|
|
Nei 27 anni trascorsi dal 1949, anno della liberazione nazionale, la nuova Cina ha visto sorgere in ogni provincia e regione autonoma nuove città. Per la maggior parte si tratta di città di piccole e medie dimensioni, molte delle quali si trovano in zone una volta scarsamente popolate o praticamente prive di industrie. All'epoca della liberazione, molte piccole cittadine si trasformarono in città di dimensioni considerevoli mentre sorsero nuovi centri industriali. Questo dimostra il vigoroso sviluppo dell'economia nazionale cinese.
Nella vecchia Cina semifeudale e semicoloniale, le città erano centri dai quali gli imperialisti, i capitalisti e i proprietari fondiari feudali dominavano e sfruttavano il popolo lavoratore. Un buon numero di esso erano porti commerciali usati dagli imperialisti per spogliare la Cina delle sue ricchezze. Le grandi città erano concentrate sulle coste o lungo le poche vie principali di comunicazione. Questo squilibrio nella distribuzione territoriale è stato fondamentalmente cambiato.
La nuova Cina ha costruito un gran numero di nuovi centri industriali situati presso le fondi di materie prime, cosicchè le industrie possono rifornirsene convenientemente e le ricche risorse naturali sparse nelle varie parti del paese possono essere estratte e utilizzate appieno nella costruzione socialista.
La Cina ha posto l'accento sulla costituzione di piccola e medie città per evitare l'eccessiva concentrazione delle imprese industriali e della popolazione nelle metropoli. Questo porta ad una distribuzione razionale delle città e ad un miglioramente delle condizioni abitative urbane, facilita un abbondante rifornimento alimentare e crea condizioni favorevoli per il controllo dell'inquinamento.
Maanshan, che si trova nella provincia dell'Anhwei, Cina orientale, costituisce un esempio di città di medie dimensioni sorta presso un centro di produzione di materie prime. Prima della liberazione, a Maanshan, gli imperialisti e i capitalisti burocratici estraevano minerali di ferro e fondevano il ferro su scala ridotta. Dal 1943 al 1945, sotto la dominazione imperialista, la produzione annuale di ghisa d'altoforno era di parecchie migliaia di tonnellate. I dominanti reazionari del Kuomintang, prima della loro caduta e ritirata, vendettero o smantellarono le proprietà, lasciando solo l'ossatura esterna e i camini dei pochi altoforni, dentro i quali gli uccelli facevano il loro nido. Dopo la liberazione la produzione venne ripresa, e si iniziò l'esplorazione di nuovi giacimenti di minerali. Il presidente Mao ispezionò Maanshan nel 1958 e 1959 e suggeri di costituirvi un complesso siderurgico di medie dimensioni. Oggi questo complesso, che comprende i processi di estrazione, trattamento e sinterizzazione dei minerali, fusione del ferro, fusione e laminazione dell'acciaio e conversione in coke, è entrato in funzione. Situata sulle rive del fiume Yangtze, la città di Maanshan, che al tempo delle liberazione era abitata da poche decine di famiglie, è oggi una città con una popolazione di parecchie centinaia di migliaia di abitanti.
In Cina sono state costruite molte città come Maanshan, situate in prossimità dei centri di produzione di materie prime. Tra queste vi sono Pingtingshan nella provincia dello Honan, Cina centrale, vicina ad un grande giacimento di carbone scoperto dopo la liberazione, la città mineraria di Santaoling costruita nei pressi della più grande miniera di carbone a cielo aperto della Cina nordoccidentale, quale del bacino di Hami, nel Sinkiang, Yichun e una decina di altre città di piccole e medie dimensioni che si trovano nelle foreste vergini dei khingan minori, nella provincia dell'Heilungkiang, che è la più settentrionale della Cina.
