La band italiana Kalàscima in Cina
  2016-11-11 17:22:14  cri


Questi giorni la famosa band italiana Kalàscima è venuta in Cina per la prima volta, su invito della Festival dell'Arte internazionale di Shanghai. Il 30 ottobre, la band ha tenuto un concerto presso lo Shanghai City Lawn Musica Plaza, e il pubblico era in delirio. Anche il 31 ottobre, la band ha replicato lo spettacolo per una serata speciale con l'Associazione dei Pugliesi in Cina presso il teatro The Pearl. A parlare di quest'esibizione, un membro della band Ricardo Laganà ha detto che è stata bella quest'occasione, e che hanno potuto avere un contatto con la cultura cinese affascinante, magari in futuro, ci sarà anche un po' di Cina nei loro prossimi lavori.

"Quindi appena si è presentata l'occasione di poter realizzare dei concerti in questo Paese straordinario, abbiamo subito colto l'occasione e siamo venuti qui a suonare. Era nostro desiderio perché la cultura cinese, la storia cinese ci affascinano tanto, da sempre, e quindi ora che siamo qui, siamo davvero molto emozionati, orgogliosi, e felici.

Il nostro lavoro è bello perché portandoci sempre in tanti luoghi diversi abbiamo la possibilità di confrontarci con culture e tradizioni sempre diverse. Siamo arrivati qui da pochi giorni e abbiamo fatto il primo concerto, ce ne saranno altri, quindi sicuramente, come accade spesso, ci saranno delle novità, delle nuove ispirazioni, che riusciremo ad avere da questo viaggio, da questo incontro con la Cina, e questo come spesso accade, si riversa poi nella nostra musica, nella composizione dei brani. Quindi sicuramente ci sarà anche un po' di Cina nei nostri prossimi lavori."

Il 31 ottobre, prima della loro esibizione, ho fatto un'intervista telefonica a Ricardo Laganà, che mi ha raccontato un po' della band.

"Noi siamo 6 sul palco, oltre a me c'è Federico Laganà che suona le percussioni, Luca Buccarella che suona l'organetto, che è uno strumento, anche questo, tipico italiano, una sorta di fisarmonica diatonica, mentre Federico suona, come dicevo, le percussioni, ma soprattutto il tamburello italiano, che è lo strumento principale, importante, la percussione più importante nelle musiche tradizionali del sud Italia. Poi c'è Massimiliano De Marco che invece suona le corde, quindi il bouzouki, la chitarra, il mandolino, l'ukulele; Aldo Iezza, che si occupa dei fiati, quindi tra i vari doppi flauti, flauto traverso, ciaramella italiana, suona anche la zampogna, che è la cornamusa italiana, altro strumento importantissimo della tradizione musicale italiana, e poi Riccado Basile che suona il basso elettrico e si occupa della programmazione, quindi dall'elettronica, synth bass, effetti e quant'altro. Poi ci sono sempre anche Fabio Rizzo che è il nostro ingegnere del suono, e Domenico Coduto che è il nostro manager, con musiche ed altre cose.  Il gruppo è nato in realtà qualche anno prima, ancora, prima del 2000, fine anni novanta, nel nostro piccolo paese che si chiama Alessano, in provincia di Lecce, nel Sud Italia. è nato come un laboratorio di musica tradizionale con l'idea di creare nuove composizioni originali utilizzando gli strumenti tipici della tradizione musicale del nostro territorio, cercando però di renderli più moderni, più attuali, quindi componendo nuova musica e scrivendo nuovi testi. Abbiamo fatto tanto lavoro di recupero sui materiali tradizionali suonando con tanti anziani portatori della tradizione musicale, e quindi dopo aver fatto questa lunga scuola abbiamo iniziato a modificare questi stili tradizionali per creare qualcosa di nuovo, di più moderno, che potesse avvicinare la musica tradizionale anche alle nuove generazioni. Il risultato di oggi è il nostro ultimo disco, che si chiama "psychedelic trance tarantella" che abbiamo suonato ieri, appunto, qui a Shanghai e che continueremo a portare in giro per la Cina."

