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    Le Antiche Favole Cinesi
    (GMT+08:00) 2004-04-15 09:49:18    
    Le arti marziali cinesi

    cri
    Li Baoyue

    Normalmente si pensa che le arti marziali siano delle tecniche di lotta molto misteriose, in cui i maestri riescono a respingere i nemici in un istante. Ma le tecniche del Tai Ji, un tipo di arte marziale praticata particolarmente dagli anziani, con movimenti lenti e una forza molto inferiore a quella dei giovani, e del Qi Gong, esteriormente del tutto privo di movimenti, come possono permettere di colpire e vincere l'avversario? La risposta è che le arti marziali non sono quello che normalmente si immagina, infatti l' obiettivo finale non è la lotta. In cinese le arti marziali sono chiamate "Wu Shu", in cui "Wu" significa forza e "Shu" arte, quindi "Wushu" significa "arte dell'uso della forza". Questo punto esprime la filosofia tradizionale cinese e lo stato d'animo ambito dagli antichi cinesi, ossia "Re all'esterno e saggi all'interno", il che significa che una persona per gli altri dev'essere forte sia fisicamente sia psicologicamente, mentre la forza dello spirito è comunque più importante. Personalmente, deve ricercare sempre di elevare il suo "livello spirituale", cioè di purificare la mente e il cuore. Tra i diversi metodi per raggiungere questo obiettivo non ci sono differenze, e le arti marziali sono solo uno dei tanti. A differenza delle stelle della box o di altri sport violenti, i maestri di questa "arte" cinese sono generalmente di ottimo carattere, e per loro le occasioni di utilizzare la loro forza mortale sono pochissime, magari nessuna in tutta la vita. Attraverso gli esercizi marziali, intendono rafforzare il fisico ed elevare lo spirito e non semplicemente attaccare l'avversario.

    Se l'obiettivo delle arti marziali è elevarsi, senza grandi differenze con gli altri metodi, perché si sceglie un metodo così pericoloso e violento?

    La risposta è che vedendo gli anziani cinesi praticare il Tai Ji, non vi si trova affatto violenza... Certamente lo sviluppo delle arti marziali in Cina ha una lunghissima storia: all'inizio era solo un tipo di violenza o una tecnica di combattimento, ma dopo un'evoluzione plurimillennaria, la violenza occupa una parte sempre più ridotta.

    Quanto alla storia dello sviluppo delle arti marziali, queste sono germogliate nella società primitiva: secondo le scoperte archeologiche, le prime tracce della presenza dell'uomo primitivo in Cina risalgono a 1,7 milioni di anni fa. Allora le belve minacciavano spesso la vita degli esseri umani ancora molto deboli, e nel processo della lotta con gli animali per ottenere spazio di sopravvivenza e nutrirsi, questi hanno appreso ad usare coltelli, asce o lance di pietra, e movimenti per sfuggire all'attacco delle fiere. Queste esperienze di lotta con gli animali formarono l'arte marziale primitiva, mentre i semplici strumenti si sono evoluti in certe armi, il cui uso ha dato origine alle tecniche posteriori di lotta armata. Così sono nate le arti marziali cinesi.

    Nel 21° secolo a.C. nacque la prima dinastia schiavista cinese, ossia la dinastia Xia, ponendo fine della storia della società tribale. Durante la dinastia Shang, i Zhou occidentali, i periodi delle Primavere e Autunni e dei Regni combattenti, i semplici movimenti si sono evoluti in tecniche di lotta armata. A parte l'utilizzo nelle guerre, queste si diffusero anche ampliamente nella società in tempo di pace. Al tempo dei Zhou occidentali, quando non c'erano guerre, i soldati tornavano a casa a lavorare nei campi, e nei periodi liberi dai lavori agricoli si esercitavano in vista della guerra. Le arti marziali hanno così a poco a poco originato un proprio sistema.

    Quando la Cina entrò nella società feudale, le arti marziali cominciarono a svilupparsi molto velocemente. Nel 221 a.C. l'imperatore Qin Shihuang unificò la Cina. Dopo la guerra fra Chu e Han, Han unificò di nuovo il paese. Seguirono poi lunghi periodi di guerre, fino a quando la dinastia Tang nel 7° secolo impose una pace duratura. Per le necessità belliche, l'autodifesa personale e la protezione delle terre, le arti marziali si diffusero anche fra la popolazione. Inoltre le contraddizioni e lotte fra le diverse zone e le ricerche sulle diverse armi hanno promosso lo sviluppo della varietà delle arti marziali. Dopo le guerre, a parte il loro valore pratico, queste erano apprezzate anche come svago, da cui la nascita delle arti marziali con uno stile di danza, come la danza delle spade e la danza armata. I governanti feudali tennero in gran conto il ruolo dei campioni di arti marziali per lo sviluppo del paese. La dinastia Tang applicava infatti gli esami culturali per selezionare i sapienti, e nel contempo istituì esami militari per i campioni di arti marziali, promuovendone lo sviluppo.

    La dinastia Song vide un grande sviluppo delle arti marziali popolari nella forma di organizzazioni sociali, che col presupposto di armi di difesa e di sicuri regolamenti, effettuavano anche competizioni di bravura tecnica, sviluppandone il ruolo non pratico e arricchendole di contenuti diversi.

