Lo spettacolo inguardabile delle bugie dei politicanti americani

2020-05-09 22:28:13
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Il 7 maggio, The Sydney Morning Herald ha pubblicato un articolo intitolato “Australian intelligence knocks back US government's Wuhan lab virus claim”. In accordo al contenuto dell’articolo, il documento classificato di 15 pagine messo alla luce da The Daily Telegraph australiano proveniente dal cosiddetto “Five Eyes Probe” afferma che la teoria secondo cui “il nuovo coronavirus probabilmente ha avuto origine presso l’istituto di virologia di Wuhan” deriva in realtà da materiale fornito dai media attraverso diverse notizie. Il governo australiano e alti funzionari dell'intelligence sospettano che il cosiddetto file segreto sia stato "fatto trapelare" intenzionalmente ai media da un funzionario dell'ambasciata americana a Canberra.

Nel frattempo, il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha riferito l’8 maggio che secondo quanto indicato da un documento interno consegnato al ministro della difesa tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer, le voci sparse dal governo statunitense sull’origine del nuova coronavirus nel laboratorio di Wuhan” è una “modalità per coprire gli occhi e spostare l’attenzione del popolo” e al fine di “occultare le proprie colpe e indirizzare il malcontento del popolo statunitense verso il governo cinese”.

Non solo, gli Usa ha anche messo in scena la farsa dei “falsi aiuti”. Il 6 maggio il capo della diplomazia americana ha pronunciato un discorso nel quale ha dichiarato lo stanziamento di un fondo di 130 milioni di dollari diretti alla sanità globale e in soccorso ai rifugiati, con il quale il bilancio d’assistenza promesso dal governo Usa è ammontato finora ad oltre 900 milioni di dollari. Gli Stati Uniti hanno parlato più volte di assistenza internazionale, ma il risultato è stato ancora uno “schiaffo in faccia”: la Cina ha affermato che nessuno ha visto questi aiuti, ad anche Salman-Hafi, l'ambasciatore palestinese in Francia, ha affermato di non aver ricevuto un centesimo. Inoltre, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha chiarito che non si aspetta alcuna assistenza da parte degli Stati Uniti, né è disposto ad accettare "aiuti" che si rivelino esclusivamente una forma di retorica.

Gli Usa da un lato fabbricano voci, dall'altro si preparano alla diffamazione. Secondo il “Washington Post”, il 7 maggio il capo dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy ha annunciato l'istituzione di un “gruppo di lavoro speciale sulla Cina” per indagare sul “ruolo della Cina nel costituire minacce economiche al governo Usa e ai suoi alleati, sul suo sforzo per ottenere vantaggi tecnologici e sull’origine e la diffusione del Covid-19”. In precedenza, i repubblicani statunitensi hanno elaborato un memorandum per la campagna elettorale di 57 pagine in cui spiega come affrontare le domande degli elettori e come gettare tutte le responsabilità sulla Cina.

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