Recentemente, tramati e fomentati dalla cricca del Dalai Lama, un pugno di monaci di Lhasa della regione autonoma del Tibet si sono riuniti per provocare disordini, perturbando gravemente il normale ordine sociale di Lhasa e provocando gravi perdite umane e materiali ai suoi cittadini. Dopo l'evento, il governo della regione autonoma del Tibet ha adottato immediatamente misure per colpire secondo la legge i misfatti, attualmente è già ritornato alla stabilità l'ordine sociale della città.
Ma come si sono svolti i misfatti?
I nostri giornalisti in Tibet hanno intervistato alcuni testimoni oculari e vittime dell'evento.
Verso le ore 11:00 del 14 marzo, alcuni monaci hanno attaccato con una fitta sassaiola la polizia in servizio normale nei pressi del monastero Ramoche, monastero a nordest di Lhasa. In seguito, numerosi teppisti hanno cominciato a riunirsi per le strade, gridando slogan inneggianti il separatismo e dando vita in modo sfrenato ad aggressioni e percosse, assalti, rapine e incendi, la situazione si è rapidamente allargata. I teppisti hanno aggredito, assaltato, saccheggiato e incendiato negozi, scuole, ospedali, banche e unità stampa sulle strade principali della zona urbana, dato fuoco alle auto e malmenato i passanti.
Rivivendo la situazione di quel giorno, Nyima Tsering, preside della scuola elementare Haicheng della città di Lhasa, ha detto che i teppisti hanno attaccato la sua scuola quando gli alunni stavano ritornando dopo il pranzo:
"Quei teppisti hanno attaccato come i folli il nostro edificio scolastico, minacciando gravemente la sicurezza della vita degli alunni e insegnanti e dei beni della scuola. Data l'urgenza della situazione, abbiamo immediatamente organizzato gli insegnanti a radunare gli alunni nelle classe per tutelarli e consolarli, abbiamo informato tempestivamente i loro genitori garantendo che quest'ultimi abbiano riaccompagnato di persona i bambini a casa.
I misfatti hanno causato alla nostra scuola perdite per circa un milione e 400 mila RMB, ma la cosa più importante è che hanno provocato enormi danni psicologici ai nostri alunni."
Parlando dell'evento, Dawa Yudron, alunna della classe 4 del secondo anno, ha detto di aver ancora paura.
"Ho visto che alcuni stavano picchiando i poliziotti e alcuni stavano assaltando i negozi, avevo una grande paura. La nonna mi ha detto di non andare a scuola e sono rimasta a casa per tre giorni."
Secondo quanto illustrato, durante le attuali violenze i teppisti hanno dato fuoco in totale ad oltre 210 case e negozi, distrutto 56 auto e ucciso 13 persone innocenti.
In una corsia di un ospedale di Lhasa, i giornalisti hanno incontrato Peng Xiaobo, vittima dei misfatti. Ha detto che i suoi 4 negozi sono stati dati al fuoco dai teppisti con la benzina. I suoi familiari, senza precauzioni, sono saltati dall'alto per proteggersi e alla fine sua moglie si è fratturata una vertebra lombare, suo zio e sua cugina sono stati arsi vivi perchè non hanno fatto in tempo a scappare.
"Ho una sorelle minore che ha appena compiuto i 18 anni. Allora le scale sono tutte bruciate e non ha osato saltare dalla finestra, ha camminato fino alle scale. Ma le scale sono state distrutte e crollate al primo passo. Alla fine è stata arsa a morte."
La morte dei familiari rende trista e furiosa la popolazione di Lhasa e le violenze dei teppisti hanno provocato energiche ire e condanne nei vari circoli sociali tibetani. Attualmente le persone ferite durante i misfatti sono state portate negli ospedali del Tibet e hanno ricevuto le appropriate cure.
Il 20 marzo i giornalisti nelle zone e strade principali della zona urbana del Tibet hanno visto circolare liberamente le auto, la maggior parte dei negozi è stata riaperta e le università e le scuole medie e elementari hanno ripreso le lezioni. E' ritornato fondamentalmente alla normalità l'ordine sociale di Lhasa. |