Il “Taipei Act 2019” Usa non rappresenta una minaccia per nessuno

2020-03-09 19:59:16
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In questo momento cruciale in cui tutto il mondo lotta contro l’epidemia di COVID-19, alcuni politicanti americani hanno iniziato ad alimentare nuove polemiche con la promozione del cosiddetto “Taipei Act 2019”, approvato di recente dalla Camera dei rappresentanti Usa. Il disegno di legge chiede al governo statunitense di aumentare o ridurre, sulla base degli aggiustamenti delle relazioni di altri Paesi con Taiwan, i contatti economici, diplomatici e sulla sicurezza con quest’ultimo. In una parola, il documento mira a consolidare le cosiddette “relazioni diplomatiche” e ad ampliare i cosiddetti “spazi internazionali” per il governo di Taiwan tramite minacce e seduzioni di interesse.

Oltre 40 anni fa, gli Usa hanno allacciato le relazioni diplomatiche con la Cina sulla base del principio di una sola Cina, e ora impediscono gli altri Paesi sovrani a sviluppare relazioni ordinarie con Beijing, di che tipo di logica egemonistica e di bullismo stiamo parlando? Questo comportamento tradisce una completa mancanza di razionalità. L’obiettivo di Washington è uguale agli altri cosiddetti disegni di legge su Taiwan elaborati negli ultimi anni dal Congresso americano. Scopo di questi disegni di legge è di usare Taiwan come “pedina” per contenere lo sviluppo cinese, disporre ostacoli all’eventuale unificazione nazionale cinese, provocare un’ostilità tra le due sponde dello Stretto di Taiwan a vantaggio e salvaguardia dei propri fini egemonici. Il nuovo disegno di legge costituisce una grave violazione del principio di una sola Cina e dei regolamenti presenti all’interno dei tre Comunicati congiunti Cina-Usa. Esso rappresenta un caso di pubblica ingerenza negli affari interni cinesi, al quale la Cina si oppone fermamente.

Si è visto che sin dall’insediamento di Tsai Ing-wen, già 7 Paesi hanno interrotto le “relazioni diplomatiche” con Taiwan, e hanno scelto di allacciare o ripristinare rapporti ufficiali con la Repubblica Popolare Cinese. Ciò dimostra che il principio di una sola Cina rappresenta un’aspirazione popolare, una tendenza generale e un concetto condiviso da tutta la comunità internazionale. Diversi Paesi hanno operato questa scelta in accordo ad un giudizio giusto e tempestivo sulla situazione mondiale attuale e sulla base degli interessi e della volontà dei loro popoli.

Evidentemente, l’allacciamento o la ripresa delle relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese rappresenta un trend diffuso, che non vedrà alcuna variazione a causa dell’intervento di Washington. Il nuovo disegno di legge viola il Diritto internazionale e le regole delle relazioni internazionali, non si dispone di alcuna base legale in accordo al Diritto internazionale, e rappresenta solo una speculazione portata avanti da alcuni politicanti. Per questo motivo esso non può costituire una minaccia per la comunità internazionale che persiste nel principio di una sola Cina, né contenere la crescita della Cina.


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