Rispetto ai soldati di Alessandro, quelli dello Stato di Qin erano molto pi mobili. L'unit di combattimento delle truppe macedoni era la falange di fanteria, invece l'unit di Qin era molto minore: l'unit di base, chiamata "Wu", era costituita da 5 soldati, 10 "Wu" formavano un "Tun" e 2 "Tun" un "Jiang", 5 "Jiang" un "Zhu" e 2 "Zhu" un "Jiang maggiore", costituito quindi da 1000 soldati. In battaglia i diversi raggruppamenti si mantenevano strettamente coordinati: i 5 elementi dell'unit di base "Wu", in caso di difesa, si proteggevano reciprocamente, ed all'attacco colpivano insieme, ed anche in caso di completo caos era difficile separarli.
A differenza della falange, compatta e rettangolare, secondo il l'"Arte della guerra di Sun Bin", un altro grande maestro cinese di teoria militare, la fanteria del periodo delle Primavere e Autunni poteva essere disposta in ben 8 modi: in forma quadrata, rotonda, a rete, a punta di freccia, ad uncino, ecc. quindi rispetto alla struttura macedone, quella cinese si adattava alle diverse condizioni geografiche, secondo il principio che "al pari dell'acqua, le truppe non hanno una struttura fissa". La flessibilit quindi il nucleo dell'arte militare cinese.
A parte la fanteria, nell'antica Cina in battaglia si usavano spesso le bighe, di cui ogni stato feudale abbondava: secondo i documenti storici, lo stato di Qin possedeva circa 2000-3000 bighe, ognuna con 8 soldati, il che significa che solo i soldati sulle bighe potevano raggiungere quota 25mila, una grande forza mobile, forte e veloce, senza tener conto della fanteria all'intorno. I cavalli delle bighe sono protetti da spesse corazze e alle ruote erano installati punteruoli che tenevano lontani i nemici.
Quanto alle armi, l'arco fu l'arma pi importante delle truppe cinesi fino al 16 secolo. Pare che per realizzarne uno ottimo fossero necessari quattro anni, privilegiano i materiali, per lo pi legno, mentre gli archi indiani erano fatti di bamb o vimini. Gli eserciti macedoni e greci usavano pure archi, provenienti proprio dall'India, ma di qualit e tecnica inferiore rispetto a quelli cinesi, considerando invece la spada come arma principale. Chi ha visto il film di Zhang Yimou "Eroi", rimasto sicuramente impressionato dal diluvio di frecce che seguiva l'ordine "Vento!", con gli arcieri che tiravano anche coi piedi, ricoprendo il cielo e l'obiettivo di milioni di frecce. Dai soldati di terracotta della tomba di Qin Shihuang, si vede che ogni arciere portava generalmente due faretre con 100 frecce ciascuna. Un combattimento classico con l' arco fu quello fra le truppe della dinastia cinese Han e gli Unni, in cui 5000 arcieri Han resistettero con successo all'attacco di 80mila Unni, trafiggendo quasi 10mila cavalieri nemici.
Se i soldati di Alessandro il Macedone e Qin Shihuang si scontrassero, chi vincerebbe? Proviamo a fare un'ipotesi: Alessandro ha superato l'Hindu Kush, attraversato i deserti e sconfitto le minoranze nomadi, raggiungendo la zona centrale della Cina, sede dello stato di Qin: la guerra!
Per l'enorme vantaggio della distanza, prima di avvicinarsi ai nemici i soldati cinesi Qin hanno gi molto danneggiato le falangi macedoni con le loro frecce, ma a distanza ravvicinata, nella lotta con le armi bianche il vantaggio macedone delle spade in ferro contro quelle di bronzo della parte cinese emergerebbe subito, a danno nostro.
Analizziamo ora la struttura delle truppe: le compatte falangi macedoni sono possenti, spostandosi come una fortezza irta di lance, tuttavia gli antichi cinesi non combattevano quasi mai faccia a faccia, quindi avrebbero evitato l'impatto diretto con il corpo della falange, attaccandone i fianchi, il suo tallone di Achille.
I vantaggi pi notevoli dei macedoni sono la forza d'urto del corpo della falange e l'ala destra costituita da cavalieri con armatura pesante, mentre i punti forti dei cinesi sono il corpo degli arcieri e le due ali di bighe e arcieri a cavallo: in caso di battaglia, sotto la pioggia di frecce cinesi, i cavalieri macedoni con armatura pesante e leggera delle ali verrebbero subito fatti fuori, perch i cinesi avrebbero prima colpito i cavalli, lasciandoli a piedi.
Se i macedoni riuscissero a resistere alle frecce cinesi, in una battaglia ravvicinata la formazione Qin sarebbe sconfitta dalla forza d'urto della falange, viste anche le migliori corazze e le armi in ferro degli avversari, anche se c' da considerare che la parte cinese non si sarebbe di sicuro lasciata intrappolare in un confronto diretto, utilizzando invece una tattica di attacco flessibile. Inoltre le armi di bronzo cinesi erano in realt molto valide, con una durezza dell'80%. Se la falange fosse assediata dagli arcieri a cavallo e dalle bighe con gli arcieri cinesi, la situazione precipitebbe, perch nonostante enormi quantit di frecce vengano utilizzate per eliminare i cavalieri nemici, per il gran numero di frecce portate, molte sarebbero ancora disponibili per colpire la fanteria. In caso di attacco ai fianchi della falange, per via delle loro lunghe lance, i soldati macedoni non potrebbero girarsi n muoversi orizzontalmente con facilit, diventando bersagli vivi.
Se le due parti possedessero 30mila soldati, i macedoni avrebbero il sopravvento perch la superiorit degli archi cinesi non potrebbe essere valorizzata, ma se i cinesi ne avessero 100-200mila contro 30 mila macedoni, potrebbero vincere.
Un altro elemento che non dobbiamo dimenticare che se Alessandro fosse penetrato in Cina, avrebbe dovuto affrontare non solo l'esercito Qin, ma anche le forze degli altri stati feudali, con una miriade di battaglie, finendo annientato, secondo il verso di una poesia cinese: difficile tornare da una guerra condotta a lunga distanza. Quindi anche Alessandro, che considerava "tutto il mondo la propria patria", o raggiungeva un accordo di pace con i cinesi o avrebbe fatto una brutta fine. |