In questi anni, la band ha portato la musica popolare salentina lontano dalle ballate nell'aia per proiettarla nella modernità, "rigenerandola" attraverso la tecnologia. A parlare della musica salentina e della rigenerazione tecnologica, Ricardo Laganà ci ha presentato:

La musica tradizionale salentina fa parte della famiglia delle tarantelle, e si differenzia dalle altre tarantelle, da quella napoletana, da quella siciliana o calabrese per alcune caratteristiche come il ritmo, lo stile del canto, e le tecniche di esecuzione degli strumenti musicali. Una forma particolare di tarantella che veniva suonata nel Salento, nella nostra area tempo fa, si chiama "pizzica pizzica" e oltre ai vari scopi per i quali venive eseguita, c'era anche quello di curare una sorta di possessione di un ragno, la tarantola, che appunto dà il nome allo stile, che viene anche chiamato pizzica tarantata, o semplicemente taranta, ed era l'espressione di un disagio sociale delle classi contadine a metà degli anni '900, che venivano morse, queste persone, che lavoravano nei campi, donne ma anche uomini, venivano morsi appunto dal ragno, dalla taranta. Per guarire dalla possessione del ragno veniva eseguita questa musica, questa "pizzica pizzica", quindi era una musica che serviva per guarire. Ovviamente il morso del ragno era una metafora per manifestare i disagi sociali che le persone vivevano in quel momento, condizione di disagio, soprattutto per le donne, disagio sociale, manifestato quindi come forma di possessione, ma sostanzialmente erano problemi di tipo mentale, tipo isteria, schizofrenia e disagio interiore. Depressione. Quindi una musica che serviva per guarire. Oggi noi crediamo, visto che il tarantismo non c'è più, crediamo che comunque la musica tradizionale abbia il potere di guarire dai mali che viviamo oggi, nel tempo moderno, tempo che ci porta ad alienarci, a nasconderci dietro lo schermo del cellulare, che ci rende partecipi di un vortice "social" che anche se sembra avvicinare le persone in realtà le allontana. Tante difficoltà, tanta pressione sulle persone, che deriva dal lavoro, dallo stress, dai ritmi frenetici della vita moderna, e crediamo quindi che anche oggi la musica possa avere questo effetto, cioè quello di guarire, far stare meglio le persone, ed è quello che succede durante i nostri concerti, dove per un'ora e mezza, due ore, il pubblico dimentica tutti i suoi problemi, le sue incertezze e si abbandona alla musica liberandosi, per questo tempo trascorso insieme. Dal punto di vista musicale, invece, quello che abbiamo fatto non è stato altro che utilizzare metodi tradizionali di comporre musica. i nostri nonni utilizzavano quello che la tecnologia metteva a loro disposizione, al loro tempo, per creare musica. Questi strumenti erano le pelli degli animali, i fondi delle latte dei pomodori per fare i sonagli, con le pelli degli animali costruivano le zampogne, costruivano i tamburelli, suonavano le sedie, le bottiglie, le chiavi, e cantavano le loro storie. Oggi noi facciamo lo stesso, quello che è cambiato è il mondo intorno a noi, la tecnologia a disposizione. Ed oltre agli strumenti tradizionali, come il tamburello, l'organetto, il mandolino, abbiamo anche tanto altro materiale a disposizione, la tecnologia, i computer, i sintetizzatori, l'elettronica, quindi l'approccio è lo stesso ma gli strumenti sono, se vogliamo, maggiori per creare nuova musica, e questo è quello che facciamo. Creiamo la musica con gli strumenti tradizionali uniti agli strumenti dei giorni nostri per scrivere nuova musica popolare.

La musica della band Kalàscima è un neofolk urbano nel quale i ricordi di una civiltà contadina ormai travolta dalle estetiche contemporanee dialoga con i suoni e i rumori che ci avvolgono nella quotidianità degli anni 2000.

I Kalàscima, presenza storica del Festival "La Notte della Taranta", hanno alle spalle numerosi tour internazionali, che li hanno portati dall'Australia all'America Latina, dal Nord Europa al Medio Oriente. Nel loro ultimo lavoro, Psychedelic Trance Tarantella, col quale si presentano al pubblico di Shanghai, spicca tra l'altro la collaborazione di Ludovico Einaudi.

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