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Passeggiando per i vicoli di Pechino, i cosiddetti hutong, non si può non rimanere incantati dalla bellezza della struttura architettonica delle case tradizionali che vi si affacciano, o siheyuan. Gli elaborati ingressi comprendono fra l'altro una parte lignea, ossia la porta vera e propria, che poggia su una struttura in pietra o marmo molto particolare, detta "mendun". La tipologia del mendun indicava in origine lo status sociale del padrone di casa: una coppia di leoni segnalava una famiglia legata alla casa imperiale, una coppia di tamburi la residenza di un funzionario militare, le strutture a parallelepipedo le residenze dei funzionari civili e quelle a cubo della piu' semplice popolazione. Recentemente queste strutture in pietra sono salite all'onore della cronaca per via dell'appassionata ricerca condotta in merito da un anziano giapponese, il signor Yanben Gongfu, coronata dalla pubblicazione di un trattato specialistico e da una mostra fotografica al Museo di Storia cinese, sulla Piazza Tiananmen.
Recentemente, durante una conferenza, ho avuto l'occasione di incontrare il signor Yanben: piccolo, magro e scattante, ha intrattenuto per ben due ore il pubblico con l'emozionante racconto della sua love story coi mendun di Pechino. Dopo essersi occupato di economia tutta la vita, giunto alla pensione, come molti altri giapponesi, ha deciso di venire in Cina per studiarne la lingua e la cultura, molto legate a quelle del suo paese. Essendo interessato all'arte, si e' iscritto con la moglie al corso di lingua e calligrafia cinesi dell'Universita' di Lingua e Cultura , il vecchio Istituto di Lingue di Pechino. Arrivato in Cina il 10 settembre 1995 senza praticamente alcuna nozione di cinese, si fece le ossa fra i professori della scuola e la gente della strada, pur sudando per lo strettissimo dialetto parlato dai pechinesi doc. Il momento magico della sua avventura cinese corrisponde al 20 febbraio dell'anno seguente, il 1996, quando in un vicolo presso il Tempio di Confucio vide la sua prima coppia di mendun. Era il tramonto, e la luce calda del sole accarezzava dolcemente delle strutture a tamburo, in pietra, dinanzi alla porta di una vecchia casa. Colpito dalla loro bellezza, si chiese cosa mai fossero, si informo' sul loro nome e la loro funzione e comincio' a cercare del materiale in merito.

Con sua grande sorpresa, trovo' solo alcune cartoline illustrate, ma nessun riferimento scritto. Mentre il suo interesse cresceva, decise con la moglie di colmare questa lacuna, dandosi anima e corpo alla ricerca . Munito di un libro sui vicoli della vecchia Pechino, fisso' come zona di studio la citta' vecchia all'interno dell'attuale seconda circonvallazione, sulla quale in passato correvano le mura. Inizio' cosi' ad uscire ogni giorno in bicicletta alle sei del mattino, percorrendo accuratamente ogni vicolo e segnando su una mappa la presenza di mendun, e le loro misure e correlando il tutto di fotografie. Nell'ottobre del 1996 egli si accorse con gran dolore dell'inizio della distruzione di interi quartieri tradizionali in seguito all'applicazione del nuovo piano regolatore della capitale, per cui si accordo' quando possibile con i locali per salvare i mendun, altrimenti condannati a morte sicura. All'inizio affitto' egli stesso dei camion, visto il peso delle strutture, per trasportare il suo tesoro alla sua casa pechinese, l'universita'. Questa a sua volta si prese a cuore la causa del suo straordinario studente affiancandogli operai e mezzi di trasporto e costruendo infine nel campus un piccolo museo dei mendun. Il lavoro di ricerca sul campo termino'per il signor Yanben nel febbraio del 1998, quando egli si ritrovo' con un bottino di ben 4000 fotografie ed una mole di dati e materiale da classificare. Tornato in Giappone, venne a sapere che l'universita' di Kioto possiede una facolta' di Architettura antica cinese, per cui scrisse una lettera al direttore della facolta', pregandolo di fornirgli le informazioni possibili sui mendun. Dopo parecchio tempo, giunsero sei paginette striminzite. Il signor Yanben decise allora di dedicarsi in prima persona al lavoro di classificazione e ricerca, seguito nel dicembre 1998 dalla pubblicazione a sue spese del testo "I Mendun di Pechino" , in cinese e giapponese, e da una grande mostra fotografica e di originali al Museo di Storia della capitale, che ha destato grande impressione presso il pubblico. |
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