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    Le Antiche Favole Cinesi
    (GMT+08:00) 2004-01-06 18:52:53    
    Il teatro delle ombre

    cri

    Gabriella Bonino

    Le ombre cinesi costituiscono un interessante amalgama di arti plastiche ed opera, anzi un antesignano dell'opera stessa, avendo origine dalle cerimonie magico-religiose dell'antichita' e traendo spunto dalla vita quotidiana. Secondo Qi Rushan, autore delle "Cento opere della capitale" il teatro delle ombre avrebbe avuto origine a Xian, perche' e' stata un'antica capitale. Varie forme di arte sono nate nello Shaanxi, fra cui le ombre. Secondo una dizione popolare, il teatro delle ombre risalirebbe all'epoca Han (2000 anni fa), e avrebbe raggiunto lo splendore in epoca Tang ( 1200 anni fa). Secondo una leggenda, la moglie dell'imperatore Han Wudi, chiamata Li, era morta ed il sovrano non riusciva a riprendersi dal dolore. Una notte, gli parve di vedere dietro un tenda l'immagine dell'amata mentre cantava e danzava, da cui ebbe l'idea che fosse tornata in vita. In realta' era una danzatrice che aveva indossato gli abiti della defunta. Di qui sarebbe nato il teatro delle ombre.

    Il triangolo compreso fra le province dello Shaanxi, Shanxi e la parte ovest dello Henan costituisce la vera terra natale delle ombre cinesi. L'alto livello di civilta' locale produsse splendidi dipinti murali, tuttavia i disordini collegati alla caduta della dinastia Tang e all'inizio delle Cinque Dinastie portarono molti artisti a trovare riparo nelle campagne e a distrarsi ritagliando figurine su pelle ovina e bovina. Nelle epoche Liao e Jin (10-11 secolo) molti artigiani dei Song meridionali si rifugiarono a loro volta qui. La dinastia dei Song del Sud aveva originato una societa' florida e raffinata: "I ricordi di sogno della capitale orientale" annotano ben sette titoli di teatro delle ombre. Quando gli artigiani erano sottoposti alla coscrizione obbligatoria e diventavano soldati, non dimenticavano di portare con se' le figurine delle ombre, come il personaggio di Guifu del film "Vivere" di Zhang Yimou. Il teatro delle ombre ebbe molto successo fra le truppe della dinastia mongola Yuan (13 secolo), che portarono le figurine di pelle di pecora al loro seguito fino al Golfo Persico e in Europa. I Polacchi dicono infatti che il loro teatro delle ombre e' stato introdotto dalla Cina.

    Gli artisti delle pitture murali non avrebbero forse mai immaginato che le figurine di pelle di pecora che avevano realizzato per piacere si sarebbero trasformate in una raffinata forma d'arte. Molti affreschi infatti furono rovinati dal tempo o dalle guerre, oppure trafugati, mentre le figurine intagliate rimangono a testimonianza della civilta' del passato.

    Quanto al materiale per realizzare le figurine, dipende dalle varie zone. Nelle province dello Shanxi e Shaanxi si utilizza pelle di bue giallo, nella provincia del Henan pelle di bufalo e a Pechino la pelle d'asino. La scelta di quest'ultima e' dovuta alla sua elasticita', che permette molta liberta' nell'interpretazione.

    Il teatro delle ombre di Pechino e' indissolubilmente legato agli spettacoli nelle residenze private. In origine la capitale possedeva due scuole di teatro delle ombre: l'una, detta orientale, operava con figurine di pelle d'asino della citta' di Tangshan in base ad un testo scritto. La scuola occidentale proveniva da Zhuozhou, detta la piccola Pechino, privilegiava l'improvvisazione e quindi non possedeva testi scritti. Durante la prima meta' del secolo scorso, le due scuole possedevano ognuna un teatro apposito nella capitale, la scuola occidentale al quarto arco ovest e quella orientale al quarto arco est.

