Negli ultimi dieci anni, il vertice del G20 ha svolto un ruolo chiave per la governance economica globale. Oggi, i capi degli stati membri si trovano innanzi a una realtà: l'economia mondiale sta affrontando il rischio al ribasso e l'unilateralismo e il protezionismo stanno apportando un grave impatto globale al sistema multilaterale. Che cosa dobbiamo fare? Continuare a promuovere la globalizzazione, ampliare il libero commercio, rafforzare la cooperazione, oppure mettere gli interessi nazionali al di sopra degli interessi globali, perseguire l'unilateralismo e il protezionismo e provocare la crisi globale?
Possiamo dire che i capi dei vari paesi stanno facendo una scelta storica per se stessi e per l'economia mondiale. Questa scelta richiede ai politici di salire in alto e avere un campo visivo strategico, invece che limitarsi a ciò che é immediato.
Per continuare a realizzare l'apertura e la cooperazione, i vari paesi devono impegnarsi per mantenere il libero commercio e il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, il cui nucleo è proprio l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), i cui chiari regolamenti e meccanismo di sanzioni rendono il commercio globale più conveniente. Al contempo, l'OMC offre un meccanismo per risolvere le controversie commerciali, tramite cui poter evitare di dover risolvere le dispute con la violenza o la guerra.
Durante il vertice, i capi dei paesi BRICS, ossia Cina, Russia, Cina, India, Brasile e Sudafrica, hanno tenuto un colloquio e convenuto sul sostenere con forza l'OMC e il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole per garantire la trasparenza, non discriminazione, apertura e inclusività del commercio internazionale.
Guardando indietro a quanto avvenuto in passato, possiamo tutti vedere che durante la crisi finanziaria internazionale del 2008 gli stati membri del G20 hanno adottato una posizione comune, coordinato le politiche economiche, ed evitato misure protezionistiche, e che ciò ha così infine reso possibile una ripresa dell'economia mondiale. Una preziosa esperienza del G20 nell'affrontare la crisi finanziaria dieci anni fa è stata quella dello spirito di partenariato all'insegna "della solidarietà e del superare insieme le difficoltà".
Il PIL dei paesi del G20 rappresenta circa l'85% del totale dell'economia globale, non c'è dubbio che l'essere solidali o meno sarà decisivo per la direzione di sviluppo dell'economia mondiale e il benessere di tutti i popoli.
Nel suo discorso, Xi Jinping ha affermato che "molti problemi di oggi sono legati allo sviluppo, e occorre quindi rispettare il principio di "mutuo vantaggio e win-win". Ha affermato che a deici anni dallo scoppio della crisi finanziaria internazionale, il tasso di contributo della Cina all'economia mondiale ha superato il 30%. Nonostante il rapido sviluppo del Paese, il governo cinese considera la lotta per la riduzione della povertà come una delle missioni più importanti ed ha deciso di eliminare completamente la povertà entro il 2020 sotto il corrente standard. Questo è un tipico caso di sviluppo inclusivo.
In un'economia mondiale non sana, tutti i paesi diventano vittime. Ognuno deve condurre fermamente nella giusta direzione l'economia mondiale e guardare in lontananza dall'alto, soprattutto i politici.