Nonostante la gravità dell’epidemia, i politici statunitensi continuano ad adottare timide misure

2020-03-26 19:53:09
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Il 25 marzo un servizio della CNN, citando il commento di un diplomatico europeo, ha rilevato che il tentativo del segretario di Stato statunitense Mike Pompeo di aggiungere il termine "virus di Wuhan" nella dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri del G7 è stato respinto dagli altri paesi. A causa dell'assurdo comportamento di Pompeo, al termine della riunione dei ministri degli Esteri del G7 non è stata rilasciata nessuna dichiarazione congiunta.

L'Europa è certamente delusa. Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha affermato, dopo la riunione, che l'attuale crisi non dovrebbe essere considerata come uno strumento per perseguire obiettivi politici. Per rispondere efficacemente all'epidemia, qualsiasi altra considerazione dovrebbe venire dopo la solidarietà e la cooperazione internazionali.

Secondo i dati statistici rilasciati in tempo reale dalla Johns Hopkins University, alle ore 7:00 del 26 marzo, ora di Beijing, gli Stati Uniti hanno riportato in totale 65.285 casi confermati di Covid-19 e 926 decessi. Il numero di nuovi casi confermati ha superato quota 10.000 per il terzo giorno consecutivo. Il portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità, due giorni fa (martedì 24 marzo), aveva predetto che gli Stati Uniti sarebbero potuti diventare "l'epicentro" globale dell’epidemia di Covid-19.

La situazione epidemica è già molto grave, ma alcuni politici statunitensi si sottraggono costantemente alle loro responsabilità. Sebbene alcuni giorni fa il presidente statunitense abbia dichiarato che non avrebbe più usato il termine "virus cinese", a giudicare dalle parole e dalle azioni di Mike Pompeo, alcuni politici statunitensi non hanno ancora messo da parte le ostilità e i pregiudizi nei confronti della Cina e stanno cercando di sfruttare ogni opportunità per stigmatizzarla, così da reindirizzare le accuse del pubblico per le insufficienti misure adottate per far fronte all'epidemia.

Tuttavia, nel far fronte all'epidemia, cosa ha sperimentato in prima persona il popolo statunitense?

Secondo i resoconti dei media statunitensi, fino ad oggi, è ancora difficile per la gente comune negli Stati Uniti richiedere il test per il nuovo coronavirus e la carenza di posti letto ospedalieri e forniture mediche è diventata sempre più evidente. Il 24 marzo il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha indicato che nello Stato di New York si prevede una domanda di 140 mila posti letto e che, attualmente, vi è una carenza di quasi 90 mila posti letto. Il governo federale aveva promesso che avrebbe inviato 400 ventilatori polmonari, ma ne servono 30.000.

Si spera che alcuni politici statunitensi ascoltino le voci razionali che arrivano dalla comunità internazionale e dall’interno del paese e che la smettano immediatamente di stigmatizzare la Cina. Questo comportamento da parte degli statunitensi non soltanto non è affatto di aiuto alla battaglia degli USA contro l'epidemia, ma ostacola inoltre gravemente la cooperazione internazionale nella lotta all’epidemia.

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