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    Le Antiche Favole Cinesi
    (GMT+08:00) 2004-07-22 16:18:22    
    Il carattere dei cinesi, le Cento scuole e Confucio
    Li Baoyue

    cri

    Il carattere dei cinesi presenta forti differenze rispetto a quello degli occidentali.

    I cinesi sono silenziosi e cercano di trattare sia le persone che le situazioni in modo appropriato, senza esagerare. Gli occidentali al contrario sono estremisti. Per esempio quando si discute un problema, se emergono divergenze, i cinesi cercano sempre di trovare una soluzione intermedia per soddisfare le varie parti. Invece gli occidentali persistono nel loro punto di vista, senza scendere a compromessi, cercando sempre di stabilire chi è giusto e chi è sbagliato.

    Il perchè di questo fenomeno è collegato all'amore per il giusto mezzo e l'equilibrio, imprescindibile dalla cultura tradizionale cinese. E' stato il Confucianesimo a influenzare enormemente la cultura tradizionale cinese con la sua teoria del "giusto mezzo".

    Confucio, che in cinese suona Kongzi, ossia Maestro Kong, si chiamava in realtà Kong Qiu. In cinese antico "zi" era un titolo di rispetto, ossia "maestro". Confucio nacque nel 551 a.C. nello Stato di Lu, ossia l'odierna provincia dello Shandong, e morì nel 479. Secondo la leggenda, ebbe 3000 discepoli, 72 dei quali eccellenti, che guidò in peregrinazioni in vari paesi per 14 anni.

    La società in cui Confucio si trovò a vivere era instabile e la sua epoca piena di cambiamenti. Nel 546 a.C., ossia cinque anni dopo la nascita di Confucio, gli Stati di Jin e di Chu tennero trattative nello Stato di Song, in seguito le guerre fra i diversi signori locali si ridussero, tuttavia all'interno dei singoli paesi, in particolare dei maggiori, i conflitti fra le fazioni politiche e i clan familiari aumentarono. Come fondatore della scuola confuciana, anche se nutriva ambizioni molto grandi in campo politico e voleva dare contributi al paese, Confucio non ottenne alcun risultato. Tuttavia come pensatore ed educatore, la sua influenza sulla Cina fu enorme.

    Anche se il nucleo del Confucianesimo è il "giusto mezzo", Confucio non era affatto passivo. A partire dai 20 anni volle impegnarsi in politica, interessandosi molto agli avvenimenti del tempo, riflettendo sui metodi per governare un paese ed avanzando spesso nuove opinioni, per cui a 30 era già famoso. Inoltre, come educatore, personalmente Confucio amava moltissimo studiare. A 63 anni così si descrisse: "Quando studio, dimentico di mangiare, lo studio per me è una gioia e mi fa scordare le tristezze e anche l' età!". Egli fece l'affermazione mentre peregrinava già da nove anni, aveva superato molte difficoltà e persino rischiato la vita. Confucio fu molto famoso per il suo amore per il sapere, al punto da essere considerato un "saggio" che sa tutto. Egli non aveva un insegnante fisso, ma considerava maestro chi possedeva nozioni che lui non aveva, da cui la famosa affermazione: "Fra tre persone di passaggio, c'è sicuramente il mio maestro"

    A parte il Confucianesimo creato da Confucio e sviluppato da Mencio, Xunzi e altri maestri, dopo la caduta dell'ultima dinastia schiavista Zhou, la storia cinese è entrata nel periodo delle Primavere e Autunni e dei Regni combattenti, con infinite lotte fra i diversi signori, durato fino alla fondazione della prima dinastia feudale che unificò la Cina, ossia la dinastia Qin. In questo periodo spuntarono diverse scuole di pensiero, originando il fenomeno delle "Cento scuole contendono, cento fiori sbocciano".

    Gli Stati Combattenti rappresentano un periodo di innovazione molto importante nella storia cinese: con il declino degli imperatori della dinastia Zhou, il sistema dei riti e della musica venne meno, quindi gli esponenti delle diverse scuole cominciarono a discutere, avanzando nuove idee e illustrando i loro punti di vista politici, da cui la nascita del fenomeno delle cento scuole. Naturalmente si tratta di un modo di dire per indicare una certa quantità. All'inizio della dinastia Han occidentale, il letterato Sima Tan riunì nelle "cento scuole" la scuola dello Yin e Yang, il Confucianesimo, il Moismo, la scuola dei Dialettici, la scuola legista e il Taoismo; alla fine della dinastia, il letterato Liu Xin aggiunse le scuole degli Agronomi, dei Politici, degli Eclettici e dei Novellieri. Le diverse scuole discussero partendo dai propri punti di partenza la natura, la società, la vita, la politica, la teoria, ecc.

    Dal punto di vista letterario, a parte queste scuole, anche Qu Yuan dello Stato di Chu occupa una posizione molto importante in questo periodo. Egli fu uno dei maggiori letterati della storia cinese: mentre il paese stava per essere sottomesso, fu punito senza ragione, e pieno di tristezza e ira, compose molte poesie per esprimere il suo stato d'animo e le sue idee politiche, dimostrando una nobile personalità. Le sue opere "Li Sao", ossia "Incontro al dolore" rappresentano un altro culmine della poesia cinese dopo "Il libro delle odi".

    Il fondatore del Moismo fu Mozi, dello Stato di Song. Nato in una famiglia molto povera, visse una vita semplice ed anche i suoi discepoli furono piuttosto disciplinati. Egli patrocinava la concezione di "non attaccare", utilizzando le proprie tecniche per aiutare i paesi deboli a costruire fortificazioni e arrivò persino a partecipare ai combattimenti di difesa.

