Gli studiosi europei confutano la teoria del "genocidio" nel Xinjiang

Recentemente, la "Transnational Foundation for Peace and Future Research (TFF)" ha pubblicato il rapporto speciale intitolato "The Xinjiang Genocide Determination as Agenda - A Critical Analysis of a Report by the Newlines Institute and the Raoul Wallenberg Center", a cura dell'esperto norvegese Thore Vestby, in collaborazione con studiosi olandese e danese. Tale rapporto speciale utilizza una grande quantità di informazioni dettagliate per analizzare e criticare il background dell'agenzia che ha rilasciato il "report degli Usa relativo al Xinjiang", l'"obiettività dei documenti citati, e l’imparzialità" dei loro autori e archivisti, l' "autenticità" dei dati, e la "rigidità" del processo di redazione del report, mettendo in luce una non casuale omissione del terrorismo nel Xinjiang.

Nel documento stilato dalla TFF si legge che il rapporto degli USA relativo al Xinjiang era basato totalmente sul pensiero della guerra fredda e pieno di informazioni e dati falsi, quasi del tutto privo di alcun fondamento accademico. Inoltre, il contenuto era seriamente distorto e non in grado di provare l'esistenza del presunto "genocidio" nel Xinjiang.

Nel rapporto della TFF, si legge altresì che le accuse mosse dagli Usa alla Cina non favoriscono le relazioni sino-occidentali, né sono nell'interesse degli Stati Uniti. Per gli interessi comuni dell'Occidente, della Cina e del mondo, si dovrebbe cercare di perseguire benefici condivisibili da tutti, attraverso la multipolarizzazione e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.