Il principio di "Una sola Cina" è universalmente riconosciuto dalla comunità internazionale
  2019-09-20 21:22:53  cri
La Repubblica di Kiribati, uno Stato insulare situato nel Pacifico, ha annunciato venerdì 20 settembre di aver "interrotto le relazioni diplomatiche" con le autorità di Taiwan. Si tratta del secondo Paese ad aver "interrotto le relazioni diplomatiche" con le autorità di Taiwan dopo che una settimana fa avevano fatto lo stesso le Isole Salomone. A questo punto, Taiwan intrattiene "relazioni diplomatiche" solo con quindici Paesi. Questa importante decisione presa dalle Isole Salomone e dalla Repubblica di Kiribati, le quali hanno agito da nazioni sovrane e indipendenti, è conforme con l'inevitabile corso degli eventi e la volontà popolare, e dimostra pienamente che il principio di "Una sola Cina" è universalmente riconosciuto dalla comunità internazionale.

Come tutti sanno, nel mondo c'è una sola Cina. Il governo della Repubblica Popolare Cinese è l'unico governo legittimo che rappresenta l'intera Cina. Taiwan è parte integrante del territorio cinese. Negli ultimi anni, le autorità di Taiwan si sono impegnate a livello internazionale in una "diplomazia dei soldi", portando instabilità nei Paesi e nelle regioni coinvolte. Questo fa capire a sempre più persone che le autorità di Taiwan non vogliono realmente favorire lo sviluppo di questi Paesi e di queste regioni, ma solo raggiungere l'obiettivo delle "Due Cina" o di "Una Cina, una Taiwan". Secondo quanto si è appreso, le autorità di Taiwan hanno deciso di ritirare tutti i membri del corpo tecnico e medico di stanza nelle Isole Salomone. Questa decisione rivela pienamente l'essenza della "diplomazia dei soldi" da loro perseguita.

La Cina aderisce al principio secondo cui tutti i Paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, rispetta il diritto dei cittadini di tutti i Paesi di scegliere autonomamente il proprio percorso di sviluppo e li sostiene nello sviluppo della loro economia, nel miglioramento delle loro condizioni di vita e nel potenziamento della loro capacità di sviluppo indipendente e sostenibile. Nel fornire assistenza agli Stati insulari del Pacifico, la Cina segue i principi di uguaglianza, mutuo vantaggio, apertura e sostenibilità, apre i mercati di sua iniziativa, favorisce gli investimenti e aumenta le importazioni da questi Paesi.

Dall'avvio della "Belt and Road Initiative", l'interscambio commerciale tra la Cina e gli Stati insulari del Pacifico è cresciuto. Il commercio bilaterale è passato dai 4 miliardi e 510 milioni di dollari del 2012 agli 8 miliardi e 200 milioni di dollari del 2017. Ciò dimostra che l'aiuto offerto dalla Cina ai suddetti Paesi è frutto dell'aiuto e del sostegno reciproci tra i Paesi in via di sviluppo, senza l'imposizione di alcuna condizione politica, così da promuovere in modo efficace lo sviluppo economico e sociale dei Paesi interessati. Tuttavia, le autorità di Taiwan hanno bollato questi aiuti come "diplomazia dei soldi" o "repressione politica", rispondendo alle accuse con accuse totalmente infondate e cercando di mettere in giro voci false e seminare discordia nella comunità internazionale.

Negli ultimi tre anni da quando Tsai Ing-wen è salita al potere, le Isole Salomone e Kiribati, insieme a São Tomé e Príncipe, Panama, la Repubblica Dominicana, il Burkina Faso ed El Salvador, hanno interrotto le relazioni diplomatiche con le autorità di Taiwan. Tra questi, i Paesi che hanno stabilito o ripreso le relazioni diplomatiche con la Cina hanno compiuto notevoli progressi.

Nel novembre 2018, in occasione dell'incontro tenuto dal presidente cinese Xi Jinping con i leader degli Stati insulari del Pacifico legati alla Cina da relazioni diplomatiche, le varie parti convennero di portare le relazioni bilaterali al livello di relazioni di partenariato strategico globale basate sul rispetto reciproco e sullo sviluppo comune. Ciò ha offerto nuove opportunità di sviluppo agli Stati insulari del Pacifico.

Sulla base del principio di "Una sola Cina", la Cina ha stabilito relazioni diplomatiche formali con 178 Paesi in tutto il mondo. Le autorità di Taiwan sono invitate a riconoscere la situazione oggettiva e a compiere scelte sagge, altrimenti l'effetto domino di "rottura dei rapporti diplomatici" continuerà.

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