"Terra di Speranza", omaggio alla civilizzazione agricola millenaria cinese. Intervista al promo architetto del padiglione cinese dell'Expo di Milano Lu Yichen
  2015-07-16 09:58:37  cri

 

L'8 giugno, si è aperta ufficialmente la giornata per il Padiglione Nazionale cinese dell'Expo di Milano, che ha visto l'affluenza di migliaia di visitatori per assistere al saluto e all'omaggio dalla Cina alla civiltà agricola e alle energie utili per la vita.

In questa edizione di Expo, ispirata al tema "Terra di speranza, Fonte della vita", il padiglione cinese, esteso su una superficie di 4590 metri quadrati, è il secondo per dimensioni dopo quello tedesco e spicca per la forma originale a "onde di grano". Dall'architettura esterna all'esposizione interna, tutto mostra la fiducia e l'innovazione di un grande Paese.

Il professore associato dell'Università di Tsinghua Lu Yichen è il capo architetto del padiglione. Con la sua squadra dell'Accademia di Belle Arti di Tsinghua e il suo Studio di Architettura statunitense Link-Arc, ha preso in carico la progettazione architettonica del padiglione cinese. Sin dall'inizio Lu e la sua squadra hanno testato diverse possibilità per esprimere con il linguaggio dell'architettura l'essenza della cultura cinese e seguire strettamente il tema dell'Expo di Milano "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". In realtà, l'attuale forma a "onde di grano" non era il progetto creativo originario.

"Le onde di grano non sono state la prima idea. Dapprima abbiamo provato diversi progetti, incluso l'utilizzo di terra di cinque colori per erigere le pareti del padiglione, ma in seguito abbiamo scoperto che non esistono solo 5, ma ben 79 tonalità differenti di terreno in Cina; per questo abbiamo scartato quell'opzione. Abbiamo anche pensato al tema del riso, quindi ad una struttura completamente bianca, cosparsa di cenere di pula, ma questo non ci sembrava una buona sintesi della Cina. Quindi l'idea finale delle onde di grano è il risultato di un lungo processo."

Agli occhi di Lu Yichen La cultura cinese non si limita soltanto a quella dei mandarini, ma trova la sua fonte costitutiva essenziale nella civiltà agricola. Molti oggetti raffinati vengono facilmente cancellati dal passare del tempo, mentre la cultura agricola di base ha sorretto saldamente la Cina per millenni e non è mai venuta meno attraverso tutti i mutamenti storici. Fondandosi su questa interpretazione, Lu Yichen e il suo gruppo hanno infine definito il progetto "onde di grano", nella speranza di rendere omaggio alla lunga storia agricola e culturale cinese attraverso questa particolare forma architettonica.

Ovviamente, nessun concetto o design semplificato è in grado di riflettere la profondità della cultura di un Paese dalla lunga storia come la Cina. Per evitare di fornire una rappresentazione parziale del Paese, Lu Yichen e la sua squadra hanno abbandonato un modello troppo concreto, a favore di un approccio più filosofico e astratto che esprima lo spirito cinese. Partendo dal tema "Terra di speranza" del padiglione cinese, la "speranza" rappresenta le sovrastrutture, ovvero i sogni e le aspirazioni della gente per il futuro, mentre la "terra" riflette la civilizzazione agricola a un tempo umile e profonda. È così che nasce il concetto "Cielo, Terra, Uomo e Armonia".

La concezione dell' armonia tra cielo, terra e uomo è stata sviluppata dai cinesi nel corso di migliaia di anni attraverso il loro rapporto con il cielo e con la terra. Ma come esprimerla in forma architettonica?

I fiori gialli all'esterno, gli steli di grano all'ingresso e il campo di grano in LED all'interno formano una sequenza dall'altezza uniforme che esprime il concetto di "terra"; il "cielo" è il tetto dell'intero edificio, formato da 1052 tavole di bambù lunghe tre metri e larghe uno, per le quali sono state utilizzate le più avanzate tecniche di assemblaggio; i visitatori che attraversano l'edificio rappresentano il concetto di "uomo", mentre l' "armonia" emerge nella sala proiezioni, dove viene raccontata la storia dei cinesi che tornano a casa per il capodanno lunare. Il "dipinto" dell'armonia tra cielo, terra e uomo si srotola così gradualmente ai diversi livelli dell'edificio.

Dal punto di vista della forma architettonica, la squadra ha deciso di realizzare una rappresentazione virtuale di uno skyline rurale e di uno urbano rispettivamente all'ingresso principale del lato sud del padiglione e sulle due pareti principali del paesaggio fluviale sul lato nord e di creare uno spazio espositivo a "loft", formando così un effetto di "montagne" e "vette". Se consideriamo la forma esterna del padiglione a onde di grano come la rappresentazione dell'antica civiltà agricola della Cina, la parte interna racconta invece lo sviluppo sociale attuale del Paese.

