La visita di Pompeo in Medio Oriente rivela i suoi calcoli politici
Giovedì 27 agosto il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha concluso il suo viaggio in Medio Oriente, una visita piena di calcoli politici. In tale occasione, Pompeo ha infranto la tradizione intervenendo nella politica interna degli Stati Uniti in veste di diplomatico in missione all’estero, con l’intenzione di spianare la strada a se stesso e raggiungere un giorno l'apice del potere americano.
Un obiettivo importante della visita di Pompeo in Medio Oriente è consistito nell’intensificare la repressione contro l'Iran. Il 14 luglio del 2015, l’Iran ha raggiunto un accordo globale sul nucleare iraniano con Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania. In base all’accordo, l’Iran ha promesso di limitare le sue attività nucleari in cambio della sospensione delle sanzioni da parte della comunità internazionale. Il 20 luglio dello stesso anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha dato il via libera alla risoluzione 2231, mediante la quale si è deciso di mantenere l’embargo sulle armi all’Iran delle Nazioni Unite fino al 18 ottobre del 2020. A una distanza di meno di due mesi da quella data, gli Stati Uniti hanno consegnato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU un progetto di risoluzione per l’estensione dell’embargo sulle armi all’Iran. Questa risoluzione ha ricevuto solo un voto a favore; gli alleati tradizionali degli USA, come Regno Unito, Francia e Germania, si sono tutti astenuti.
Nel corso della sua visita, Pompeo ha ricordato che, a metà agosto, Emirati Arabi Uniti e Israele hanno annunciato la normalizzazione delle relazioni diplomatiche, parlando di “trionfo” della mediazione diplomatica dei leader statunitensi. Pompeo ha tentato di mostrare ai cittadini americani i “risultati diplomatici” dell’attuale governo, dimostrando in questo modo la sua fedeltà al leader americano. Nei giorni della sua visita, il segretario di Stato USA ha partecipato a distanza alla convention del Partito Repubblicano e ha pronunciato un discorso a sostegno della rielezione di Trump.
Dalla disfatta nella gestione della pandemia alla crescente discriminazione razziale, gli Stati Uniti stanno ora vivendo molteplici crisi. Un politicante egoista come Pompeo ha ripetutamente messo i suoi meri interessi personali al di sopra degli interessi nazionali e del benessere del popolo: praticamente come guidare un'auto senza freni controllata da interessi privati. Gli oltre 300 milioni di americani seduti in quella macchina senza freni e fuori controllo sono più preoccupati che mai per il loro avvenire.