Perché negli Stati Uniti la discriminazione razziale è diventata un “incubo” senza fine?
Negli ultimi giorni sono continuate negli Stati Uniti le proteste contro il razzismo. Il pomeriggio del 29 agosto migliaia di persone si sono riversate per le strade di Kenosha, nel Wisconsin, per tenere una manifestazione pacifica e chiedere equità e giustizia per l’afroamericano Jacob Blake, ferito dalle pistole della polizia. Durante una manifestazione tenuta il 28 agosto a a Washington per commemorare il 57esimo anniversario del famoso discorso pronunciato da Martin Luther King Jr. intitolato “I Have a Dream”, davanti a decine di migliaia di manifestanti indignati, il figlio maggiore di Martin Luther King Jr. ha affermato senza giri di parole che invece di diventare ciò che suo padre si aspettava, gli Stati Uniti si trovano nel bel mezzo di un “incubo”.
Le feroci violenze contro i cittadini statunitensi di origine africana da parte della polizia e il “doppio standard” applicato dalle forze dell’ordine hanno ripetutamente ferito la società americana e suscitato proteste sempre più accese contro la discriminazione razziale. A causa di quest’ultima, i rapporti tra le etnie che popolano gli Stati Uniti continuano a peggiorare. Secondo quanto illustrato da un sondaggio recentemente pubblicato dal Pew Research Center, tra i cittadini di 14 Paesi sviluppati presi a campione, quasi l'80% degli americani ritiene che gli Stati Uniti siano ora un Paese più diviso rispetto a prima dell'epidemia. In una situazione del genere le azioni arrabattate o persino l’inerzia dei politici statunitensi sono ovviamente fattori importanti.
L'uguaglianza davanti alla legge è un principio fondamentale della Carta internazionale dei diritti dell’uomo. I politici statunitensi si definiscono come "difensori dei diritti umani" ma non hanno intenzione e non sono disposti a risolvere il problema della grave discriminazione razziale all’interno del loro Paese. Tutto questo non manifesta solo dei difetti strutturali e istituzionali, ma evidenzia anche la natura ipocrita dei "diritti umani in stile Usa".