“Together”, il vero significato di comunità umana dal futuro condiviso

2021-08-09 12:07:15
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I Giochi Olimpici di Tokyo, complice la pandemia, sono stati rinviati di un anno e si sono tenuti in un momento estremamente difficile, dal 23 luglio all’8 agosto. Anche se la torcia olimpica nella capitale del Giappone è già stata spenta, le Olimpiadi 2020 hanno acceso una fiamma nel cuore di ogni persona, ribadendo in maniera chiara e inequivocabile che solo “insieme” potremo essere sempre “più veloci, più alti, più forti”. Come ha dichiarato il presidente del CIO Thomas Bach, infatti, “il significato dei Giochi Olimpici è rendere più unito tutto il mondo”. Le Olimpiadi sono in assoluto l’evento sportivo di maggiore portata su scala globale e, in questa edizione, si sono tenute sullo sfondo di una delle più gravi emergenze sanitarie mondiale della storia moderna. Nell’arco dell’ultimo anno e mezzo la nostra vita è stata per certi versi stravolta. Basti pensare, ad esempio, che i colloqui faccia a faccia sono diventati quasi un lusso e le chiacchierate virtuali davanti a uno schermo la nuova normalità. In questo contesto di forzata separazione, l’umanità ha paradossalmente riscoperto l’importanza di essere unita. Per queste ragioni, la volontà di tenere le Olimpiadi nonostante la situazione epidemica e la riuscita organizzazione dell’evento rappresentano senza dubbio, in primis per gli atleti ma anche per i cittadini dei vari paesi e regioni, uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, alla fine del quale si comincia a intravedere la possibilità di un imminente ritorno ad una normale vita sociale. Ciò ha sicuramente alimentato la fiducia di tutti noi, stimolando e incoraggiando il mondo intero ad adattarsi nel migliore dei modi all’era post-pandemica.

La sera del primo agosto, nello Stadio Olimpico di Tokyo, il saltatore in alto italiano Gianmarco Tamberi e il collega del Qatar Mutaz Barshim sono stati gli unici due atleti in gara a superare l’asticella posta a 2,37 metri di altezza. Dopo aver discusso con gli arbitri, i due atleti hanno deciso di condividere la medaglia d’oro, preferendo salire insieme sul gradino più alto del podio olimpico invece di continuare a oltranza la sfida. Tutte le tv del mondo hanno poi trasmesso in diretta le immagini di Tamberi che, spinto dall’incontenibile gioia, è letteralmente balzato in braccio a Barshim. I due atleti si sono poi lasciati andare a un commovente abbraccio liberatorio. Il percorso per arrivare a Tokyo è stato infatti travagliato per entrambi: i due hanno dovuto fare i conti con dei gravi infortuni. A peggiorare le cose il rinvio dell’evento sportivo, che ha creato non pochi ostacoli e difficoltà a tutti i partecipanti ai Giochi, inclusi i due neo-campioni olimpici. Anche se l’obiettivo di diventare “Faster, Higher, Stronger” rende lo sport a questi livelli molto competitivo, esso favorisce anche la nascita di nuove amicizie caratterizzate dal rispetto, dalla stima e dall’incitamento reciproco fra atleti di diverse nazioni e regioni del mondo, proprio come nel caso di Tamberi e Barshim. L’amicizia è infatti una componente indispensabile dello spirito olimpico, che ha illuminato ogni palazzetto e ogni gara di Tokyo.

Questa è stata un’edizione speciale delle Olimpiadi sotto molti punti vista, incluso lo storico record di presenze stabilito dalla nuotatrice azzurra Federica Pellegrini. Grazie alla sua presenza a Tokyo, l’eterna “Divina” del nuoto italiano ha infatti portato a cinque il numero delle sue partecipazioni ai Giochi Olimpici, entrando in finale tutte e cinque le volte nei 200 metri stile libero. Prima di lei, nessuno c’era mai riuscito. La carriera olimpica della Pellegrini si chiude così con un prestigioso piazzamento - settima con un tempo di 1'55"91 - dopo l’argento conquistato ad Atene e l’oro alle Olimpiadi di Beijing. E chissà, se non avesse contratto il Covid lo scorso anno, magari il suo palmares oggi sarebbe potuto essere ancor più cospicuo. Quel che è certo è che ancora una volta la Pellegrini ha dato prova di essere una grandissima campionessa. In una specialità dove è richiesta un’elevata capacità cardiaca e polmonare, l’infezione causata dal coronavirus avrebbe potuto stroncare prematuramente la sua carriera agonistica. Ma lei non ha mollato. Dopo essere guarita, ha ripreso gli allenamenti e, alla fine, ha conquistato quella che, solo pochi mesi prima, sembrava essere un’insperata finale.

Di esempi del genere a questa edizione delle Olimpiadi ce ne sono stati tanti, tra i quali il tiratore iraniano Javad Foroughi. Anche Foroughi, che di professione fa l’infermiere, ha contratto il Covid prima delle Olimpiadi, ma nella finale della pistola ad aria compresa da 10 metri ha conquistato la medaglia d’oro.

L’atletica leggera occupa sicuramente un posto speciale tra tutte le discipline olimpiche e la gara più seguita in assoluto di questo sport è senza dubbio quella dei 100 metri. Fuori da ogni pronostico, ad affermarsi come uomo più veloce del mondo a questa edizione dei Giochi è stato un italiano: Marcell Jacobs. L’azzurro - primo atleta italiano della storia olimpica ad aver disputato una finale maschile dei 100 metri - ha conquistato la medaglia più preziosa con un tempo di 9”80, stabilendo anche il nuovo record europeo. La straordinaria impresa realizzata da Jacobs nella gara regina dell’atletica leggera è stata poi coronata, pochi giorni dopo, da un altra medaglia d’oro vinta nella staffetta 4x100 insieme ai compagni di squadra Patta, Desalu e Tortu.

Tra i protagonisti a sorpresa della gara di velocità nei 100 metri piani figura anche un atleta cinese, Su Bingtian, il quale pur classificandosi solamente al sesto posto, ha stabilito a Tokyo un triplice record per il suo Paese e per l’Asia. Su Bingtian è stato infatti il primo atleta cinese e asiatico della storia a qualificarsi per una finale dei 100 metri, portando inoltre a 9”83 il record asiatico nella specialità.

Nella gara dei 100 metri, dietro ad ogni singolo centesimo di secondo di miglioramento vi sono anni e anni di allenamenti. Marcell Jacobs, Su Bingtian e altri atleti del mondo sono riusciti a superare i propri limiti, stabilendo nuovi record individuali. Così facendo questi sportivi hanno reso onore allo spirito olimpico, interpretandolo nel migliore dei modi.

I Giochi Olimpici di Tokyo si sono ormai conclusi. Abbiamo assistito a numerose gare splendide e ci siamo commossi più e più volte davanti alle straordinarie imprese realizzate dagli atleti dei vari paesi e regioni, ma anche per le emozioni che ci hanno saputo regalare, al di là dei loro meriti sportivi. Allo stesso tempo questa edizione delle Olimpiadi, rinviata di un anno a causa della pandemia, ci ha anche dato forza per andare avanti e rivolto a tutti noi l’appello di essere sempre più uniti. Questa è la natura essenziale e più sincera dell’essere umano, e costituisce anche la migliore interpretazione del significato di comunità umana dal futuro condiviso. Questo inno alla solidarietà ha sicuramente reso ogni persona più fiduciosa circa la possibilità di un rapido ritorno alla vita quotidiana normale.

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