Stretta di mano tra i Paesi Brics a tutela del sistema di commercio multilaterale
  2018-07-27 14:21:57  cri


Il 25 luglio a Johannesburg, in Sudafrica, è stato inaugurato il decimo incontro tra i leader dei Paesi Brics. Il vertice durerà tre giorni.

In un articolo dal titolo "La guerra commerciale di Trump ha dato nuovo significato ai Brics", pubblicato il giorno stesso, si afferma che i PIL totale di questi Paesi nel corso dei 5 anni passati ha superato i 1700 miliardi di dollari, distaccando di molto quello dell'Unione europea. Davanti al pericolo che la decisione di Trump d'imporre dazi doganali possa provocare una guerra commerciale globale, i leader dei Brics hanno deciso di "tenersi per mano" e di tutelare insieme il multilateralismo. Dunque, questa situazione di difficoltà per il commercio globale potrà dare nuova forza all'azione congiunta di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Il giorno stesso i leader dei Paesi Brics sono intervenuti al Forum sull'industria e sul commercio, indicando l'importanza di cogliere le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale, di rafforzare il commercio e gli investimenti in seno ai Brics, di promuovere il libero scambio all'interno del continente africano e d'innalzare il livello di crescita economica e il benessere dei cittadini. Il capo di Stato cinese, Xi Jinping, ha sottolineato che i Paesi Brics sono chiamati a creare un'economia mondiale aperta, ad opporsi fermamente all'unilateralismo e al protezionismo, a promuovere la liberalizzazione e la facilitazione del commercio e degli investimenti, e a guidare lo sviluppo della globalizzazione economica in una direzione più aperta, inclusiva, equilibrata e di mutuo vantaggio.

Il Sudafrica è presidente di turno dei Brics e il tema di questa edizione del vertice è "Brics in Africa: crescita inclusiva e cooperazione per la prosperità comune nella quarta rivoluzione industriale". Anche se questo concetto non può essere considerato nuovo, costituisce in realtà una continuazione e un'estensione delle esperienze di successo maturate dalle economie emergenti nel corso degli ultimi anni.

Negli ultimi anni, diverse tendenze tra cui l'allargamento del divario tra ricchi e poveri e tra diverse zone del mondo, l'anti-globalizzazione e i rigurgiti protezionistici hanno reso chiaro sia ai Paesi sviluppati che a quelli in via di sviluppo che se si continuerà a promuovere un modello di crescita non inclusivo, i problemi per l'economia e le contraddizioni in seno alla società continueranno ad aggravarsi. Il Rapporto 2017 del Forum economico mondiale sulla crescita inclusiva e lo sviluppo ha rilevato che se il modello di crescita economica e il metodo per la sua valutazione non saranno aggiustati in tempo molti Paesi rischieranno di perdere un'importante opportunità per la rinascita delle loro economie e per la riduzione delle ineguaglianze.

La Cina ha offerto un contributo a livello globale mettendo in pratica con successo il principio di "crescita inclusiva" e negli ultimi anni - ispirandosi al concetto di sviluppo "innovativo, coordinato, ecologico, aperto e condiviso" - il Paese ha condotto una serie di riforme radicali, concentrandosi sul rispetto degli interessi dei cittadini. Negli ultimi cinque anni il governo cinese è riuscito a strappare alla povertà 68 milioni di persone, raggiungendo in questo senso risultati straordinari. La Cina ha inoltre rivolto diversi appelli al mondo dell'industria e del commercio sull'importanza della "crescita inclusiva", ha ribadito l'apertura e la tolleranza, la cooperazione e il mutuo vantaggio cui si ispira lo spirito dei Brics attraverso cooperazioni economiche e culturali (bilaterali e multilaterali) tra cui "One Belt One Road", nel quadro del Forum di Davos della scorsa estate e durante l'Incontro tra i leader dei Paesi Brics a Xiamen. La Cina ha dunque contribuito in modo importante al miglioramento della vita dei cittadini e alla promozione di una crescita inclusiva a livello globale.


Nel corso dell'ultimo Forum dei Brics sull'industria e sul commercio, tenuto a Johannesburg, Xi Jinping ha indicato che il tasso di contribuzione dei Paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo alla crescita mondiale è arrivato all'80%. Senza dubbio il forte desiderio e le necessità di sviluppo hanno spinto i Paesi Brics a voler difendere questa buona tendenza, che non è stata raggiunta con facilità. Inoltre l'appello della Cina a realizzare una crescita inclusiva e una cooperazione per il mutuo vantaggio è apparso come la strada obbligata da percorrere proprio per mantenere questa tendenza positiva.

Un proverbio cinese dice così: 'di quelli che iniziano un viaggio di 100 miglia, la metà cade lungo la strada'. Questo vuol dire che sempre più difficoltà emergono mentre ci si avvicina alla meta, e che perciò è necessario persistere. Durante il vertice di Johannesburg, i Brics hanno espresso la loro posizione chiara di contrasto al protezionismo commerciale e degli investimenti e la loro volontà di rafforzare la cooperazione per rispondere alle nuove sfide.

I Paesi Brics si sono trovati d'accordo sulla necessità di prendere per mano il proprio destino e il ritmo del proprio sviluppo. Dunque quale sarà la strada che sceglieranno? Inclusività o esclusione? Multilateralismo o unilateralismo? Dal consenso creato negli ultimi anni tra i leader dei Brics e dalle piattaforme e progetti di cooperazione in corso - tra cui la New Development Bank, l'iniziativa "One Belt One Road" e la "relazione di partnership tra i Brics per una nuova rivoluzione" - la risposta di questi Paesi appare chiara e inequivocabile.


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