    Il "Mozi" è il titolo di una raccolta di testi del Moismo che ne riuniscono il pensiero nucleare. In campo politico, il Moismo propone la nomina di talenti ai gradi superiori, il rifiuto dell'attacco, l'amore universale e una società paritaria, mentre in filosofia ha uno spiccato orientamento religioso, originando in seguito un sistema di logica, il primo in Cina.

    Il fondatore della scuola legista Hanfei compilò il classico "Hanfeizi", in cui sostiene il governo secondo la legge. E' necessario diffondere le leggi fra il popolo, che deve seguirle rigorosamente, come pure i nobili, sottolineando l'importanza della repressione e della punizione delle rivolte popolari. Promuove anche la riforma e la costituzione di monarchie assolute e stati centralizzati, un' ideologia adottata in seguito dall'imperatore Qin Shihuang.

    Nel periodo degli Stati combattenti, i Legisti sostennero il governo basato sulla legge, impegnandosi nell' elevare la forza militare e l'efficienza amministrativa e nel rafforzare le funzioni del governo, così da ottenere la vittoria nelle guerre contro gli altri paesi. L'idea di un' economia e politica forti collegate alla politica di potenza era molto funzionale nella situazione del tempo, quindi la scuola legista fu particolarmente considerata dai signori dell'epoca.

    Quanto al Taoismo, Laozi, il fondatore, compilò il "Libro della via e della virtù". Il suo sistema filosofico ha come nucleo il "Tao", cioè la via, e ritiene che la "via" sia l'essenza dell'universo, mentre dal nulla nascono le diecimila cose. Zhuangzi sviluppò il pensiero di Laozi, ritenendo che tutte le cose siano solo dimostrazioni della "via", quindi la loro esistenza è relativa, da cui l'unificazione fra oggetto e soggetto, giusto e sbagliato e vita e morte, tutte diverse espressioni della "via". Zhuangzi trasformò la dialettica di Laozi in relativismo, considerando il corpo e le gioie del mondo inutili, cercando la libertà assoluta spirituale e negando la necessità e la possibilità della conoscenza, creando una forma di agnosticismo.

    Inoltre, per le continue guerre, il periodo degli Stati Combattenti vide un forte sviluppo della teoria militare, formando una scuola, chiamata la scuola militare, rappresentata da Sun Wu e Sima Rangju del periodo delle Primavere e Autunni, e da Sun Bing degli Stati combattenti. Tutti costoro compirono richerche sulla lotta con le armi bianche, considerando gli aspetti favorevoli e sfavorevoli delle guerre, estrapolando strategie e tattiche, e analizzando le relazioni fra le guerre e l'economia e la politica di un paese e gli elementi che influenzano vittorie e sconfitte.

    I maestri della scuola hanno compiuto molte ricerche sulla teoria e sulle regole della guerra, ma erano contrari alla guerra, ritenendo che anche se può portare dei vantaggi, arreca contemporaneamente tragedie al popolo e allo Stato, da cui la concezione che la vittoria senza ricorrere ai conflitti sia la cosa migliore: "Sconfiggere gli eserciti senza combattimento, questa è la cosa migliore", secondo una famosa affermazione della scuola.

    Sviluppato e rafforzato il paese grazie al sistema legislativo, all'inizio l'imperatore Qin Shihuang tollerava tutte le scuole, ma una volta realizzato che la scuola legista poteva por fine alle vecchie divisioni locali, cominciò a odiare il Confucianesimo perché inutile alla sua dittatura. Nel 213 a.C. adottò del tutto il governo secondo la legge, così il pensiero della scuola legista diventò l'ideologia di regime. Nel contempo applicò una politica estremista, bruciando i libri e seppellendo vivi i letterati confuciani. In particolare, a parte le registrazioni storiche di Qin, e i libri di medicina, divinazione e silvicoltura, tutti gli altri vennero proibiti e incendiati. Dopo l'applicazione di questa politica, la dinastia Qin intensificò il controllo ideologico sulla popolazione.

    Dopo la fine della dinastia, questa situazione cambiò, registrando però un altro estremo. All'apice della dinastia Han, al tempo dell'imperatore Han Wudi, il paese aveva bisogno di un completo sistema filosofico, quindi l'erudito più famoso del tempo Dong Zhongshu consigliò di eliminare le cento scuole e rispettare esclusivamente il Confucianesimo, ritenendo che le "Primavere e autunni" di Confucio parlassero proprio di unificazione, rappresentando il massimo della saggezza sin dall'antichità. Al tempo invece i vari studiosi portavano avanti le loro idee, creando confusione, così i governanti non erano in grado di promuovere completamente l'unificazione e dal canto suo il popolo non sapeva che ordine seguire. Occorreva allora eliminare tutte le scuole scorrette, mantenendo solo il Confucianesimo, così il popolo poteva disporre di un chiaro regolamento da seguire. Dopo l'adozione della proposta di Dong Zhongshu, il Confucianesimo iniziò così a dominare la cultura cinese, mantenendo la sua posizione per più di 2000 anni. All'inizio, la politica di rispettare esclusivamente il Confucianesimo svolse un ruolo molto importante per unificare l' ideologia e stabilizzare il quadro statale, diventando tuttavia in seguito un' importante componente del regime feudale.

    In conclusione, possiamo dire che il periodo delle Cento scuole è stato molto importante nella storia del pensiero cinese, e vale la pena di essere studiato anche dalle attuali generazioni.