Doverose le contromisure della Cina nei confronti dei media Usa

Oggi, mercoledì 18 marzo, il ministero degli Esteri cinese ha annunciato tre contromisure in risposta alla limitazione arbitraria e irragionevole imposta dagli Usa nei confronti dei media cinesi. Quando gli Stati Uniti hanno imposto limitazioni sui media cinesi, espellendo alcuni giornalisti, la Cina aveva sottolineato che si sarebbe riservata il diritto di rispondere e prendere delle contromisure.

I fatti dimostrano che gli Stati Uniti hanno soppresso irragionevolmente alcuni media cinesi, inasprendo sempre più le misure contro di essi. Sin dal 2018, a oltre 30 giornalisti cinesi è stato ritardato il rilascio del visto o addirittura rifiutato. Nove giornalisti non sono potuti rientrare negli Stati Uniti dopo aver lasciato il Paese. Dalla richiesta fatta ad alcuni media cinesi negli Usa di registrarsi come "agenti stranieri", all’inserimento di cinque media cinesi nella lista delle "missioni estere", fino ad arrivare all’adozione di misure volte a limitare il numero di persone impiegate presso queste cinque agenzie, il comportamento degli Usa ha, in tutti questi casi, compromesso gravemente il normale operato dei media cinesi nel Paese. Inoltre, gli Stati Uniti hanno posto delle restrizioni alla possibilità che i giornalisti cinesi hanno di fare interviste negli Stati Uniti.

La parte americana ha causato delle difficoltà ai media cinesi. Le contromisure della Cina sono frutto di una legittima difesa volta a tutelare i propri diritti legittimi. Osservando la soppressione perpetrata dagli Usa ai danni dei media cinesi, è possibile vedere la falsità della cosiddetta "libertà di stampa" degli Stati Uniti. Alla base di tutto questo ci sono pregiudizi di natura ideologica e una mentalità da guerra fredda. È per questo che hanno "represso" e "bullizzato" politicamente i media cinesi.

I giornalisti cinesi negli Stati Uniti hanno sempre rispettato rigorosamente le leggi e i regolamenti statunitensi, osservando scrupolosamente l'etica del giornalismo. Non solo raccontano storie sulla Cina agli americani, ma descrivono anche cosa accade negli Stati Uniti al pubblico cinese. Hanno svolto un ruolo molto importante nello scambio culturale sino-americano. La gente ha notato che nel “Rapporto sulla strategia di sicurezza nazionale” pubblicato dagli Stati Uniti nel dicembre 2017, la Cina era classificata come "concorrente strategico" degli Usa. Da allora, gli Stati Uniti hanno gradualmente intensificato le attività di contenimento e repressione sul piano politico, economico e scientifico nei confronti della Cina.

Al contempo, alcune persone negli Stati Uniti hanno anche ritorto le accuse, affermando che le limitazioni imposte ai media cinesi sono una risposta alla "soppressione" operata da lungo tempo dalla Cina nei confronti dei media stranieri. In realtà, Beijing ha sempre dato il benvenuto ai media stranieri affinché raccontassero la Cina in modo completo e oggettivo, e ha sempre fornito, nel rispetto delle convenzioni e delle leggi internazionali, supporto e agevolazioni ai giornalisti dei vari Paesi durante la loro attività giornalistica in Cina. Centinaia di giornalisti stranieri sono ora residenti in Cina e vivono e lavorano senza problemi.

La soppressione politica da parte degli Stati Uniti verso i media cinesi ha portato nuove incertezze alle relazioni bilaterali. Si raccomanda agli Stati Uniti di porre immediatamente fine a comportamenti di questo tipo. Quanto alle contromisure, la Cina non sta rispondendo per modo di dire. Se gli Stati Uniti continueranno a fare quel che gli pare, la Cina adotterà sicuramente ulteriori contromisure.