"Il lato nord dell'edificio è compatto, simile nella forma allo skyline del CBD di Beijing. Il lato sud, invece, è una parabola che delinea il magnifico profilo delle colline di Guilin. Le due parti confluiscono a formare il motivo del tetto. I due lati nord e sud del padiglione collegano il Nord e il Sud del Paese e le realtà urbana e rurale della Cina. Secondo Lu Yichen, il "sogno cinese" di armonia è realizzabile solo attraverso la completa integrazione tra civiltà urbana e rurale."

Anche senza ricorrere ad usurati elementi tradizionali, il Padiglione Nazionale della Cina è perfettamente riconoscibile grazie agli elementi di filosofia tradizionale che esso veicola. L'utilizzo di gran quantità di pannelli di bambù riveste il padiglione cinese di un colore tenue così come la Cina, con la sua fiducia e maturità, esibisce perfettamente al mondo il fascino classico del "vuoto" trasportato dalle montagne e dall'acqua.

"A volte l'architettura contemporanea cinese utilizza eccessivamente elementi tradizionali come il nodo cinese, le mensole a incastro di tenoni e mortase, il rosso vivo e le lanterne. Nel caso del Padiglione Nazionale, il design evita il più possibile questi simboli scontati e di per sé facilmente connotanti.

Avanzando al suo interno, la sensazione è piacevolissima: sotto i raggi del sole, le tavole di bambù riflesse sulla superficie dell'acqua creano un effetto simile ad una pittura paesaggistica tradizionale cinese, le cui ombre cambiano con il passare del tempo. E' proprio questo "vuoto" la gemma della cultura cinese: anche senza lanterne e nodi cinesi, quando il visitatore arriva davanti all'edificio, capisce immediatamente che si tratta del padiglione della Cina. Sono proprio questi elementi cinesi che, proiettati verso l'esterno rendono la struttura chiaramente riconoscibile."

Insieme alla perfetta combinazione tra forma architettonica e filosofia tradizionale cinese, il padiglione ha cercato di applicare concetti innovazioni nell'ambito del risparmio energetico e della tutela ambientale. L'utilizzo di teconologie innovative, come il cemento ecocompatibile e i materiali isolanti ottenuti da una miscela tra dosaggi di ceneri di cereali e calcestruzzo si presentano più solidi e ecocompatibili rispetto al beton tradizionale. Inoltre, il compensato composto da rifiuti di spighe ed altri cereali è diventato il protagonista del padiglione. Tutto ciò fa sì che il padiglione cinese di questa edizione di Expo incarni il concetto di tutela ambientale verde "dalla tavola all'architettura".

"Per quanto riguarda i materiali, sono stati utilizzati bambù, compensato e OSB (pannelli a fibre orientate), tutti ecocompatibili. All'interno la decorazione è ridotta al minimo, tutte le strutture sono fondamentalmente a giorno, risparmiando così sui costi. D'estate, le pareti non portanti ai quattro lati possono essere rimosse, permettendo al vento di rinfrescare gli ambienti interni. Gli spazi maggiori sono in grado di disperdere il calore, per cui l'intero edificio fa scarso ricorso al condizionamento dell'aria. La maggior parte delle aree si affida alla ventilazione naturale, permettendo così di raggiungere l'obiettivo del risparmio energetico."

Inoltre, il sistema di superficie del tetto di bambù è anche un punto di rilievo del Padiglione cinese nel raggiungimento del rispetto ambientale. I pannelli di bambù assorbono il 50% in meno di calore in estate e i pochi pannelli disposti in posizione verticale possono riducono la luce solare diretta e riflessa. Oltre a questo efficace controllo dell'assorbimento del calore, questo sistema fa sì che la luce naturale piena entri negli ambienti interni degli spazi espositivi, riducendo così il consumo di energia elettrica. E il risalto dato alle prese d'aria sulla superficie del tetto sono in grado di ventilare all'architettura quando ce n'è bisogno.

Secondo quanto spiegato da Lu Yichen, questa è la prima volta che la Cina si presenta ad una mostra con un padiglione nazionale costruito autonomamente e, dal disegno alla realizzazione generale, questo enorme progetto racchiude nozioni e risorse provenienti dal mondo intero. Oltre al disegno architettonico a cura dell'Accademia di Belle Arti dell'Università di Tsinghua e dello Studio di Architettura statunitense Link-Arc, il disegno parametrico, la struttura, la superficie muraria e quella lignea sono stati affidati rispettivamente ad aziende professionali di Los Angelos, New York, Shanghai e Italia. A solo un anno dall'inizio dei lavori, Lu Yichen si è recato in Italia oltre 10 volte e ha passato quasi la metà di quest'ultimo anno nel Paese. Egli padroneggia ogni dettaglio di tutti gli aspetti della costruzione architettonica.

