La visita all'Università di Xiamen
  2015-06-24 15:18:08  cri

L'università è stata fondata da Chen Jiageng (1874-1961), un cinese originario del Fujian che, avendo accumulato una notevole fortuna dopo essere emigrato a Singapore, finanziò la ripresa della sua regione d'origine all'indomani della guerra di resistenza antigiapponese. Nel 1913 fondò una scuola nel distretto di Jimei che, nel 1921, diventò l'università di Xiamen. Nel 1937 l'ateneo divenne statale, appena un anno prima di essere trasferita a Jimen a causa dell'invasione giapponese. Sempre nel 1938 l'allora rettore Wang Yanan curò la prima traduzione in cinese del Capitale di Marx, un testo di cui è superfluo sottolineare l'importanza nel futuro sviluppo della storia cinese.

Nelle intenzioni del fondatore l'ateneo doveva promuovere i talenti e lo sviluppo del territorio. A tale scopo fu immediatamente istituito il dipartimento di oceanografia per lo sfruttamento delle risorse naturali locali e fu incoraggiata l'inclusione nel corpo docente di eminenti studiosi cinesi e stranieri, fra cui citiamo il letterato Lu Xun (1881-1936) e il grande sinologo francese Paul Demiéville (1894-1979) che vi insegnò sanscrito e filosofia.

Oggigiorno, oltre al campus originario, l'università di Xiamen ne dispone di altri due distribuiti in diversi distretti della città e costruiti rispettivamente nel 2003 e nel 2012. Quest'anno è inoltre prevista la costruzione di un quarto campus a Kuala Lumpur che occuperà un'area di ben 460mila mq.

L'università ospita oltre 3mila studenti stranieri, provenienti in gran parte dal Sud-Est asiatico e gestisce 16 Istituti Confucio. In quest'ultimo ambito, il rettore Zhu Chongshi ci ha spiegato che l'università dispone del Fondo Meridionale per la Promozione Internazionale della Lingua Cinese. Secondo quanto deciso durante il IX Convegno degli Istituti Confucio, tale strumento sarà finalizzato al perfezionamento dei direttori degli Istituti nel mondo e al miglioramento delle aule destinate ai loro corsi. L'ateneo intrattiene collaborazioni stabili con diverse istituzioni accademiche straniere e, prossimamente avvierà una cooperazione coni l'università di Newcastle per ricerche nel settore farmaceutico, economico, amministrativo e architettonico.

La collocazione geografica ha inoltre favorito lo sviluppo degli studi sulle relazioni con Taiwan, grazie ad un importante centro di ricerca istituito dal governo centrale. Il legame con l'isola è inoltre testimoniato dallla presenza di un consistente numero di studenti e di oltre 40 docenti provenienti dall'altra sponda dello stretto.

Abbiamo visitato l'Istituto di Relazioni Internazionali e Ricerche sul Sud-Est Asiatico. Alcuni dei docenti della facoltà ci hanno illustrato la storia di questo piccolo istituto. La struttura è fortemente orientata all'internazionalizzazione e fra i poco più di 200 iscritti vi sono rappresentanti di oltre 60 nazioni cui sono destinati ben 40 assegni di ricerca. Ciascuno di essi è seguito personalmente da un professore dell'istituto, fra i quali 16 su 28 hanno ottenuto i loro titoli accademici all'estero.

Dato il suo campo d'indagine, l'istituto intrattiene scambi con diverse accademie del Sud-Est Asiatico. In particolare è stata sviluppata la collaborazione con università indonesiane, in vista dell'avvio del progetto statale "Una Cintura e Una Via".

Ciò che colpisce maggiormente presso quest'istituto è l'approccio didattico innovativo, che sembra essere diffuso in tutta l'università. A differenza della tradizionale impostazione nozionistica che caratterizza l'istruzione accademica cinese, i docenti di questo istituto incoraggiano gli studenti ad ascoltare con atteggiamento critico le informazioni che giungono dalla cattedra. Viene continuamente stimolata la discussione, che non viene indirizzata, ma lasciata sviluppare anche se questo significa non prevederne l'esito. Gli stessi professori si rivolgono agli studenti in modo alquanto informale, il che però non diminuisce la loro autorevolezza, ma anzi è funzionale a vincere le remore che potrebbero inibire la discussione.

Tale atmosfera è ulteriormente favorita dalla presenza, presso quasi tutte le facoltà dell'università di piccoli bar che creano un ritrovo accogliente e informale, dove insegnanti e studenti possono confrontarsi alla pari davanti a un buon caffè. Tali locali svolgono anche un'ulteriore funzione che esalta ulteriormente l'attenzione pedagogica di questa università. In essi infatti vengono impiegati part-time gli stessi studenti, che possono così combattere l'eccessiva astrazione degli studi accademici, guadagnando allo stesso tempo un utile stipendio. Gli iscritti ai corsi di amministrazione sono particolarmente incoraggiati a cimentarsi nella gestione di queste piccole imprese, che diventano così una prova su strada per i futuri manager.

Allo stesso principio si ispirano altre strutture, aperte 24 ore su 24, dove gli studenti danno libero sfogo alla loro inventiva, sotto la saltuaria e discreta supervisione di un insegnante. Due di queste cosiddette "basi sperimentali" sono collocate all'interno di un tunnel tappezzato di graffiti che attraversa il campus. In uno di essi si producono aeroplani telecomandati, dove i ragazzi si allenano al simulatore nella guida dei velivoli che essi stessi realizzano. Nel secondo, dal grado di specializzazione decisamente più elevato, si costruiscono robot in grado di simulare diverse azioni, dal gioco del badminton alla guida di un automobile. Quest'ultima "base" è stato aperto nel 2012 ed è gestita da un gruppo fondato nel 2008.

 

Focus
Social Media

Riviste
Eventi
© China Radio International.CRI. All Rights Reserved.
16A Shijingshan Road, Beijing, China. 100040