Il 2 aprile a Londra si terrà il secondo vertice finanziario del G20, nel corso del quale i leader delle economie principali e di quelle emergenti del mondo intero negozieranno congiuntamente le politiche di risposta alla crisi finanziaria globale. Il vertice è considerato espremamente cruciale nell'attuale momento di depressione economica globale. Gli analisti ritengono che nonostante le inevitabili divergenze, è possibile che nel corso dei lavori vengano raggiunti alcuni consensi.
Durante il vertice, i leader presenti procederanno a scambi di opinioni sul rafforzamento del coordinamento delle politiche macroeconomiche, lo stimolo della ripresa economica, il rafforzamento della supervisione finanziaria internazionale, la stabilizzazione del mercato finanziario internazionale, e i problemi della riforma degli organismi finanziari internazionali. Inoltre discuteranno anche come sostenere i paesi poveri nel superare la crisi finanziaria, l'opposizione al protezionismo finanziario e commerciale, l'impegno per garantire un processo di ripresa economica ancora più ecologico, ecc.
Secondo l'opinione pubblica, nel corso dei lavori, uno dei contenuti focali delle discussioni del leader dei vari paesi sarà la ricerca della costruzione di un piano di stimolo macroeconomico coordinato ed unificato a livello globale, tuttavia su questo problema fra gli Usa e i paesi dell'Ue esistono ancora delle non piccole divergenze. Gli Usa sperano che gli altri paesi applichino con loro un piano di stimolo finanziario di grande dimensione. Durante una recente conferenza stampa, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa incaricato degli affari economici internazionali Michael Froman ha rivelato che nel corso del vertice, il presidente Obama sottolineerà la necessità di un "enorme piano di stimolo" per la ripresa economica globale. Tuttavia nel corso del recente vertice primaverile dell'Ue, i paesi dell'Ue hanno ulteriormente espresso un atteggiamento non propenso all'ampliamento del margine di stimolo economico. Da cui emerge che durante il vertice di Londra, Usa ed Europa esprimeranno ancora le rispettive posizioni. Tuttavia gli analisti osservano nel frattempo che per l'occasione le due parti potrebbero mitigare le divergenze, perseguendo un certo equilibrio di interessi per realizzare il comune obiettivo della ripresa economica.
Nel frattempo, gli analisti ritengono che nonostante le divergenze esistenti sul piano di stimolo economico, visto che la risposta alla crisi finanziaria è la cosa più urgente, il vertice potrebbe raggiungere alcuni consensi sul grande obiettivo della promozione della ripresa economica mondiale.
In primo luogo, di fronte al progressivo emergere in alcuni paesi di tendenze al protezionismo finanziario e commerciale, i leader presenti esprimeranno congiuntamente una ferma opposizione al protezionismo negli investimenti e nel commercio, promuovendo ulteriormente la pronta ripresa economica mondiale, ed appellandosi per l'avanzamento dei negoziati del round di Doha.
Secondo, sul problema della risposta dei paesi poveri alla crisi finanziaria, i leader presenti potrebbero promettere di appoggiarli, aiutandoli a superare le difficoltà.
Inoltre, quanto alla riforma degli organismi finanziari internazionali, le parti presenti studieranno in modo prioritario il problema dell'aumento dei capitali del FMI e della Banca Mondiale, rafforzando il ruolo di supervisione e preallarme dei rischi finanziari globali da parte degli organismi finanziari internazionali.
Indipendentemente dal raggiungiomento o meno di consensi completi sui temi principali, una cosa sicura è che il vertice finanziario del G20 trasmetterà alcuni segnali positivi al mondo esterno: i leader dei paesi che occupano l'85% del PIL mondiale si stanno unendo per adottare le necessarie misure per evitare una recessione economica globale; è ormai concretamente fattibile l'addio al sistema e al quadro finanziario capeggiato dagli Usa seguito alla seconda guerra mondiale; la posizione dei paesi in via di sviluppo nel meccanismo di coordinamento economico internazionale risulta innalzata, il che dimostra anche che nel dialogo politico internazionale è emerso un nuovo equilibrio. |