"Tutti gli uomini sono stati creati uguali" incontra il Covid-19: non riesce mai a nascondere la vergogna degli Usa

2020-05-23 20:29:00
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“La deportazione dei bambini deve essere fermata durante la pandemia, sopratutto per quelli non accompagnati” (Deportation of children must stop during the pandemic, especially if they are unaccompanied), il 21 maggio l’UNICEF ha avvertito gli Usa in un messaggio su twitter con una foto di un bambino senza le scarpe in un rifugio. Questa foto rappresenta chiaramente l'aumento della disuguaglianza sociale e del deterioramento della situazione dei diritti umani negli Stati Uniti durante l'epidemia di Covid-19.

Dall'inizio di marzo, trascurando il rischio dell’epidemia di Covid-19 e senza alcuna pietà umana il governo degli Stati Uniti ha promosso l’espulsione di almeno 1.000 bambini immigrati dal Messico, El Salvador, Guatemala e Honduras. Poiché molti di loro non avevano modo di tornare in patria, sono stati costretti all’interno di rifugi vicino al confine, e alcuni sono a grave rischio malattie.

Secondo quanto riportato giorni fa dal “Wall Street Journal”, Tamara Burrell, un revisore federale americano, ha ricevuto un avviso all'inizio di aprile che sua madre di 92 anni è stata trasferita ad un altro piano della casa di riposo dove si trovava per "lasciare lo spazio" ai pazienti con polmonite di nuovo coronavirus in periodo di recupero. A marzo è scoppiato un caso dopo che la rivista “Vanity Fair” ha riportato una notizia secondo cui Dan Patrick, tenente governatore del Texas, ha rivolto un appello agli anziani di “sacrificarsi” volontariamente, e che ha attirato su di sé molte critiche.

La brutale legge della giungla viene messa in scena ogni giorno all’interno della società americana. Secondo un sondaggio del “New York Times”, l'11% dei pazienti affetti da Covid-19 negli Stati Uniti proviene dagli istituti di assistenza a lungo termine e oltre un terzo dei decessi è legato a case di riposo. Il membro della Camera dei rappresentanti, Ron Kim, ha detto che l'invio dei pazienti diagnosticati in case di riposo senza fornire adeguate attrezzature e capacità di protezione è un "errore fatale" e il governo non è riuscito a proteggere i gruppi vulnerabili.

Il virus attacca tutti, senza distinzioni di etnia, nazionalità e classe sociale, tuttavia la distribuzione delle risorse sanitarie da parte del governo degli Stati Uniti per rispondere all'epidemia non è stata equa. Le persone più vulnerabili e bisognose di aiuto sono state abbandonate o addirittura sacrificate, tra cui gli anziani, i bambini, i poveri e gli appartenenti a minoranze etniche.

Secondo il risultato di un sondaggio pubblicato congiuntamente all’inizio di maggio dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, da Emory University Rollins School of Public Health e da altri organismi di ricerca,gli afro-americani rappresentano il 52% dei casi confermati con il 58% dei decessi negli Usa, a fronte del fatto che i cittadini di origine africana rappresentano solo il 13,4% di tutta la popolazione degli Stati Uniti.

In realtà, la difficoltà affrontata dai gruppi di anziani, bambini, poveri e persone di colore durante l'epidemia riflette in modo chiaro il radicale conflitto e la situazione di disuguaglianza storicamente presente negli Stati Uniti e di cui il razzismo, la rigidità delle classe sociali e il crescente divario tra ricchi e poveri sono conseguenza evidente. Negli ultimi anni, sotto il controllo dei politici americani, questa contraddizione non è diminuita, al contrario, si è intensificata.

In effetti, anche con un po’ di giustizia e un po’ di pietà, i responsabili politici della Casa Bianca avrebbero potuto vedere quali persone avevano urgente bisogno di aiuto. Tuttavia, hanno fatto finta di non vedere, come se nulla fosse successo. Questo perché nei loro piani politici, i loro interessi hanno sempre la massima priorità. La frase "Tutti gli uomini sono stati creati uguali" della loro orgogliosa Dichiarazione d'indipendenza non riesce più a nascondere questa vergogna.

Oggi negli Stati Uniti, le varie esibizioni di alcuni politici hanno dato ragione alle conclusioni del "Times Week" pubblicate il 20 maggio: L’epidemia del Covid-19 rappresenta il fallimento della democrazia americana.

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