Anica: un pilota per presentare il cinema italiano in Cina
  2016-03-23 22:20:44  cri

L'Italia e la Cina hanno sempre molti punti da condividere. A partire dal 2013, Anica (l'Associazione delle Industrie Cinematografiche Italiane) ha aperto un desk a Pechino per iniziare a muovere i primi passi per la promozione del cinema italiano nel mercato cinese, e non solo, ma anche per cercare co-produzioni o progetti cinematografici. Nell'arco di quasi tre anni, l'Anica ha offerto supporto per la firma dell'accordo di co-produzione Cina-Italia, e con la catena di cinema Lumière ha preso accordi per fare un road show, ampliando così la diffusione dei film italiani nelle altre città della Cina, oltre che nella capitale. Nei festival internazionali di film di Pechino e Shanghai e il famoso Golden Rooster Flowers Award, Anica c'è sempre. Il desk di Anica è diretto da Andrea Cicini, insieme a Edoardo Gagliardi, da diversi anni residente a Pechino. Abbiamo intervistato Edoardo Gagliardi per conosceremeglio come funziona questo neonato organismo e gli impegni presi per gli scambi cinematografici tra i due grandi Paesi.

Quali sono stati gli sforzi di Anica per portare il cinema italiano in Cina?

Lumière è un progetto importantissimo, e già da tre anni da quando è stato fatto il desk ci occupiamo di lavorare con il Beijing Film Festival, quindi organizzare un focus, una retrospettiva di nuovi film italiani da proiettare all'interno del Festival. Il Festival accoglie molte nazioni, molte nazioni hanno il loro focus, la loro retrospettiva. Noi raccogliamo i film in Italia, li proponiamo al Festival, vediamo quali sono quelli interessanti che possono anche passare la censura; facciamo questo da già tre anni. Lavoriamo anche con il Golden Rooster One Hundred Flowers.

Anica ha fatto un accordo con Lumière per fare una sorta di road show. Abbiamo scelto dieci film, due cicli da cinque film l'uno, per fare delle proiezioni nei cinema Lumière di diverse città, in circa dieci città della Cina. E' un progetto finanziato da ICE. Anica ha preso l'accordo con Lumière, da Ice riceviamo non solo finanziamento ma collaboriamo anche con loro oltre che con l'Ambasciata, per creare non solo proiezioni ma anche piccoli eventi di lancio, networking e promozione anche dell'Italia, quindi anche lì la presenza di ICE è molto importante. Portare il cinema è un'occasione per portare anche l'Italia in tante diverse città. L'anno scorso abbiamo già avuto una presenza al Silk Road Film Festival a Xi'An, dove abbiamo portato alcuni film sempre con Lumière. Abbiamo fatto anche una prima cosa preliminare a Chongqing, e la lanceremo in maniera effettiva adesso ad aprile. Ci sarà una conferenza stampa il 19 aprile, e poi proietteremo anche cinque film al Festival di Pechino. Poi la settimana stessa saremo a Chengdu. A Pechino ogni anno ci sono i Festival, le attività di promozione culturale dell'Istituto di Cultura dell'Ambasciata e ci sono i Consolati, però l'idea importante era anche andare in altre città, Chengdu, Chongqing, Shenyang poi forse Hangzhou, e torneremo anche a Xi'an; portare quindi il cinema italiano dove ancora non è arrivato, in varie città, oltre a Pechino e Shanghai. In questo consiste il vero valore, creare degli eventi per esporre più l'Italia in varie città in cui prima sono stati organizzati pochi di questi eventi. Molte città sono di seconda fascia. Lumière ha molti cinema anche in città di terza fascia, però per quest'anno dovendo scegliere poche città cerchiamo di scegliere città importanti, grandi e anche con molto pubblico.

Quando è stato aperto il China Desk di Anica? Qual è il suo ruolo?

Il China Desk è stato aperto quasi tre anni fa, con l'incarico di Andrea Cicini che poi ha coinvolto anche me. Sebbene diverse esperienze di entrambi nei settori della cultura, cinema e media, abbiamo iniziato a costruire quasi da zero, spintida interesse e la passione per il cinema. Io avevo studiato cinema cinese all'Università di Pechino, scrivevo per alcune riviste, seguivo alcuni progetti e avevo deicontatti nel settore, e ho trovato molto interessante e importante l'idea di un desk ANICA a Pechino, non solo per promuovere il cinema italiano, ma, essendo Anica anche un'associazione di produttori e di aziende, per promuovere anche le cooperazioni, la coproduzione, la distribuzione, quindi non solo promuovere il cinema ma anche le collaborazioni, creando anche un pontedi comunicazione solido, eoccasioni importanti: quindi a Roma facciamo ogni anno il China Day, al Festival di Roma, in cui invitiamo ogni anno una delegazione di aziende cinesi importanti e produttori che vanno a Roma per conoscere meglio il sistema cinematografico italiano e i vantaggi nel venire a produrre in Italia, incontrare produzioni italiane e i loro progetti adatti a co-produzioni in sessioni di pitch. Il fine è promuovere l'Italia al pubblico cinese, e allo stesso tempo stimolare gli scambi e le collaborazioni.

