​La ricerca sull’origine del coronavirus non dovrà mai piegare la testa davanti alle ingerenze della politica

2021-07-22 22:45:12
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Recentemente l'OMS ha pubblicato il piano per la seconda fase dell’indagine sull'origine del nuovo coronavirus, indicando come uno dei punti chiave della ricerca l'ipotesi secondo cui "la Cina avrebbe violato le procedure di laboratorio provocando la fuoriuscita del virus". Questo non corrisponde però alla conclusione del rapporto della parte cinese sulla tracciabilità dell'origine del nuovo coronavirus rilasciato alla fine dello scorso marzo dall'OMS. In quel momento, secondo il rapporto, era ritenuto "estremamente impossibile che il virus possa essere uscito dal laboratorio".

Il 22 luglio le autorità cinesi hanno convocato una conferenza stampa per illustrare alla comunità internazionale la situazione della tracciabilità dell'origine del nuovo coronavirus in Cina, durante la quale i funzionari pertinenti hanno citato dati dettagliati e casi concreti, replicando alle bugie inventate dall'Occidente sul laboratorio di Wuhan, e affermando esplicitamente che la Cina non può accettare un piano per risalire all'origine del virus che non rispetta il senso comune e viola la scienza.

I fatti sono le migliori prove. Fino ad oggi, nessuno degli impiegati e degli studenti dell'Istituto di virologia di Wuhan è stato contagiato dal coronavirus. L’Istituto non ha mai condotto ricerche finalizzate a potenziare le capacità del coronavirus, per non parlare della creazione di virus in laboratorio. Come si può quindi sostenere che una presunta “violazione delle procedure di laboratorio ha causato la fuoriuscita del virus”? Ovviamente, le suddette affermazioni contenute nel piano dell’Oms per la seconda fase delle ricerche per risalire all’origine del coronavirus sono completamente irragionevoli, rivelando che il lavoro di ricerca scientifica inerente è stato oggetto di ingerenze politiche.

La cosa che è più importante è che il team di esperti dell’Oms si è recato in Cina due volte, durante le quali ha condotto ispezioni presso l’Istituto di virologia di Wuhan. Come già affermato dai funzionari cinesi durante la conferenza stampa, la Cina ha soddisfatto pienamente i requisiti per la visita degli esperti dell’Oms e ha permesso loro di visitare tutti gli istituti in cui siano voluti andare e di incontrare qualunque persona abbiano voluto incontrare. Su queste basi, il team di esperti ha infine concluso che è estremamente improbabile che il coronavirus sia fuoriuscito da un laboratorio cinese. Questo risultato è in grado di superare qualsiasi test, da parte della scienza così come della storia.

Attualmente in seno al mondo accademico internazionale vi è già ampio consenso circa la “assenza di un legame tra il nuovo coronavirus e il laboratorio di Wuhan”. Il 5 luglio 24 famosi esperti internazionali hanno pubblicato nuovamente un articolo sulla rivista “Lancet”, sostenendo che finora nessuna prova scientifica supporta la teoria della fuoriuscita del coronavirus dal laboratorio cinese. Il 7 luglio alcuni scienziati statunitensi, britannici e australiani hanno pubblicato su Zenodo, la piattaforma europea per la condivisione dei dati scientifici, la versione prima della stampa di un articolo, ricordando che: “Nessuna prova dimostra che il coronavirus sia fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan”, “nessuna prova dimostra che uno qualsiasi dei casi di Covid verificatisi all’inizio del focolaio di Wuhan abbia delle relazioni con l’Istituto di virologia di Wuhan” e “nessuna prova dimostra che prima della pandemia globale, l’Istituto di virologia di Wuhan abbia posseduto o studiato l’antenato del nuovo coronavirus”.

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