【In altre parole】100 anni di conquiste: le chiavi del successo del Partito Comunista Cinese

2020-10-10 15:42:37
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La Cina non è un paese ordinario. Agli occhi degli occidentali la sua eccezionalità nasce principalmente dalle sue dimensioni: un paese-continente dove vive circa un quarto dell’intera popolazione mondiale, che può disporre soltanto di un decimo delle terre coltivabili del pianeta; uno stato multietnico dove vivono 56 etnie e con differenze culturali accentuate tra le varie provincie. Per queste ragioni molti studiosi hanno adoperato il concetto di “stato civilizzatore”, parlando della Cina non solo in termini di territorio storico, gruppo etnolinguistico oppure organo di governo, ma di una civiltà unica nel suo genere, dove vive una continuità storica ed un’unità culturale. Proprio per queste ragioni, la forma di governo scelta dal popolo cinese non può ricalcare quella di altri paesi, anche perché la tragica esperienza della Rivoluzione Xinhai del 1911, quando la Cina sperimentò un tentativo di “importazione” di un modello politico occidentale, ha rafforzato la convinzione che l’adozione di modelli estranei alla propria formazione economico-sociale porti al caos. Solo a partire dall’importanza delle acquisizioni storiche fatta dal popolo cinese e dal ruolo svolto dal Partito Comunista Cinese (Pcc), di cui ricorrerà nel 2021 il centesimo anniversario della sua fondazione, è possibile comprendere a fondo l’importanza che esso ha avuto per lo sviluppo della Cina contemporanea.

La Repubblica Popolare Cinese è oggi una nazione che riesce ad impressionare il mondo con gli straordinari risultati dei suoi successi economici e sociali. Vediamo qualche dato: il Pilè cresciuto da 12,3 miliardi di dollari del 1949 ai 99,0864 trilioni di yuan del 2019 ed il Pil pro capite ha visto un balzo dai 23 dollari del 1949 ai 10.000 del 2020; questo è stato possibile anche grazie ad una impressionante lotta alla povertà condotta dalla classe dirigente del paese. Dal 1978 ad oggi, 700 milioni di persone sono uscite dalla povertà (è il 70% della riduzione a livello mondiale nel periodo) ed entro la fine di questo anno l’ultima sacca di popolazione povera del paese raggiungerà livelli di vita migliori, permettendo di conseguire l’obbiettivo centenario della costruzione di una società moderatamente prospera.

Per il raggiungimento di questi obiettivi ed il consolidamento di questi straordinari risultati, la Cina opera per preservare a livello internazionale un ambiente pacifico, privo di tensioni eccessive e di una collaborazione tra Stati ed organizzazioni: una nuova forma di collaborazione che non stravolge l’attuale sistema internazionale (semmai lo adegua al nuovo contesto globale che ha visto l’emergere di nuove potenze regionali) e capace di tener conto delle esigenze anche di quella parte della popolazione mondiale che risiede fuori dall’Occidente. In questo contesto la Cina di oggi è diventata un attore globale capace di difendere meglio quei principi di cooperazione internazionale ed apertura dei mercati che l’emergere delle tentazioni isolazioniste e protezioniste mettono in discussione e capace anche di promuove organizzazioni multilaterali (Brics, Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, AIIB, Belt and Road Initiative) che possano consolidare il principio di apertura e cooperazione tra le nazioni, unica via per preservare un clima internazionale pacifico e collaborativo.

Il protagonista assoluto di questo successo è, senza ombra di dubbio, il Pcc: uno dei più grandi ed organizzati partiti politici del mondo, che gestisce i quadri del paese e disegna le linee strategiche di sviluppo della nazione, coinvolgendo l’intera popolazione in questo processo di crescita e sviluppo nazionale, che non ha molti pari nella storia dell’umanità. Quando i comunisti prendono il potere nel 1949, liberando il paese dalle potenze occupanti ed unificandolo dopo secoli di umiliazioni e divisioni, la Cina è uno dei paese più poveri al mondo, sconvolto da una lunga guerra civile e dalla razzia a lungo perpetrata dalle potenze coloniali. L’azione di governo esercita dal Pcc è la storia del più imponente recupero di un paese in ritardo di sviluppo della storia e, contemporaneamente la storia della più impressionante capacità di rinnovamento ed innovazione e di rinnovamento nazionale.

