, il governo locale ha disposto immediatamente le forze di polizia, che attualmente, mantengono la situazione sotto controllo, il traffico e l'ordine sociale della regione sono già stati ripristinati. Concedendo un'intervista esclusiva a RCI, alcuni esperti interessati hanno affermato che si tratta di un crimine violento premeditato ed organizzato, guidato e provocato dall'estero ma attuato nei dettaglia all'interno dei confini. Un'azione del genere così spregevole non può influenzare la situazione generale dell'unità nazionale e dell'armonia sociale dello Xinjiang.

Ecco di seguito il servizioe dettagliato in merito:

Alle 20,00 del 5 luglio, alcuni individui, si sono uniti illegalmente in Piazza del popolo, in via Jiefang, in via Dabazha, sulla strada meridionale Xinhua e sulla strada Waihuan a Urumqi, dando il via a percosse, assalti, rapine e incendi. La polizia del Xinjiang è arrivata immediatamente sul posto e alle 22,00 della stessa sera, i tumulti per le strade principali e nei punti commerciali erano già tutti sedati, attualmente il traffico e l'ordine sociale di Urumqi sono ripristinati.

A mezzogiorno del 6 luglio, il governo della Regione autonoma dello Xinjiang Uyghur in una conferenza stampa ha comunicato la situazione inerente ai crimini violenti. Wu Zhuosheng, il giornalista della nostra Radio presente, ha illustrato i contenuti principali della conferenza.

"Appena sono scoppiati gli incidenti, il Comitato del partito e il governo della Regione autonoma dello Xinjiang Uyghur hanno inviato tempestivamente le forze di polizia per mantenere il controllo, in seguito sono stati convocati e arrestati, seguendo le leggi, alcuni criminali che hanno partecipato alle violenze. Allo stesso tempo, sono state predisposte le ambulanze e i sanitari per trasportare i feriti o i morti negli ospedali per le cure e la sistemazione. Dalle 24,00 del 6 luglio, l'emittente televisiva del Xinjiang ha trasmesso di continuo il discorso televisivo pronunciato dal presidente della Regione autonoma dello Xinjiang Uyghur, Nur Bekir in lingua uyghura e in cinese, illustrando le verità sulla causa degli incidenti, richiamando le masse che sono all'oscuro dei fatti reali di non farsi manipolare da quelle persone che hanno intenzioni malvagie."

Secondo quanto illustrato, oltre ad aver causato morti e feriti, i criminali hanno anche danneggiato e incendiato oltre 260 automobili, 203 negozi e 14 case sono stati danneggiati e la superficie dei vari edifici incendiati ha raggiunto più di 56 mila metri quadrati.

Gli organismi per la sicurezza pubblica del Xinjiang hanno costatato che quest'incidente è stato organizzato e premeditato, si tratta di un caso grave di violenza criminale tramato, guidato e provocato all'interno dei confini direttamente dal "Congresso Mondiale della gioventù Uyghur" con a capo il separatista Rebiya Kadeer, il quale ha approfittato di un caso di sicurezza pubblica accaduto a Shaoguan nella provincia del Guangdong, nel sud della Cina.

Il vice ricercatore del Centro di ricerche sulla storia e la geografia delle frontiere dell'Accademia cinese delle Scienze sociali, il signor Xu Jianying, ha rilasciato un'intervista esclusiva a RCI dicendo:

"Dopo il 2001, in seguito al cambiamento della situazione internazionale e all'ampliamento dei margini delle misure antiterroristiche nel Turchistan orientale del Xinjiang, le forze estremiste all'interno e fuori dai confini si sono indebolite. Tuttavia, i cosiddetti atti non violenti, pacifici e per i diritti umani, che mirano all'indipendenza del Xinjiang, hanno continuato a verificarsi e a rafforzarsi. In particolare dopo il 2005, quando Rebiya Kadeer è uscito dai confini unendosi alle forze del Turchestan orientale estero. Approfittando del "Congresso Mondiale della gioventù Uyghur" è riuscito a rendere la sua organizzazione internazionale ed unica, inoltre ha cambiato anche i metodi esecutivi, iniziando a porre l'accento sui "diritti umani" e la "pace". Ma in realtà ha sempre mantenuto degli stretti rapporti con attività violente e terroristiche rimanendo a capo del Movimento Islamico del Turchistan orientale.