La Cina risponde al protezionismo rafforzando la sua apertura - Radio Cina Internazionale

2019-06-27 20:13:26
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"Apple ha abbassato le sue aspettative di rendimento", "Azioni statunitensi sotto pressione a causa dell'abbassamento delle aspettative di rendimento", "Il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita economica globale", "l'UE vede a ribasso le stime sull'inflazione e sulla crescita economica", "La Banca centrale giapponese taglia le stime di crescita del PIL"…

Nell'ultimo anno, la stampa internazionale ha spesso riportato notizie di economia e finanza di questo tipo. L'economia globale, appena emersa dal fango della crisi finanziaria internazionale scoppiata dieci anni fa, è messa di fronte a nuovi grandi rischi, proprio mentre si sta lentamente riprendendo: il protezionismo commerciale farà andare nuovamente in recessione l'economia mondiale. Il mondo intero si aspetta che durante il summit tra i leader del G20 a Osaka venga assunto un atteggiamento fermo nei confronti del protezionismo commerciale, riportando l'economia mondiale sulla via della crescita.

Già nel 2013 i leader cinesi hanno proposto di "costruire un'economia mondiale aperta". Si tratta di una proposta in linea con la tendenza dei tempi e con le aspirazioni dei popoli dei vari Paesi che ha fornito al mondo una soluzione pratica per rispondere alle sfide attuali e future. In questi anni, la Cina si è sempre impegnata per raggiungere questo scopo.

Nel marzo di quest'anno, il più alto organo legislativo della Repubblica Popolare ha approvato la "Legge sugli investimenti stranieri", confermando giuridicamente la transizione della Cina da un'apertura del mercato di tipo generale a un'apertura di tipo sistemico, dando forma a un nuovo modello finalizzato ad ampliare ulteriormente l'apertura del Paese.

Le imprese transnazionali hanno aumentato i loro investimenti in Cina. Secondo gli ultimi dati del ministero del Commercio cinese, nei primi cinque mesi di quest'anno, il capitale effettivo straniero utilizzato in Cina è ammontato a 369,06 miliardi di yuan, registrando un incremento su base annua del 6,8%. Dato il rallentamento degli investimenti diretti esteri a livello globale, questa crescita evidenzia la fiducia nutrita dalle aziende straniere nei confronti del mercato cinese.

L'ulteriore apertura della Cina è accolta con favore non solo dalle aziende transnazionali, ma anche dalle regioni sottosviluppate. Secondo Hannah Wanjie Ryder, CEO del Development Reimagined in Kenya, nel 2000, le importazioni cinesi dai Paesi non africani superavano di 44 volte quelle dall'Africa. Oggi questo divario è diminuito enormemente, riducendosi a 22 volte. Si tratta naturalmente di un grande progresso. Al contrario, il mercato statunitense si sta chiudendo in Africa. Hannah Wanjie Ryder spera che le economie sviluppate possano seguire l'esempio della Cina e rompere le barriere commerciali, aiutando le regioni africane meno sviluppate a integrarsi nel trend dello sviluppo economico mondiale.

Secondo quanto riportato il 25 giugno dal "New York Times", per aggirare il ban USA estremamente duro contro Huawei, alcune imprese tecnologiche americane stanno cercando modi per continuare a fornire merci alla società cinese. Alcune stanno considerando addirittura di trasferire all'estero tutte le linee di produzione e i servizi post vendita, vista l'importanza del mercato cinese e la forte volontà di non cederlo ad altri. Uno degli obiettivi della guerra commerciale contro la Cina provocata da Washington è restituire agli americani i posti di lavoro "rubati" dai cinesi. Tuttavia, l'articolo del "New York Times" contraddice la tesi di Washington.

Secondo lo storico della Cambridge University, Martin Jacques, la tendenza alla globalizzazione è inarrestabile. I membri del G20 devono continuare ad adottare quelle misure che sono risultate positive per la promozione dello sviluppo economico globale, tra cui il multilateralismo, le organizzazioni multilaterali e la cooperazione multilaterale.

Non pochi studiosi giapponesi, inoltre, hanno invitato il Giappone a rafforzare la cooperazione con la Cina, al fine di dare impulso congiuntamente al processo di integrazione regionale. Secondo quanto appreso, durante il summit G20, sono previsti diversi incontri bilaterali e multilaterali tra i leader cinesi e stranieri, a dimostrazione della grande attenzione data dai vari leader all'integrazione e alla cooperazione nella regione. Nel contesto attuale che vede gli USA perseguire l'unilateralismo e il protezionismo, la salvaguardia del multilateralismo e la promozione di un'economia mondiale aperta risultano importantissime.

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