Ambasciatore cinese in Danimarca ribadisce la posizione cinese sulla ricerca dell’origine del Covid-19
Il 18 agosto, il Copenhagen Post ha pubblicato un articolo firmato di Feng Tie, ambasciatore cinese in Danimarca che ha ribadito la posizione della Cina in risposta al documentario trasmesso nella stazione televisiva danese sulla ricerca dell’origine del nuovo coronavirus.
Nell’articolo, intitolato “insistere nella ricerca scientifica e promuovere la cooperazione internazionale anti-covid”, l’ambasciatore ha ricordato che sin dalla diffusione della pandemia, la Cina ha cooperato e sta ancora cooperando con l’OMS per sostenere i lavori di ricerca sull’origine del virus. Nonostante questo, in merito al problema suddetto, emergono sempre accuse senza ragione e diffamazioni nei confronti della Cina. Il 12 agosto, sul canale 2 della stazione televisiva nazionale danese è stato trasmesso un documentario sulla ricerca dell’origine del covid-19, che hainterpretato i fatti in modo scorretto citando selettivamente alcune parti della dichiarazione dell’esperto danese dell’OMS, Peter Ben Embarek. Il prof. Embarek ha già dichiarato che alcuni media hanno pubblicato su Internet delle parti decontenstualizzate del suo discorso e interpretato scorrettamente le sue parole. In qualità di capo del gruppo congiunto degli esperti sulla ricerca dell’origine del Covid-19, lui stesso ha sempre difeso il rapporto di ricerca congiunta Cina-OMS sull’origine del Covid-19.
Il rapporto della ricerca condotta congiuntamente dalla Cina e dall’OMS è stato elaborato con un approccio scientifico e nel pieno rispetto delle procedure dell'OMS, anche per questo motivo si è dimostrato un documento prezioso e autorevole che ha superato la prova della scienza e della storia. Qualsiasi tentativo di ribaltare o distorcere le conclusioni dello studio congiunto rappresenta una manipolazione politica, che calpesta la scienza e il lavoro degli scienziati di tutto il mondo.
Recentemente oltre 80 paesi hanno sostenuto il rapporto di ricerca congiunta Cina-OMS ed espresso in diversi modi contrarietà alla politicizzazione del problema della tracciabilità dell’origine del virus, inviando lettere al segretario generale dell’OMS, rilasciando dichiarazioni oppure note diplomatiche. Più di 30 paesi hanno espresso opinione contraria o riserve nei confronti del piano di lavoro della segreteria dell’OMS. Oltre 300 partiti, organizzazioni sociali e think-tank di oltre 100 paesi e regioni hanno consegnato una dichiarazione congiunta alla segreteria dell’OMS, rivolgendo un appello affinché l’Organizzazione svolga in modo oggettivo e imparziale le ricerche sulla tracciabilità dell’origine del nuovo Coronavirus, opponendosi fermamente alla politicizzazione del problema.
Secondo l’articolo, la Cina sostiene naturalmente la seconda fase delle ricerche sulla tracciabilità dell’origine del nuovo coronavirus, tuttavia essa non riconosce e non accetta la decisa strumentalizzazione che rende tali ricerche non più in linea con i requisiti dell’OMS, e non parteciperà ad alcuna attività di ricerca dell’origine del Covid-19 che non sia fondata sul punto di vista e sulle conclusioni raggiunte dopo le ricerche di prima fase.