Con il rafforzarsi della tendenza all'unilateralismo e al protezionismo, contraria alla globalizzazione, gli Stati Uniti hanno provocato unilateralmente degli attriti commerciali divenuti con il tempo sempre più aspri. Questo ha esercitato un'influenza – pur se di diversa intensità – sui Paesi del G20. Essi si troveranno dunque a fronteggiare nuove e più complesse sfide nel corso dell'imminente vertice di Osaka.
La Cina è uno dei membri del G20, e alla riunione di Hangzhou nel 2016 ha presentato una "panacea" per favorire una nuova crescita dell'economia mondiale. All'interno della ricetta proposta da Beijing figurano un maggiore coordinamento delle politiche macroeconomiche, metodi di sviluppo innovativi, lo slancio della crescita mineraria, il miglioramento della governance economica globale, la creazione di un'economia mondiale aperta e la promozione di una crescita sostenibile e inclusiva. Con questa "ricetta" la Cina ha fatto chiaramente mostra di un atteggiamento da grande Paese responsabile, e per questo ha ottenuto un ampio apprezzamento dalla comunità internazionale.
In un contesto di aumento dei rischi e dell'incertezza su scala globale tutto il mondo si aspetta che il G20 possa essere il luogo d'incontro per una "squadra che agisce" e non un "salotto per fare conversazione". In questo senso i partecipanti saranno chiamati a coordinare le loro posizioni, a trattare le divergenze in modo appropriato, a cercare di raggiungere degli accordi e a rafforzare la cooperazione. Solo così sarà possibile fugare le nubi nere che si sono addensate sull'economia mondiale.