Nella lotta al Covid-19 l’Europa dovrebbe accogliere gli aiuti della Cina con una mente più aperta

2020-03-16 21:14:12
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Stando agli ultimi aggiornamenti dell’OMS, nonostante la situazione attuale in Cina sul fronte dell’epidemia di Covid-19 si sia sostanzialmente capovolta, quanto accade in Europa, al contrario, non desta ottimismo. L’Organizzazione mondiale della sanità ha reso noto che l’Europa è diventata l’epicentro dell’epidemia e che nel continente europeo l’Italia è il Paese più colpito, con oltre 25.000 casi di contagio confermati e più di 1.800 decessi.

Per combattere l’epidemia, molti Paesi europei, come l’Italia, la Spagna, la Serbia e la Romania, hanno dichiarato l’uno dopo l’altro lo stato di emergenza, mentre altri Paesi, come la Francia, il Regno Unito e la Germania, hanno iniziato ad adottare misure restrittive senza precedenti, invitando i cittadini a "osservare la disciplina".

Una situazione di questo tipo sembra essersi già verificata in passato. Un mese e mezzo fa, la città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei, ha adottato misure drastiche, incluse quelle individuate dai Paesi europei, per bloccare efficacemente la diffusione del virus e arrivare non senza difficoltà all’attuale situazione. Tuttavia, a quel tempo, l’Europa non sembrava preoccuparsi troppo. Alcuni media e alcune persone hanno espresso commenti discriminatori nei confronti della Cina e alcuni cinesi d'oltremare sono stati attaccati per strada senza alcun motivo. Gli europei non sembrano rendersi conto che il virus non lascia una via d’uscita alla cosiddetta “democrazia e libertà”.

Il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus da tempo dichiara che le operazioni di prevenzione e controllo condotte dalla Cina su vasta scala costituiscono un insegnamento prezioso per gli altri Paesi. Sfortunatamente, di fronte all’attuale peggioramento della situazione in Europa, il giornale statunitense “New York Times” ha dovuto ammettere: "La Cina ha lottato contro il tempo per l'Occidente, ma l'Occidente l'ha sprecato". Tuttavia, la Cina non si è lamentata e si è resa più volte disponibile a fornire assistenza alle aree gravemente colpite, inclusi i Paesi europei.

La Cina fa quello che promette. Il 12 marzo, a mezzanotte, un aereo cinese con a bordo 9 esperti e 31 tonnellate di forniture sanitarie è atterrato a Roma. Il rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, MaurizioMassari, ha detto che la Cina è stata il primo Paese del mondo a raggiungere l’Italia per aiutarla in questo momento critico.

Fino a oggi, la Cina ha condiviso numerosi documenti di natura tecnica, riguardanti, tra le altre cose, le attività di prevenzione e controllo e i programmi di diagnosi e trattamento, con oltre 100 Paesi e 10 organizzazioni internazionali e regionali; ha già fornito forniture sanitarie e apparecchiature ai Paesi colpiti dall'epidemia, come la Corea del Sud, il Giappone e l'Italia; ha inviato squadre di esperti in Iran, Iraq e altri Paesi; e ha donato 20 milioni di dollari all'OMS per sostenere la cooperazione internazionale nella lotta contro il Covid-19.

Lasciamo la politica alla politica, senza che quest’ultima influenzi il salvataggio di esseri umani. Dopotutto, ciò non ha a che fare con la politica, ma con vite umane. Speriamo che in questo periodo particolare l’Europa possa accogliere gli aiuti della Cina con una mente più aperta.

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