    Verso la meta' dell'ottocento, la corte imperiale introdusse il teatro delle ombre per una ragione molto semplice: le giovani principesse non potevano stare in presenza di attori maschi, quindi, a meno di invitare una compagnia di sole attrici, non c'era altra scelta che il teatro delle ombre. Spesso i giovani principi della corte si univano allo spettacolo cantando qualche aria dell'Opera di Pechino. Essi se ne stavano sul retro insieme agli artisti che manovravano le figurine: in caso di arie da cantarsi a cavallo, comparivano figurine molto rassomiglianti all'animale che si esibivano nei suoi movimenti, a differenza dell'Opera di Pechino, in cui il cavallo e' sostituito da un simbolo, la frusta. In seguito il teatro delle ombre della capitale fu sempre piu' influenzato dall'Opera, arrivando ad utilizzare a sua volta le fruste al posto delle figurine dei cavalli ed armonizzando i ritmi con quelli dell'Opera.

    L'ultimo spettacolo di ombre cinesi tenuto a Pechino in una residenza privata risale all'anno 1957. Lu Lianda, in seguito vice direttore della Compagnia del teatro delle ombre di Pechino, ricorda di aver visto da bambino l'ultimo spettacolo della compagnia Deshun, antesignana della sua compagnia. Lo spettacolo si tenne a casa del pittore Qi Baishi, per festeggiarne il compleanno. Il pittore tratto' di persona al telefono la serata, contrattando cosi' il prezzo: ottanta ? Troppo caro. Sono un pittore, non ho soldi. Facciamo sessanta?

    Il teatro delle ombre venne proibito per tre volte nella storia cinese: la prima fu fra la fine della dinastia Ming e l'inizio della dinastia Qing. Infatti nelle province dello Shanxi e Shaanxi era scoppiata la ribellione del Loto Bianco ed era nata la diceria popolare che le figurine delle ombre si trasformassero in soldati e generali per combattere i Mancesi e ripristinare la dinastia Ming. L'imperatore Jiaqing bollo' quindi gli artisti del teatro delle ombre come "bastardi che reggono la lampada", e proibi' in cinque editti il teatro, condannando a morte gli artisti. Tuttavia l'arte venne conservata amorevolmente fra la popolazione. Il secondo periodo difficile coincise con l'aggressione giapponese alla Cina, durante la quale gli artisti persero i teatri ed a volte la vita, mentre le figurine vennero spesso trafugate dagli stranieri. Negli anni cinquanta, a Pechino, della scuola occidentale, era attiva solo la famiglia Lu, della compagnia Deshun, che contava su ben cinque figli, oltre al vecchio Lu, quindi in sei riuscivano a rappresentare uno spettacolo. Negli anni cinquanta venne introdotta l'elettricita', quindi l'elettricista entro' nella compagnia. Infine, durante la rivoluzione culturale, il teatro delle ombre venne rigorosamente proibito.

    Un vero spettacolo di ombre cinesi si deve tenere la sera. Una volta aperto il sipario, si accende la luce, elettrica o di una lampada, iniziano la musica, con strumenti come il Banghu, i gong e la tromba, ed il canto, mentre le figurine compaiono in scena. In passato gli artisti che muovevano le figurine non sapevano realizzarle, e queste provenivano per lo piu' da Tangshan e da Zhuozhou.

    Ora pochi rimangono gli artigiani in grado di ritagliare figurine, fra cui Lu Lianda, di Pechino, che dopo essere andato inpensione, nel tempo libero ha realizzato molti capolavori. Negli ultimi anni, le ombre cinesi sono passate dalla forma del teatro a pura arte plastica, in cui le figurine vengono per lo piu' collezionate. Infrangendo la tradizione che gli artigiani dovevano essere solo maschi, la signora Zhao Cuilian, di Houma, nello Shanxi, ha setacciato le campagne per raccogliere figurine e poi si e' messa da sola a realizzarne di nuove, diventando, ironia della sorte, l'unica artista della provincia ancora attiva nel settore. Nella provincia dello Shaanxi, il famoso artista Gu Jiawa istrui' nell'arte Li Jizhu, che creo' figurine di cartone per poi venderle per strada. Sulla base dei suoi ricordi, Li ha anche disegnato piu' di mille figurine il cui originale e' andato perduto. Il suo allievo Chen Cengli si distingue invece per gli spettacoli che realizza da solo nelle campagne in occasione delle feste: con accanto un registratore che diffonde le voci dei suoi maestri, egli fa muovere le figurine, dando gioia a se' e al pubblico incantato.