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Italia: i motivi dell'insuccesso del referendum sulla legge elettorale
2009-06-23 13:07:40 cri     

Alle ore 15 del 22 giugno in Italia si sono concluse le votazioni del referendum sulla riforma della legge elettorale, che è risultato invalido per il mancato raggiungimento del quorum richiesto. Ciò implica la continuazione per altri cinque anni dell'attuale quadro di proliferazione dei partiti e di instabilità politica del paese.

In base ai regolamenti pertinenti della Corte costituzionale italiana, il quorum necessario a rendere valido l'attuale referendum doveva superare il 50%, con l'interdizione per 5 anni di altre votazioni del genere. Anche se lo spoglio dei voti non è ancora terminato, secondo i reportage dei media italiani, alla conclusione delle votazioni il giorno 22, il tasso dei votanti superava appena il 23%.

Il referendum sulla riforma della legge elettorale è iniziato la mattina del 21 giugno, ed ha avuto come temi principali l'abrogazione o meno dell'attribuzione di un premio alla coalizione di liste che ottiene più voti alle elezioni per la Camera, e della partecipazione dei candidati alle elezioni in più circoscrizioni, ecc. Dopo la seconda guerra mondiale, nelle elezioni per il Parlamento italiano è sempre stato applicato il sistema della rappresentanza proporzionale; l'attuale legge elettorale è stata emendata prima delle elezioni dell'aprile 2006, applica il sistema della rappresentanza proporzionale percentuale, e stabilisce che la coalizione di partiti che ottiene più voti alla Camera ottiene anche dei seggi-premio, per garantire che vi disponga della maggioranza assoluta dei seggi. Inoltre i candidati possono iscriversi in più circoscrizioni elettorali. Di conseguenza questa legge elettorale è considerata la causa principale del quadro di proliferazione dei partiti e di instabilità politica del paese.

Secondo gli analisti, i motivi dell'insuccesso del referendum sono i seguenti:

Primo, gli elettori italiani provano fastidio per la politica. Da anni in Italia si registra una proliferazione di partiti e un continuo cambio di governi, un fenomeno a cui gli italiani si sono ormai abituati, diventando quasi insensibili in merito. Gli elettori sono ormai abituati a vedere le lotte infinite tra i partiti per i propri interessi, anzi la maggioranza ritiene che la politica sia "sporca", e non intende entrarvi. Secondo i dati dei media italiani, dal 1997 nel paese si sono già tenuti 5 referendum su vari problemi, nessuno dei quali è però riuscito a raggiungere il quorum richiesto. Secondo un articolo dell'Ansa, dalla bassissima affluenza alle urne, un valore record, emergono l'insoddisfazione degli elettori per il quadro politico e la loro perdita di interesse per la politica.

Secondo, la resistenza dei partiti minori. L'arena politica italiana presenta una proliferazione di partiti, con oltre 20 rappresentati in Parlamento. Fra questi, alcuni partiti minori sin dall'inizio si sono fermamente opposti all'attuale referendum sulla riforma della legge elettorale, perché se il piano venisse approvato, la futura soglia di accesso alla Camera e al Senato dei vari partiti risulterebbe innalzata, mettendo in pericolo i loro interessi intrinseci, al punto da diventare un problema di sopravvivenza. Nonostante questi partiti siano piccoli, sono molto numerosi, di conseguenza la loro forza sociale non è da sottovalutare. Poco prima dell'inizio del referendum, Roberto Calderoli, uno dei leader della Lega Nord, e Ferdinando Casini, leader dell'UDC, l'hanno entrambi definito un "inganno" a cui occorre assolutamente resistere.

Terzo, la complessa illustrazione contenuta nelle schede elettorali e l'insufficienza della propaganda sono anche motivi della bassa affluenza alle urne. Le schede del referendum presentavano tre colori diversi secondo i temi. In un articolo alla vigilia del referendum, il quotidiano "La Repubblica" ha definito l'illustrazione delle schede elettorali "lunghissima, complicata, e praticamente incomprensibile". Alla fine delle votazioni, anche il presidente della Camera Gianfranco Fini ha definito troppo tecnica l'illustrazione delle schede, il che ha sicuramente infastidito gli elettori. Il leader del partito Radicale Emma Bonino ha osservato che in merito al referendum, il governo non ha effettuato una propaganda corrispondente, né condotto dibattiti televisivi sul tema della riforma della legge elettorale, con una bassa esposizione dei media e attenzione del pubblico, per cui in questa situazione il mancato raggiungimento del quorum risulta comprensibile.

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