Crisi del WTO, necessario opporsi al protezionismo e all’unilateralismo

2019-12-12 20:11:31
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A causa degli ostacoli posti dagli Stati Uniti, da mercoledì 11 dicembre l’organo per la risoluzione delle controversie del WTO (Appellate Body) non è più in grado di svolgere regolarmente le sue funzioni per mancanza di giudici. Questo significa che il commercio internazionale potrebbe tornare ad un’epoca di disordine che provocherà danni irreparabili con conseguenze difficili da prevedere. L’Organizzazione mondiale del commercio necessita dunque di una riforma che proceda in direzione contraria al protezionismo e all’unilateralismo.

L’Appellate Body, parte integrante del meccanismo di risoluzione delle controversie del WTO, è noto anche come “Corte suprema” del commercio mondiale. Le sue decisioni sono vincolanti e presentano le caratteristiche di “sentenza definitiva”. Tuttavia, dalla sua entrata in carica, l’attuale amministrazione Usa ha posto ostacoli al prolungamento del mandato e alla selezione dei giudici. Dopo la recente scadenza del mandato di due giudici, a tutt’oggi l’organo dispone di un solo giudice, mentre in realtà dovrebbero essere sette. Di conseguenza, l’Appellate Body non può più svolgere le sue funzioni conformemente alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Gli Stati Uniti hanno palesemente ostacolato il funzionamento del WTO, esponendo ancora una volta la propria logica di egemonismo, fortemente criticata dalla comunità internazionale. Il direttore generale del WTO, Roberto Azevedo, ha affermato che le tensioni che recentemente caratterizzano le relazioni commerciali tra Paesi stanno creando danni concreti alla crescita economica e che il meccanismo di risoluzione delle controversie dovrebbe essere ripristinato il prima possibile, altrimenti le scelte fatte da singoli membri potrebbero provocare maggiore incertezza e atteggiamenti di rappresaglia unilaterale e illimitata.

D’altro canto, azioni arbitrarie possono provocare danni enormi al funzionamento del WTO e privare gli altri membri del diritto di rivolgersi ad un meccanismo vincolante di risoluzione delle controversie. Questo fatto riflette in modo chiaro i problemi dell’attuale meccanismo e la grande vulnerabilità del sistema di commercio multilaterale.

In qualità di maggiore Paese in via di sviluppo e di seconda maggiore economia del mondo, la Cina sostiene con decisione il libero scambio, un sistema multilaterale di commercio fondato sulle regole, insieme a riforme necessarie per il WTO. Tuttavia l’aspetto più importante delle riforme è quello di salvaguardare i valori fondamentali e i principi su cui si fonda l’operato dell’Organizzazione mondiale del commercio: apertura, tolleranza e non discriminazione. Solo in questo modo sarà possibile salvaguardare la crescita economica e la voce dei Paesi in via di sviluppo.

Per il WTO è indispensabile che il processo di selezione dei giudici dell’Appellate Body sia avviato quanto prima e che ne siano nominati di nuovi. La Cina ha già presentato, con 115 membri dell’Organizzazione, un piano per la selezione dei giudici ed una proposta di riforma del meccanismo per la risoluzione delle controversie insieme all’Unione europea e a 40 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Attualmente l’economia mondiale sta affrontando un periodo di crisi, con rigurgiti di unilateralismo e protezionismo. Se verranno interposti ostacoli al normale funzionamento dell’Organizzazione mondiale del commercio, gli interessi di tutti i Paesi subiranno danni rilevanti. Per questo motivo la comunità internazionale dovrebbe agire di concerto, opponendosi risolutamente ad ogni forma di atteggiamento unilaterale, difendendo con decisione l’autorità e l’efficacia del WTO, dissipando le “nebbie” del protezionismo con azioni concrete e iniettando nuova energia allo sviluppo globale.

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