Le mani sporche di alcuni politici occidentali non insozzeranno il bianco candido del cotone del Xinjiang

2021-03-26 22:47:42
Comment
Share
Share this with Close
Messenger Messenger Pinterest LinkedIn

Il 26 marzo, il ministero degli esteri cinese ha annunciato l’adozione di sanzioni nei confronti di 9 individui e 4 entità della Gran Bretagna che hanno diffuso in cattiva fede bugie e informazioni false. Si tratta di contromisure miranti alla Gran Bretagna per le sue precedenti sanzioni ai danni di individui ed entità cinesi, decise con il pretesto della questione dei diritti umani nel Xinjiang. In questo modo la Cina ha voluto inviare un chiaro segnale al mondo: essa non tollererà alcun atto malevolo volto a diffamare lo sviluppo del Xinjiang e ad interferire nei suoi affari interni.

Recentemente, alcune forze anti-cinesi hanno agito insieme per stigmatizzare in modo folle la situazione dello sviluppo dei diritti umani nel Xinjiang. La carta principale giocata da loro è quella della calunnia dei cosiddetti “lavori forzati” nel settore della coltivazione del cotone.

In realtà queste persone non sono riuscite a mettere sulla testa dei cinesi il “cappello” del “lavoro forzato”. Secondo quanto indicato sulla carta dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, si esercita del “lavoro forzato” quando si minaccia o si costringe qualcuno a compiere lavori o servizi contrariamente alla sua volontà. Tuttavia, nel territorio del Xinjiang non esistono affatto casi del genere.

Secondo gli ultimi dati resi pubblici dal dipartimento agricolo della regione autonoma, il tasso di raccolta meccanica del cotone su tutto il suo territorio ha raggiunto il 69,83%; in questa cifra quello nel nord del Xinjiang ha toccato persino il 95%. In questi giorni gli internauti locali hanno pubblicato diverse foto e filmati sulla raccolta del cotone da cui è facile vedere che i macchinari impiegati lavorano con un alto livello di efficienza mentre sui campi ci sono poche persone.

Inoltre, nella regione autonoma la raccolta del cotone è un’attività che può portare ricchezza agli abitanti del luogo e persino molti cinesi di altre province si sono recati nel Xinjiang per lavorare e guadagnare. Dunque qual è il bisogno di creare “lavoro forzato”? Secondo quanto presentato da un funzionario locale, in tutta la regione i coltivatori e i lavoratori per la raccolta del cotone firmano volontariamente dei contratti di lavoro sulla base dell’uguaglianza. In generale e nei quasi 50 giorni della stagione di raccolta, ogni lavoratore può guadagnare più di 10 mila yuan. Se in un breve periodo è possibile guadagnare questi soldi, perché mai le persone dovrebbero aver voglia di rinunciare a questo lavoro?

Related stories

Condividi

Articoli più letti

00:00:44
Il fantastico mondo 3D creato da un ragazzo di campagna
00:00:38
Artigianato dell’inserto vegetale
00:00:43
Fujian: la rivitalizzazione dell'industria rurale creata da tè e gastronomia tipica
00:00:45
Yudu, la moda internazionale nella vecchia base d’appoggio alla rivoluzione
Pioggia per il grano
00:02:29
Pioggia per il grano nei reperti archeologici cinesi