L'economia industriale cinese rimane stabile nella prima metà dell'anno - Radio Cina Internazionale

2019-07-23 20:20:23
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Il 23 luglio a Beijing, un responsabile del Ministero dell'Industria e della Tecnologia Informatica della Cina ha dichiarato che nella prima metà di quest'anno l'economia industriale cinese è rimasta generalmente stabile, realizzando al contempo dei progressi. Nella prima metà dell'anno il valore aggiunto delle imprese industriali al di sopra delle dimensioni designate è aumentato del 6% su base annua, realizzando gli obiettivi di crescita annuale prefissati. Segue il nostro servizio sull'argomento.

Xin Guobin, viceministro del Ministero dell'Industria e della Tecnologia Informatica della Cina, ha riferito che nella prima metà di quest'anno l'economia industriale cinese è rimasta stabile, il che è in linea con le aspettative.

"All'inizio dell'anno, abbiamo fatto delle previsioni sull'andamento di quest'anno dell'economia industriale, ritenendo che un tasso di crescita dell'economia industriale compreso tra il 5,5% e il 6% sia un indicatore accettabile. Per quanto riguarda la prima metà dell'anno, la crescita dell'intera economia industriale è stata pari al 6%. Di 41 settori industriali, 39 hanno mantenuto una crescita costante e oltre la metà ha visto un'accelerazione del tasso di crescita. Sebbene ci siano delle fluttuazioni dei dati mensili, influenzati in qualche modo da alcuni fattori oggettivi e dai dati base dello stesso periodo dell'anno scorso, questi dati non hanno influito sull'andamento generale che è da considerarsi positivo".

Dal punto di vista dei dati specifici, nella prima metà dell'anno, il valore aggiunto dell'industria dell'alta tecnologia cinese è aumentato del 9%, con un tasso di crescita di 3 punti percentuali superiore a quello di tutte le industrie manifatturiere, dimostrando che le nuove forze trainanti dell'economia hanno sostituito in modo ordinato quelle tradizionali; il valore aggiunto delle imprese private sopra le dimensioni designate e delle piccole e medie imprese industriali sopra le dimensioni designate è aumentato rispettivamente dell'8,7% e dell'8,1%. Si è registrato inoltre un miglioramento delle condizioni operative delle imprese private e delle piccole e medie imprese.

Il viceministro dell'Industria e della Tecnologia Informatica della Cina ha aggiunto che alcune imprese straniere si sono ritirate dal mercato cinese a causa dell'influenza di alcuni fattori come il mercato, i costi e l'economia; allo stesso modo, anche alcune imprese cinesi di lavorazione e produzione hanno cercato opportunità di investimento e sviluppo in paesi con costi inferiori. Tuttavia, ha sottolineato che queste sono normali pratiche commerciali delle imprese, conformi alle leggi oggettive dello sviluppo industriale. Non rappresentano quindi una sorpresa. Xin Guobin ha affermato, poi, che da quanto emerge dalla situazione attuale, il numero di imprese manifatturiere - principalmente imprese di fascia bassa - trasferitesi non è elevato e che l'impatto sulla crescita economica, sul miglioramento industriale e sull'occupazione in Cina è generalmente controllabile.

"Prendendo come esempio il Guangdong, nel 2018 sono state in tutto 588 le aziende manifatturiere straniere che hanno ridotto la propria capacità produttiva nella provincia cinese. Alcune di esse si sono trasferite in Vietnam, in Tailandia e in Malesia. Queste 588 aziende rappresentano solo l'1,44% del numero totale di imprese manifatturiere straniere presenti nella provincia, ma nello stesso periodo sono arrivate nella stessa provincia ben 1.981 nuove imprese estere. Una serie di progetti manifatturieri di fascia alta finanziati dall'estero come BASF SE ed Exxon Mobil Corporation si sono stabiliti successivamente nel Guangdong".

Xin Guobin ha sottolineato che la Cina ha un enorme mercato interno, un sistema industriale completo e infrastrutture efficienti. A ciò si aggiunge, inoltre, l'applicazione delle nuove tecnologie. Tutto ciò fa ancora della Cina una delle destinazioni globali più attraenti per i capitali d'investimento. Il viceministro ha affermato che, in futuro, la Cina approfondirà ulteriormente l'apertura dell'industria manifatturiera, accelererà l'apertura del settore delle telecomunicazioni, aumenterà i settori aperti agli investimenti esteri, rilasserà concretamente le restrizioni vigenti che limitano l'accesso in alcuni settori, ridurrà i costi di finanziamento delle imprese e continuerà a trattare in maniera equa sia le imprese nazionali sia quelle estere, in modo da creare un ambiente di investimento ancor più attraente.

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