Un anno dopo i tumulti di Capitol Hill, la “democrazia americana” è sempre più ammalata

2022-01-07 21:33:39
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La sera del 6 gennaio il Washington Post ha riportato l’esperienza personale di un assistente di un membro del Congresso degli Stati Uniti, White, nei disordini di Capitol Hill. Lo stesso giorno, White aveva pronunciato un discorso a centinaia di persone fuori dal Campidoglio, e a meno di tre miglia di distanza un gruppo di persone aveva tenuto una manifestazione per sostenere i detenuti nelle rivolte del Campidoglio. Una scena così conflittuale è un ritratto fedele della profonda divisione all’interno della società degli Stati Uniti nell'ultimo anno. Questo ha mostrato al mondo che la "democrazia americana" è sempre più malata!

Fino ad oggi, i due partiti hanno persistito ancora sulle loro opinioni nei confronti dell’assalto a Capitol Hill: si tratta di una rivolta o di una protesta per salvaguardare l'equità delle elezioni generali. Le contraddizioni sono nette. Il sondaggio dell'Associated Press mostra che il 30% dei repubblicani non ritiene che l'incidente di Capitol Hill sia stato un evento violento. Di parere opposto è il 90% dei democratici secondo cui questo incidente sia stato "molto violento" o "estremamente violento".

La definizione dei politici sulla natura dell'incidente è diventata una testimonianza della loro fedeltà al loro partito. Un evento catastrofico è stato strumentalizzato dai partiti e dal governo, e questo è senza dubbio un fatto particolarmente vergognoso per la "democrazia americana".

Nel frattempo, le lacerazioni provocate dai disordini al continuo aggravamento della vetocrazia americana. Nel corso dell’anno passato, la riforma delle forze dell’ordine, le misure di controllo delle armi da fuoco, i piani di spesa economica che riguardano la sussistenza dei cittadini hanno continuato ad essere bloccati come anche il processo di risanamento sociale degli USA. Ciò ha dimostrato appieno che la democrazia di “una persona un voto” predicata dai politici americani non è altro che una formalità e non è in grado di garantire gli interessi fondamentali dei cittadini.

Un sondaggio compiuto alla fine dell’anno scorso ha dimostrato che oltre il 34% degli americani ritiene che le azioni violente intraprese dai cittadini nei confronti del governo americano siano “giuste”, la percentuale più alta negli ultimi decenni. Recentemente il New York Times ha pubblicato un articolo dell’ex presidente americano Jimmy Carter secondo cui gli Stati Uniti stanno “vacillando sull’orlo dell’abisso”, e che senza misure immediate il paese affronterà un rischio reale di guerra civile”.

Se i tumulti di Capitolo Hill di un anno fa hanno rivelato la verità sulla grave malattia della “democrazia all’americana”, il caos scoppiato un anno dopo ha dimostrato che questa democrazia soffre di un male incurabile. Un sondaggio pubblicato il 3 gennaio dalla National Public Radio degli USA e dal Gruppo Ipsos dimostra che il 64% dei cittadini americani ritengono che la democrazia americana “sia caduta in crisi e che rischi di fallire”.

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