Tra le diverse peculiarità che hanno permesso ai marxisti cinesi di costruire un’esperienza unica di direzione di un paese-continente nei diversi tornanti della storia travagliata del proprio paese, ne individuo cinque che sono, a mio avviso, determinanti: la capacità di dialogo con la tradizione, l’attitudine alla sperimentazione ed alla gradualità nelle riforme, la selezione meritocratica e la sinizzazione.

Uno degli aspetti principali che caratterizza il socialismo con caratteristiche cinesi è la capacità di far convivere ogni riforma significativa all'interno di un dialogo con la tradizione, sia rispetto al passato recente che alla storia antica. Vale con la continuità delle riforme tra le generazioni di leader, che per il rapporto con l’esperienza maturata all’estero o nella storia antica del paese.

Il secondo aspetto peculiare è rappresentato dalla sua forte vocazione alla sperimentazione. Restando all’esempio della politica di riforma ed apertura, è noto come un ruolo pionieristico sia stato giocato dall’impresa di 18 contadini del villaggio di Xiaogang (nella provincia orientale dell’Anhui) che decisero di legare il reddito alla produzione. Appresi i risultati straordinari di quell’esperimento, con gradualità, si è provveduto ad estenderlo a tutta la Cina. Anche l’apertura al mondo esterno è avvenuta con esperimenti localizzati in alcune zone economiche speciali, per poi essere estese a tutta la Cina. Questo approccio ha rappresentato un contributo fondamentale contro l'ossificazione del marxismo e contro il dogmatismo e, si basa sull’idea della "ricerca della verità dai fatti". Sperimentazione e gradualità sono due tappe dello stesso percorso: prima si innova, cercando vie nuove e poi, se i risultati sono soddisfacenti, si estende progressivamente una determinata riforma a tutto il paese. Pensiamo anche alle riforme politiche: a lungo il gruppo dirigente cinese è stato accusato di indifferenza su questo tema. Dopo le riforme del ’79 sono stati accusati di aver realizzato una sorta di perestrojka (ristrutturazione delle basi produttive) senza glasnost’ (pluralità di opinioni e informazioni). Il recente dibattito sulla governance cinese e sulla rule of law e le riforme adottate dalla Doppia Sessione del 2020 con il nuovo Codice Civile, dimostrano quanto tali critiche fossero sbagliate. Semplicemente, non si potevano adottare nuove riforme politiche prima di aver consolidato le basi economiche del paese ed esercitato, per questa via, un’influenza sulla cultura ed i bisogni della società, così fortemente cambiata dalla nuova condizione economica e di benessere diffuso.

Il quinto tema, quello della sinizzazione, è un aspetto centrale della direzione politica cinese ed ha svolto un grande ruolo nella politica del paese. Invece di adottare il marxismo schematicamente e librescamente, trasformandolo in “ideologia di stato”, esso è stato adattato alle concrete condizioni della formazione economico-sociale cinese, e per far questo il Pcc ha fatto i conti con la cultura e la civiltà cinese che il marxismo, invece di negare, conserva e supera in una civiltà più ricca e completa.

Nella relazione politica al 19° Congresso del Pcc, è scritto: «Il tema del Congresso è: rimanere fedeli alla nostra aspirazione originaria e tenere ben ferma la nostra missione, tenere alta la bandiera del socialismo con caratteristiche cinesi, ottenere una vittoria decisiva nella costruzione di una società moderatamente prospera a tutti gli effetti, impegnarsi per il grande successo del socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era, e lavorare instancabilmente per realizzare il sogno cinese di ringiovanimento nazionale. Non dimenticare mai perché hai iniziato e porterai a termine la tua missione». Questa espressione, figlia della cultura tradizionale, rappresenta il testimone ideale che le generazioni di comunisti cinesi si passeranno per raggiungere gli obbiettivi centenari e la realizzazione del sogno cinese. Il primo obbiettivo, la costruzione di una società moderatamente prospera, verrà raggiunto nel corso di questo anno e costituisce il traguardo più importante con il quale celebrare il centesimo anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese, che dopo aver cambiato la storia della Cina, è destinato ad influenzare le sorti del socialismo mondiale e del mondo intero.


L'autore è Francesco Maringiò, presidente dell'Associazione di promozione Italia-Cina della BRI

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