Vice governatore del Xinjiang presenta situazione dei diritti umani nella regione autonoma presso il Consiglio per i diritti umani dell'Onu - Radio Cina Internazionale

2019-06-26 15:11:32
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Martedì 25 giugno, nel corso della 41esima Riunione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il membro del Comitato permanente del PCC e vice governatore della Regione Autonoma del Xinjiang Uygur, Arkin Tuniyazi, ha illustrato i progressi fatti in Xinjiang nella promozione dei diritti umani, nella lotta al terrorismo e nella de-radicalizzazione.

Nel suo intervento, Arkin ha ricordato che sin dall'antichità il Xinjiang è sempre stato parte inseparabile della Cina e che è una regione dove sono presenti diverse etnie e in cui convivono numerose fedi religiose. Nei 70 anni trascorsi dalla fondazione della Nuova Cina, sono stati fatti molti passi in avanti nel Xinjiang ma, allo stesso tempo, la regione autonoma è stata fortemente soggetta a fenomeni come separatismo, terrorismo ed estremismo religioso. Arkin ha sottolineato che il terrorismo e l'estremismo sono nemici comuni a tutta l'umanità e sconfiggerli rappresenta un obiettivo condiviso dall'intera comunità internazionale. Il governo cinese si oppone ad ogni forma di terrorismo e di estremismo. La Cina ha istituto nel Xinjiang, secondo quanto previsto dalla legge, dei centri di istruzione e formazione per salvare quelle persone che si sono lasciate ammaliare da idee religiose estremiste e che hanno commesso crimini di minore entità. In questi centri è possibile frequentare corsi di lingua, di legge e di formazione professionale. Inoltre, l'intero processo di istruzione e formazione ruota intorno alla de-radicalizzazione, per evitare che queste persone diventino vittime del terrorismo e dell'estremismo, al fine di garantire quanto più possibile i diritti umani fondamentali dei cittadini.

Arkin ha affermato che il lavoro d'istruzione e formazione professionale nel Xinjiang, iniziato più di due anni fa, ha già ottenuto risultati evidenti. Negli ultimi tre anni, nel Xinjiang non si è verificato nessun caso di terrorismo o di violenza, la diffusione dell'estremismo è stata efficacemente frenata, la sicurezza sociale ha visto un notevole miglioramento e il senso di felicità e appagamento, in particolare quelli legati alla sicurezza, sono cresciuti notevolmente. Nel 2018 il numero dei turisti che ha visitato il Xinjiang ha raggiunto i 150 milioni, con un aumento del 40% rispetto all'anno precedente. Dal gennaio al maggio del 2019, i visitatori sono aumentati di circa il 53%, con le popolazioni delle varie etnie che stanno godendo del benessere portato dalla stabilità sociale.

Arkin ha indicato infine che, da un po' di tempo a questa parte, alcuni paesi, organizzazioni non governative e media accusano e diffamano maliziosamente le misure di anti-terrorismo e di de-radicalizzazione adottate dal Xinjiang nel pieno rispetto della legge, arrivando perfino a produrre notizie false, ignorando la stabilità sociale e i progressi ottenuti dalla regione autonoma nella causa dei diritti umani. A tal proposito, il vice governatore ha aggiunto che la Cina presta attenzione alla preoccupazione della comunità internazionale e ha già invitato inviati diplomatici stranieri, funzionari governativi, organizzazioni internazionali, gruppi religiosi e giornalisti nel Xinjiang per fargli vedere con i loro occhi come vanno le cose nella regione autonoma.

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