La Cina continua a rilasciare "energia positiva" nella risposta ai cambiamenti climatici globali
Lunedì 13 settembre presso la sede generale dell’Onu, a New York, si è tenuto l’UN Climate Action Summit, che mira a promuovere il compimento di azioni concrete nell’ambito dell’economia reale per rispondere ai cambiamenti climatici. Durante il summit Wang Yi, rappresentante speciale del presidente della RPC Xi Jinping, consigliere di Stato e ministro degli Esteri cinese, ha dichiarato che la Cina osserverà con grande serietà gli obblighi stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dall’Accordo di Parigi e realizzerà nei tempi previsti gli obiettivi relativi al contributo richiesto al paese. Ancora una volta la Cina ha fatto la promessa di affrontare i cambiamenti climatici in ambito internazionale, il che dimostra a pieno la sua determinazione da grande paese responsabile.
La Cina considera infatti da sempre la risposta ai cambiamenti climatici come un requisito essenziale per il proprio sviluppo sostenibile e come una responsabilità da assumersi per costituire una comunità umana dal futuro condiviso. La Cina è ormai il primo paese al mondo in termini di risparmio energetico e di utilizzo di nuove fonti di energia rinnovabili, grazie alle innovazioni introdotte in ambito tecnico-scientifico e a livello istituzionale, inserendo la costruzione di una civiltà ecologica nelle strategie di sviluppo nazionale. A partire dal 2000, un quarto della nuova superfice forestale globale è dovuta all’impegno della Cina.
Attualmente la governance climatica globale è entrata in una fase cruciale. Sebbene gli Stati Uniti si siano ritirati dall'Accordo di Parigi nel 2017, non sono stati in grado di cambiare la tendenza globale allo sviluppo eco-sostenibile e a basse emissioni di carbonio, e la governance climatica globale continua a fare progressi. Dall'Europa all'Asia meridionale, sempre più paesi si sono impegnati ad aumentare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni e stanno facendo il possibile per raggiungere risultati positivi alla 25esima riunione delle parti che hanno aderito alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di quest'anno.
Per raggiungere i suddetti obiettivi, tutte le parti devono attenersi al principio delle “responsabilità condivise ma differenziate”. Poiché i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo hanno diverse responsabilità storiche, si trovano in diverse fasi di sviluppo e possiedono diverse capacità di risposta, il principio delle “responsabilità condivise ma differenziate” non solo non è obsoleto, ma deve essere efficacemente osservato. A questo proposito, la Cina invita i paesi sviluppati ad assumersi per primi la responsabilità di ridurre le emissioni, promettendo di mobilizzare, fino al 2020, 100 miliardi di dollari all’anno.