Il 21 novembre, il segretario generale della NATO ha affermato che la Cina sta facendo del suo meglio per rafforzare il controllo sulle catene di approvvigionamento delle infrastrutture critiche e sui settori industriali chiave dei paesi occidentali. Il 23, durante una conferenza stampa ordinaria, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha affermato che, dalla fine della guerra fredda, la NATO non solo ha esteso sempre di più i suoi tentacoli per la sua espansione nell’ambito del cyberspazio, dello spazio esterno e della difesa collettiva dei paesi membri di cui dovrebbero occuparsi le Nazioni Unite e le istituzioni internazionali specifiche, ma ha anche rafforzato le interferenze in ampi settori civili, tra cui cambiamenti climatici, infrastrutture, innovazione tecnologica, catena di approvvigionamento, sanità e risorse energetiche. La NATO, in qualità di organizzazione regionale, dovrebbe attenersi rigorosamente al suo ambito geografico e non tentare di stabilire proprie “regole della banda o della casa”, cercando di superare i poteri e limiti. La formazione e lo sviluppo della catena industriale e della catena di fornitura è stato il risultato degli effetti comuni delle regole del mercato e delle selezioni delle imprese. Negli ultimi anni, la Cina ha sviluppato una buona e paritaria cooperazione con diversi paesi e imprese delle varie parti del mondo, ivi compresi anche i Paesi membri della NATO, arrecando grandi benefici ai popoli dei loro paesi. Introdurre valori ideologici per tracciare linee di demarcazione nel campo della cooperazione economica e commerciale non solo danneggerà gli interessi comuni della comunità internazionale, ma solleverà anche una pietra di inciampo.