“Legge sul Tibet” degli Usa un vano tentativo di interferire nella politica interna della Cina

2020-01-29 23:18:44
Comment
Share
Share this with Close
Messenger Messenger Pinterest LinkedIn

Martedì 28 gennaio pomeriggio la Camera dei rappresentanti del Congresso Usa ha approvato il “Tibetan Policy and Support Act 2019”. Tale iniziativa viola gravemente i principi fondamentali del diritto internazionale e delle relazioni internazionali, lanciando alle forze “separatiste del Tibet” dei gravi segnali sbagliati, rivelando abbondantemente il tentativo di alcuni americani di interferire nella politica interna e di distruggere l’integrità territoriale della Cina con il pretesto di questioni riguardanti il Tibet.

La cosiddetta “Legge sul Tibet” afferma che “il successore del Dalai Lama può essere scelto solo da gruppi religiosi del buddismo tibetano” e minaccia di “comminare sanzioni contro i funzionari cinesi che interferiranno con la reincarnazione del Dalai Lama”. Questa assurda teoria è infondata e rappresenta sostanzialmente una forma di supporto ai gruppi “separatisti del Tibet”, e il suo obiettivo è dividere la Cina.

Tutti sanno che la reincarnazione del budda vivente è un metodo di successione tipico del buddismo tibetano, che è regolato da un rito e da regole fisse. Dal punto di vista delle regole, ma anche da quello storico e legale,ilgovernocentraleha l’autorità per approvarelareincarnazionedel buddavivente.

In questo disegno di legge gli Stati Uniti hanno nuovamente menzionato l’istituzione di un consolato a Lhasa e hanno minacciato che, qualora la Cina non lo permettesse, gli Stati Uniti non permetteranno alla Cina di istituire nuovi consolati nel Paese. Tale affermazione ha rivelato un’altra volta la presunzione e l’arroganza di alcuni politici americani, confermando che il loro comportamento non è altro che puro egemonismo.

Secondo quanto stabilito dal regolamento della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari, qualora un paese intenda istituire consolati in un altro paese, deve ottenere la sua approvazione. Vi sono due condizioni necessarie più importanti riconosciute a livello internazionale che regolano l’istituzione di consolati, la prima consiste nel fatto che il luogo dove si intende istituire il consolato deve essere un luogo in cui le due parti svolgono stretti scambi economici e culturali; la seconda consiste nel fatto che in tale luogo esista una maggiore concentrazione di residenti proveniente dal paese richiedente. A Lhasa gli Stati Uniti non rispondono alle suddette due condizioni, la loro richiesta non ha quindi alcun fondamento, né motivo di essere.

Allora perché gli americani fanno di tutto per entrare a Lhasa? Perché dagli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, quando la CIA aiutò il Dalai Lama a fuggire, alcuni deputati del Congresso Usa hanno finanziato per molto tempo la cricca del Dalai Lama e hanno interferito sia pubblicamente che di nascosto negli affari tibetani, con l’intenzione di usare la questione tibetana come carta da giocare per contenere la Cina. Se fosse stabilito un consolato statunitense in Tibet, gli Stati Uniti avrebbero una base nella regione, il che potrebbe favorire la pianificazione di iniziative per separare la Cina. Ovviamente la Cina non può assolutamente accettarlo.

Bisogna specificare che la questione riguardante il Tibet, non è un problema di natura etnica o religiosa, né un problema di diritti umani, ma è un problema di principi importanti riguardanti la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. È necessario persuadere alcuni esponenti statunitensi a cessare immediatamente i loro tentativi di ingerenza nella politica interna della Cina tramite la strumentalizzazione della questione tibetana, esortandoli piuttosto a impegnarsi maggiormente per favorire la creazione di fiducia reciproca e la cooperazione tra i due Paesi, in modo da evitare il danneggiamento dei rapporti bilaterali.

Related stories

Condividi

Articoli più letti

00:00:44
Il fantastico mondo 3D creato da un ragazzo di campagna
00:00:38
Artigianato dell’inserto vegetale
00:00:43
Fujian: la rivitalizzazione dell'industria rurale creata da tè e gastronomia tipica
00:00:45
Yudu, la moda internazionale nella vecchia base d’appoggio alla rivoluzione
Pioggia per il grano
00:02:29
Pioggia per il grano nei reperti archeologici cinesi