"Sin dal marzo e giugno dell'anno scorso ho iniziato a tenere videoconferenze con varie aziende italiane, durante le quali abbiamo avuto diverse vicissitudini, dalla scarsa conoscenza reciproca e diffidenza iniziale all'ottima collaborazione che ne è seguita, senza escludere ovviamente momenti di attrito. Io e i miei colleghi ci siamo dedicati senza riserve a questo lavoro e abbiamo fatto del nostro meglio per controllare ogni momento della sua realizzazione. Alla fine, quando il progetto è stato ultimato, le aziende italiane ci hanno telefonato per ringraziarci e per dare la loro disponibilità per future collaborazioni. E' stato molto emozionante perché c'è rispetto reciproco. Dagli italiani abbiamo imparato tantissimo, soprattutto le tradizioni artigianali, gli standard architettonici, la conoscenza dei materiali e la cultura. Le aziende italiane qui sono prevalentemente a gestione familiare e possiedono buone tradizioni architettoniche grazie all'impegno di generazioni."

Nel parco di Expo di Milano, il padiglione cinese attira molti turisti con la sua forma unica e straordinaria. Lu Yichen si dice soddisfatto di aver realizzato un edificio moderno di stile cinese in Italia. Come capo architetto del padiglione nazionale cinese, egli non si è limitato alla realizzazione della propria idea architettonica, ma ha impiegato più tempo per migliorare l'esperienza dei visitatori. Inoltre, nel corso della progettazione, ha lasciato la parte più importante dello spazio fruibile del padiglione ai visitatori ordinari, restringendo in maniera ragionevole lo spazio per VIP ed uffici. Dal suo punto di vista, per giudicare le opere di un architetto, bisogna vedere fondamentalmente se i visitatori riescono ad apprezzare la visita dell'edificio.

"Secondo me, un edificio del genere non si è mai visto nella storia dell'architettura. Devo dire che non abbiamo fatto grandi riduzioni tra il disegno e l'edificio reale poiché abbiamo realizzato il 85% del nostro piano. Ricordo che un famoso architetto finlandese una volta ha detto che l'architettura non è una creazione, ma una conversione in cose reali. Quindi abbiamo ritenuto che per costruire il padiglione cinese, non avremmo dovuto operare riduzioni ma trasformare il progetto architettonico in un edificio reale. Molti lo ritengono 'un grande tetto', ma è un concetto nato dalla simulazione dello skyline della nostra realtà urbana e rurale. Esso somiglia ad un'opera d'arte. Secondo alcuni è un grande tetto, secondo altri delle onde di grano, secondo altri ancora un'architettura moderna. Una buona opera d'arte può essere letta in modi diversi, il che secondo me è ottimo. Oggi abbiamo visto che molti visitatori si mettono in fila per entrare nel padiglione cinese e devo dire che è ciò è gratificante per noi architetti. Se i visitatori promuovono a pieni voti il padiglione, allora esso è promosso anche per noi."

Si tratta senza dubbio di un "dialogo" tra architettura cinese moderna e il mondo. I padiglioni degli altri Paesi sono ugualmente splendidi e pieni di fantasie: il padiglione francese ispirato al Grande Mercato, il padiglione tailandese lungo un fiume che mostra la figura della "Venezia Asiatica", il padiglione malese a forma di semi, quello italiano a immagine di "foresta pietrificata", quello tedesco aperto ai paesaggi rurali e quello austriaco dove si offrono semi ai turisti, ecc. Per quanto riguarda i concetti innovativi e la tutela ambientale, i fantastici disegni di questi padiglioni stranieri mostrano tante cose da cui la Cina può imparare.

"Ad esempio il padiglione austriaco mi colpisce per l'intero paesaggio che presenta un'immagine bellissima di giardino tradizionale cinese. Quando ci occupavamo ancora della presentazione di grandi eventi e racconti storici, abbiamo scoperto che l'estetica europea si avvicina sempre più a quella dei nostri antenati. Per esempio la loro conoscenza di tonalità tenue di nero, bianco e grigio, l'arte su tessuto e la paesaggistica. Hanno messo un grande paesaggio in un intero edificio costituito da diverse scatole grigie assemblate. In estate, la temperatura all'interno della struttura è di cinque gradi inferiore a quella esterna e vi è stato installato anche un impianto in grado di trasformare l'aria in nebbia, facendola scorrere direttamente lungo il lato settentrionale dell'ingresso. Le concezioni presentate sono quindi davvero innovative."

In realtà, dall'Expo di Shanghai a quello di Milano, i padiglioni nazionali e imprenditoriali hanno visto grandi innovazioni sia dal punto di vista della concezione architettonica che da quello dell'utilizzo di tecnologie avanzate. Soprattutto in questa edizione di Expo lo sponsor si è dedicato molto all'uso di materiali ecocompatibili e alla tutela ambientale. Secondo le richieste dell'organizzazione, poiché luoghi prescelti per l'esposizione avevano utilizzo industriale, tutti i padiglioni devono utilizzare il 30%-35% di beton permeabile nella costruzione. Secondo quanto spiegato da Lu Yichen, ciò serve a rigenerare la terra attraverso l'acqua piovana al termine dell'esposizione, così il suolo trattato chimicamente può essere ritrasformato per raggiungere un efficace distribuzione e utilizzo delle risorse, realizzando così la grande ideale di "Nutrire la Pianeta, Energia per la Vita".

 

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