Che cosa prevede l'accordo sulla co-produzione Cina-Italia?

L'accordo di coproduzione era già stato firmato in precedenza. Sono state firmate le regole attuative dell'accordo, che hanno reso effettivo l'accordo di coproduzione. Le regole sanciscono che si possono fare film in coproduzione tra Italia e Cina con un investimento minimo di ogni parte del 30% e che questi film avranno la doppia nazionalità, il che è molto importante per i progetti italiani di coproduzione perchè sono riconosciuti come film cinesi e non rientrano nelle quote, ovvero le limitazioni per la distribuzione che ci sono per i film stranieri.

Dopo la firma dell'intesa, quali film doppio passaporto sono usciti? Quali sono stati i riscontri nei due paesi?

Ancora nessuno, per fare un film ci vuole tempo, abbiamo magari i progetti ma dobbiamo ancora conoscerci bene, c'è molto lavoro per consocersi e trovare il progetto giusto. C'è però una coproduzione quasi terminata tra Italia, Cina e Belgio, si chiama "Caffè", e che sarà sicuramente la prima coproduzione che uscirà. Esistono progetti che sono ancora in fase di scrittura e che speriamo verranno girati entro quest'anno. C'è un progetto che si chiama "Everlasting moments" di Maurizio Sciarra che verrà realizzato con un coproduttore di Hong Kong, sarà un film italo-cinese e al momento sta venendo rivista la sceneggiatura, scritta da Ni Zhen, uno sceneggiatore che ha scritto Lanterne Rosse. Esiste poi un documentario sulla soprano He Hui al momento in produzione. E poi una serie di progetti in fase trattativa ma che sembrano già promettenti.

Durante il Beijing Film Festival dello scorso anno, sono venuti diversi registi italiani e sono stati proiettati numerosi film nelle sale di Beijing. Dopo aver lasciato il segno, per l'edizione di quest'anno, quale sarà la strategia di Anica per dare maggiore visibilità alla cinematografia italiana in Cina?

L'anno scorso abbiamo portato alcuni produttori perchè Anica ha promosso un'iniziativa, Movie UP, finanziata dalla regione Lazio, portata sia al Festival di Pechino che al Festival di Shanghai.

In questi anni Anica ha portato molti film italiani in Cina. Qual è il genere che ha maggiormente colpito il pubblico? Come i film italiani possono adattarsi al gusto cinese?

I registi italiani venuti in Cina sono sempre rimasti contenti dell'approccio del pubblico, perchè hanno trovato un pubblico attento e che conosceva il cinema italiano. Il pubblico è di nicchia, piccolo, che dobbiamo cercare, ma che però c'è, e che abbiamo quindi il dovere di incontrare e di far crescere. Ha grande potenzialità, se creiamo delle occasioni siruramente crescerà.

Il pubblico cinese è caratterizzato non solo da giovani come il pubblico dei film commerciali, ma anche da persone di mezz'età, che sono interessati ai film classici e che raramente vanno al cinema. Ci sono anche giovani che sono curiosi e che hanno voglia di vedere film diversi.Non mi sembra ci sia un unico genere preferito, la vera attrattiva è forse l'Italia stessa e le sue diverse realtà.

Quali sono stati gli sforzi di Anica per portare il cinema cinese in Italia?

Il ruolo principale di Anica è promuoverel'Italia in Cina, poi speriamo che ci sarà qualcuno di simile qui in Cina che faccia lo stesso, per esempio il China Film International Promotion. In Italia si conosce il cinema cinese dei film di autore, non quello commerciale. Anica ha siglato un accordo con il Festival di Udine, il Far East Film Festival, e anche il Festival di Roma, poi come Desk siamo sempre pronti ad aiutare i nostri interlocutori cinesi e suggerire canali di promozione in Italia ed Europa per i loro film. Il nostro dovere principale è però quello di promuovere il cinema italiano e gli scambi di produzione, aiutare i produttori a farefilm che siano sia cinesi che italiani allo stesso tempo. Oltre a promuovere coproduzioni e progetti, noi speriamo anche di portare autori italiani e registi italiani interessati alla Cina a lavorare in Cina. L'anno scorso, per esempio, abbiamo aiutato Sergio Basso, un giovane regista italiano ma che parla cinese e conosce molto bene la Cina, a fare un documentario sulla storia cinese, e quest'anno sta lavorando a un film sulla Lunga Marcia. E' già venuto qui a fare location scouting e adesso sta scrivendo, questa primavera verrà a girare questo documentario sulla Lunga Marcia, per aiutare a raccontare la Cina all'estero. Spero che ci saranno sempre più progetti di coproduzione, ma anche questo tipo di scambi e opportunità, e che lo scambio sia sempre più reciproco in tutto il settore dell'audiovisivo. E sicuramente ci sono già molti segnali positivi, come testimoniato dalla visita del Sotto-segretario Giacomelli in Cina lo scorso settembre, e il recente accordo tra RAI e CRI. Tutti motivi per cui dobbiamo continuare a lavorare con rinnovati impegno e determinazione.


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