Missione cinese all’Ue: gli sforzi dei Paesi dell’area per mantenere la stabilità nel Mar Cinese Meridionale vanno rispettati
Domenica 21 novembre il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) ha rilasciato una dichiarazione con la quale accusa la parte cinese di aver intercettato, la scorsa settimana, due navi di rifornimento filippine dirette a Ren’ai Reef nel Mar Cinese Meridionale.
In merito, il portavoce della Missione cinese all’Ue ha affermato che pochi giorni fa il portavoce del ministero cinese degli Esteri aveva già dato una risposta chiara per quanto riguarda l’incidente citato dalla parte europea. La sera del 16 novembre, senza il consenso della parte cinese, due navi di rifornimento filippine sono entrate nelle acque vicine a Ren’ai Reef delle isole cinesi Nansha. Imbarcazioni della Guardia costiera cinese hanno svolto funzioni ufficiali in conformità con la legge e hanno tutelato la sovranità e l’ordine marittimo della Cina.
Inoltre, sempre secondo quanto affermato dal portavoce cinese, la parte cinese ha ripetutamente ribadito che la sovranità e gli interessi della Cina nel Mar Cinese Meridionale si sono formati nel corso di una lunga storia, e sono conformi al diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. L’arbitrato del Mar Cinese Meridionale ha violato il principio fondamentale del “consenso dello Stato” e ha ecceduto la sua autorità, con evidenti problemi nella determinazione dei fatti e nell’applicazione della legge. La sua cosiddetta sentenza non è né valida né vincolante, e la Cina non la riconosce né l’accetta.