Il 26 marzo a Pechino in un'intervista ai media cinesi e stranieri, gli esperti del Centro cinese di ricerche tibetologiche hanno affermato che la verità delle violenze del 14 marzo a Lhasa è che sono state uno strumento della cricca del Dalai Lama, che ha indotto una minoranza di fuorilegge a sabotare la stabilità sociale per raggiungere l'obiettivo politico dell'"indipendenza del Tibet".
Parlando dello sfondo storico delle violenze del 14 marzo a Lhasa, il direttore generale del Centro di ricerche tibetologiche Lhagpa Phuntshogs ha detto che i fatti di Lhasa hanno un profondo sfondo storico.
"Tramite i tumulti, intendono ripristinare il sistema politico teocratico. I separatisti non sono contenti che in Tibet ora manchi un sistema del genere. Nè sono contenti che sia passata l'epoca del sistema feudale della servitù della gleba, in cui il 95% dei tibetani era schiavo, e che la società del Tibet non sia più chiusa e arretrata. A dire la verità, la cosiddetta indipendenza del Tibet corrisponde all'intenzione della cricca del Dalai Lama di ripristinare il passato sistema politico teocratico e il sistema della servità della gleba."
Negli anni 50 del secolo scorso, il Tibet governato dalla cricca del Dalai Lama era una società feudale della servità della gleba, in cui più del 95% dei servi della gleba non possedevano i mezzi di produzione e la libertà personale e vivevano una vita misera. Nel 1951 il governo centrale cinese e il governo locale del Tibet hanno firmato l'"Accordo sul metodo di liberazione pacifica del Tibet" (noto come Accordo delle 17 clausole) e il Tibet è stato pacificamente liberato. Considerando il quadro concreto del Tibet, "l'Accordo delle 17 clausole" stabiliva che, quanto alle singole voci della riforma, il governo locale tibetano doveva procedere a riforme autonome, e che quando il popolo chiedeva le riforme, occorreva risolverle tramite consultazioni con i leader tibetani. Di fronte alle sempre maggiori richieste di riforma democratica del popolo tibetano, per salvaguardare il sistema feudale della servità della gleba, il 10 marzo 1959 la cricca del Dalai Lama ha scatenato una violenta rivolta. Dopo la sua sconfitta, il 14° Dalai Lama e parte dei suoi seguaci sono fuggiti in esilio all'estero. Lhagpa Phuntshogs ha detto che le attuali violenze di Lhasa sono state tramate ed attuate dalla cricca del Dalai Lama per commemorare la rivolta armata del 1959, con l'obiettivo essenziale di separare il Tibet dalla Cina.
Secondo i dati, nel corso dei disordini di Lhasa sono morte 18 persone innocenti, 120 edifici sono stati dati alle fiamme, 908 negozi sono stati incendiati, danneggiati e saccheggiati, inoltre 7 scuole e 5 ospedali sono stati danneggiati, causando perdite economiche dirette di circa 250 milioni di RMB. Lo studioso del Centro di ricerche tibetologiche Dramdul ha detto che tramite le violenze di Lhasa la cricca del Dalai Lama intendeva raggiungere il suo obiettivo politico con pretesto del problema etnico.
"Le vittime delle violenze sono di etnia Han, Hui e anche Tibetana, il che dimostra che non si è trattato di contraddizioni etniche o di problemi religiosi, ma solo di problemi politici. Dai fatti emerge anche che col pretesto delle cosiddette 'contraddizioni etniche', alcuni con secondi fini intendevano raggiungere l'obiettivo di sabotare la solidarietà nazionale e separare la madrepatria."
Secondo i documenti relativi, l'economia del Tibet ha mantenuto una crescita superiore al 12% per setti anni consecutivi e il reddito netto medio dei contadini e pastori ha mantenuto un aumento di due cifre per cinque anni consecutivi. L'esperto di sviluppo economico e sociale del Tibet del Centro di ricerche tibetologiche Tanzen Lhundrup ha detto:
"Nei 30 anni di riforma e apertura, sia per le infrastrutture che per il tenore di vita popolare e la situazione sanitaria e dell'istruzione, il Tibet ha ottenuto concrete agevolazioni e sviluppi. Tutti possono andare in Tibet a vedere. Molti esempi dimostrano che il popolo tibetano sta godendo appieno dei risultati della riforma e apertura."
Tanzen Lhundrupo ha sottolineato che l'"indipendenza del Tibet" della cricca del Dalai Lama viola la volontà del popolo tibentano ed è impopolare. |