Nelle remote zone delle minoranze nazionali, un tempo isolate, dove non esisteva nessuna industria moderna, le nuove città sono sorte lungo le linee ferroviarie e stradali da poco costruite, come centri economici e culturali locali che promuovono l'edificazione socialista. Karmu, che si trova a 2700 metri sul livello del mare, ai margini meridionali del bacino di Tsaidam, Cina nordoccidentale, era in passato una località del deserto del Gobi dove vagabondavano orsi e gazzelle. Oggi è una città con una popolazione di oltre 50000 abitanti situata all'incrocio delle strade Chinghai-Tibet e Chinghai-Sinkiang. Un'officina di riparazione e di montaggio di autoveicoli, una fabbrica di materiali da costruzione, dei laboratori di manufatti di ferro, una conceria e altre fabbriche fiancheggiano le strade asfaltate della città, tutte piane e rettilinee. La vasta pianura della prefettura autonoma della nazionalità tibetana degli Apa, che si trova nella provincia del Szechuan, Cina sudoccidentale, e che l'esercito rosso attraverso durante la lunga marcia quaranta anni fa, è ora disseminata di nuove città, tra cui Hungyuan, Jorgai e Barram, situate lungo le strade carrozzabili.
Nel passato, le città cinesi erano solo città di consumo. Oggi si sono trasformate in città produttive. Simbolo del crudele dominio esistente sotto l'oscura e retrograda servitù della gleba, la città tibetana di Lhasa prima delle liberazione aveva soltanto trentamila abitanti. Di questi più di dieci mila erano lama e monache, e parecchie migliaia erano mendicanti e vagabondi, a cui si aggiungevano parecchie centinaia di famiglie di grossi proprietari di schiavi, e di mercanti. Oggi, Lhasa, capoluogo della regione autonoma del Tibet, si è trasformata, come le altre città della Cina, in una città socialista con decine di imprese moderne piccole e medie tra cui centrali elettriche e fabbriche di macchinari agricoli, prodotti chimici e materiali da costruzione. Oggi la città ha un centinaio di migliaia di abitanti, un terzo dei quali sono operai dell'industria. Edifici ben ordinati hanno sostituito le decrepite tende dove una volta vivevano i servi della gleba. La superficie abitata delle case costruite recentemente è dieci volte quella totale del periodo precedente la liberazione.
Nel corso della costruzione delle nuove città e della trasformazione di quelle vecchie, i dipartimenti governativi interessati hanno elaborato un piano generale per la localizzazione delle abitazioni, il sistema di fognatura, il sistema stradale, il rimboschimento e i progetti anti-inquinamento. Il principio quida è servire la politica proletaria, la produzione socialista e il popolo lavoratore.
Nella costruzione urbanistica, la nuova Cina segue il principio di contare sulle proprie forze, lavorare con tenacia, diligenza ed economia. Riguardo alle condizioni abitative sono stati fatti sforzi per ridurre le differenze tra città e campagna. Dagli anni sessanta sono sorte zone minerarie socialiste di nuovo tipo come il campo petrolifero di Taching e il campo petrolifero di Shengli, che combinano industrie e agricoltura, città e campagna. Le grandi imprese industriali vengono costruite generalmente alla periferia, lontano dalla città propriamente detta, per evitare l'ulteriore espansione di quest'ultima. Negli ultimi anni, alla periferia di Pechino è stata costruita la compagnia generale petrolchimica di pechino, alla periferia di Shanghai sulle terre bonificate è sorta la Compagnia generale petrolchimica di Shanghai e presso Nanchino è stato costruito il complesso metallurgico di Meishan. Attorno a queste imprese hanno preso forma nuove città.
L'applicazione del principio del presidente Mao di sviluppare l'industria a livello locale e centrale e di costruire contemporaneamente imprese di grandi, medie e piccole dimensioni ha determinato un vigoroso sviluppo dell'industria locale. Tutte le provincie, città e regioni autonome e la grande maggioranza dei distretti hanno oggi una propria industria locale. I capoluoghi delle provincie e regioni autonome e i capoluoghi di molti distretti sono divenuti città industriali di varie dimensioni. Queste città, sparse in tutto il paese, giocano un ruolo importante nella rivoluzione e nell'edificazione socialiste cinesi. |
|