    Al tempo della dinastia Song la polvere da sparo ha iniziato ad essere utilizzata in guerra, con la comparsa di armi da fuoco semplici. Tuttavia prevalsero ancora per un lungo periodo le armi tradizionali e le arti marziali volte alla guerra continuarono a svilupparsi. La corte applicò allora esami e regolamenti per standardizzarle, il che ha promosso la standardizzazione e il miglioramento del loro sistema di gestione. Nel frattempo, le arti marziali popolari si emancipavano dal loro obiettivo originale, ossia l' attacco e la difesa in combattimento, con la comparsa di due tendenze, per la guerra e per lo spettacolo. Nacquero così dei veri e propri sistemi di lotta ed esibizione, ad esempio la boxe cinese ha sviluppato "18 tecniche" di attacco, sistematiche e di difesa, portando le arti marziali alla maturità.

    Con la dinastia Qing, le armi da fuoco sono diventate le protagoniste delle guerre, mentre le armi bianche e le arti marziali si sono ritirate dalla scena storica. Di conseguenza la società è diventata lo spazio più importante per lo sviluppo delle arti marziali, la cui funzione di combattimento venne sempre più ignorata, in favore delle valenze filosofica e della salute. Nel 19° secolo sono nate tecniche come il Tai Ji, Ba Gua e Wu Xing, che sottolineano la filosofia e la funzione salutare, in questo modo le arti marziali sono diventate sempre più uno sport, anzi lo sport popolare più praticato in Cina. Dopo la rivoluzione Xinhai del 1911, molti eminenti personaggi proposero di fortificare il fisico individuale e l'intera nazione con la pratica delle arti marziali. Allora nacquero molte società come la Società sportiva marziale di Shanghai, l'Associazione dei maestri di arti marziali di Tianjin, la Società per la ricerca sportiva di Pechino e altre società popolari nelle maggiori città. Con l'introduzione del sistema di educazione sportiva occidentale, vennero organizzate competizioni di diverso livello, integrando le arti marziali con varie nozioni sportive e trasformando le ricerche in merito in una scienza. Nel 1923 si tennero a Shanghai i primi campionati nazionali di arti marziali. Successivamente, queste sono diventate una disciplina delle gare sportive di tutta la Cina, portando questo sport tradizionale sulla scena dello sport moderno. Dopo la fondazione della Nuova Cina nel 1949, al fine di sviluppare la cultura tradizionale cinese, i diversi stili sono stati categorizzati, introducendo le arti marziali fra le discipline di tutte le gare nazionali.

    Quanto ai rapporti fra arti marziali e gli altri aspetti della cultura cinese, a parte le danze delle spade e militare in auge nella dinastia Tang, in realtà già 3000 anni fa le arti marziali si sono integrate con la danza, e la danza delle spade, la danza del leone, la danza del drago esprimono tutte i frutti della fusione fra le arti marziali e gli altri tipi di arte tradizionale. A parte l'aspetto artistico, le arti marziali e la filosofia e la letteratura si sono influenzate reciprocamente. A partire dalle dinastie Ming e Qing, diverse scuole considerarono la filosofia cinese come la loro base teorica, così da arricchire il contenuto interno. La concezione del Tai Ji proviene in realtà dall' "Yi Jing" , il Classico dei Mutamenti. Inoltre sono nati via via romanzi di cappa e spada, in proposito attualmente i più apprezzati in Cina sono quelli di Jin Yong, uno straordinario scrittore di Hong Kong.

    Tuttavia molti, soprattutto in occidente, conoscono le arti marziali cinesi soprattutto tramite i film di Kong Fu. Infatti dopo l'ingresso del cinema in Cina, i cinesi hanno prodotto una mole enorme di film sul tema delle arti marziali, che sono sempre molto apprezzati sia in Cina che all'estero. Tra gli attori di Hollywood compaiono spesso visi orientali, come Jet Li, Jacky Chen o ancora prima Bruce Li, famosi non per i loro visi gialli, ma per il loro straordinario talento nel Kong Fu. In particolare Bruce Li è stato un maestro di quest' arte e ha persino creato una sua scuola. Naturalmente i film sono solo film e non realtà, e personaggi come Neo di "Matrix" che possano volare nel vuoto e distruggere un muro, muovendosi molto più velocemente delle persone normali, non esistono affatto, sono pura fantasia, altrimenti la Cina non avrebbe più bisogno di mandare atleti ai Giochi Olimpici, ma solo maestri di arti marziali, che con loro Kong Fu potrebbero accaparrarsi tutte le medaglie d'oro!

    A proposito dei Giochi Olimpici, la Cina si sta impegnando nella candidatura a disciplina olimpica delle arti marziali. Infatti altre tecniche di lotta come il Taekwondo coreano e il karate giapponese sono già diventate discipline olimpiche. È un peccato che le arti marziali cinesi non siano ancora entrate nei Giochi Olimpici. Tuttavia i Giochi di Pechino del 2008 costituiranno una preziosa occasione per il loro ingresso nel mondo olimpico. Le arti maziali, come uno sport originato in Cina, sono anche un tesoro del mondo intero, quindi potranno arricchire i Giochi Olimpici, permettendo una migliore comprensione e amore da parte del pubblico di questa antica arte e della cultura cinese.