Il cosiddetto "Taipei Act of 2019" degli Stati Uniti non rappresenta una reale minaccia per nessuno

2020-03-09 18:43:37
Comment
Share
Share this with Close
Messenger Messenger Pinterest LinkedIn

In un momento critico come quello della battaglia globale contro l’epidemia di Covid-19, alcuni politici statunitensi stanno ancora facendo pressioni sulla Camera dei Rappresentanti affinché approvi il cosiddetto "Taipei Act of 2019", richiedendo al governo degli Stati Uniti di aumentare o ridurre le relazioni economiche, diplomatiche e di sicurezza con gli altri paesi, in base alle loro politiche nei confronti di Taiwan. Per dirla chiaramente, è un tentativo di consolidare tramite l'intimidazione e le promesse di guadagno le cosiddette "relazioni diplomatiche" ed espandere il cosiddetto "spazio internazionale" per le autorità di Taiwan.

Il cosiddetto "Taipei Act" viola gravemente il principio di “Una sola Cina” e le disposizioni dei tre comunicati congiunti sino-statunitensi, oltre a essere una palese intergerenza negli affari interni della Cina. La Cina si oppone fermamente a tale iniziativa.

Si può notare come, da quando Tsai Ing-wen è salita al potere, sono già sette i cosiddetti "Stati che avevano allacciato relazioni diplomatiche" con Taiwan che hanno "rotto tali relazioni diplomatiche" e stabilito o ripreso le relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese. Ciò dimostra che il principio di “Una sola Cina” è una tendenza generale, e vi è un consenso generale al riguardo in seno alla comunità internazionale. I suddetti paesi hanno giudicato in maniera corretta e tempestiva l’attuale situazione mondiale e hanno preso scelte corrette in base ai loro interessi nazionali e alla volontà dei loro cittadini.

In questo contesto, sebbene la minaccia sia forte, il cosiddetto "Taipei Act of 2019" degli Stati Uniti non può davvero minacciare nessuno. Questo è stato dimostrato molte volte.

Il cosiddetto "Taipei Act of 2019" viola il diritto internazionale e le norme delle relazioni internazionali e non ha basi giuridiche a livello internazionale, è solo un modo per fare clamore politico da parte di alcuni politici statunitensi che non può minacciare la comunità internazionale che aderisce al principio di “Una sola Cina”, né può ostacolare lo sviluppo della Cina.

Attualmente, ci sono 180 Paesi che hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina. Per quanto riguarda le autorità di Taiwan, è una mera illusione da parte loro quella di poter contare sugli Stati Uniti per mantenere le cosiddette "relazioni diplomatiche con altri Stati" ed espandere lo "spazio internazionale". Questo perché ai politicanti statunitensi che mettono mano alle leggi relative a Taiwan non interessa veramente il bene di Taiwan, ma la utilizzano semplicemente come un "pezzo degli scacchi" per ottenere benefici economici e capitale politico.

La questione di Taiwan rientra negli affari interni della Cina e coinvolge degli interessi fondamentali del paese. Le macchinazioni di alcuni politici statunitensi attraverso le cosiddette leggi riguardanti Taiwan non cambieranno la realtà del cosiddetto "spazio internazionale" di Taiwan che diventa sempre più stretto, né fermeranno i progressi della riunificazione nazionale della Cina. Si consiglia quindi agli Stati Uniti di adottare misure pratiche per prevenire l’approvazione della proposta di legge e di trattare le questioni relative a Taiwan con prudenza e nel modo appropriato, con l’obiettivo di evitare di creare altri inconvenienti che possano danneggiare le relazioni sino-statunitensi e che, alla fine, potrebbero ritorcersi contro loro stessi.

Related stories

Condividi

Articoli più letti

00:00:44
Il fantastico mondo 3D creato da un ragazzo di campagna
00:00:38
Artigianato dell’inserto vegetale
00:00:43
Fujian: la rivitalizzazione dell'industria rurale creata da tè e gastronomia tipica
00:00:45
Yudu, la moda internazionale nella vecchia base d’appoggio alla rivoluzione
Pioggia per il grano
00:02:29
Pioggia per il grano nei reperti archeologici cinesi