Esperta OCSE: ‘per la Cina non istituire un concreto obiettivo economico per il 2020 gioverà ad uno sviluppo di più alta qualità’
Durante l’appuntamento annuale con le “Due Sessioni”, l’annuncio da parte della Cina degli obiettivi annuali di crescita economica rappresenta un tema focale che attira a sé l’attenzione della stampa nazionale ed estera. Tuttavia, nel Rapporto sul lavoro del governo di quest’anno non è presente alcun obiettivo specifico di crescita economica per l’anno corrente. In che modo gli esperti stranieri di economia hanno valutato questo fatto? La dottoressa Margit Molnar, direttrice dell’ufficio per le politiche economiche verso la Cina dell’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha concesso un’intervista al nostro corrispondente in Francia.
Il rapporto sul lavoro del governo presentato quest’anno dal premier Li Keqiang contiene non pochi cambiamenti, uno di questi è l’assenza di un obiettivo concreto di crescita economica per l’anno corrente e questo ha suscitato ancora maggiore curiosità. Su questo tema, la direttrice dell’ufficio per le politiche economiche verso la Cina dell’OCSE, Margit Molnar, ha affermato che questa decisione della Cina gioverà ad uno sviluppo economico di più alta qualità per il Paese.
“A mio avviso, il tasso di crescita economica non è indicativo della qualità dello sviluppo e non stabilire obiettivi rigidamente definiti significa che si può prestare maggiore attenzione alla qualità dello sviluppo stesso. Voglio dire che un’attenzione eccessiva nei confronti della crescita e dello sviluppo potrebbe portare a trascurare alcuni fattori importanti, come quello della qualità e in particolare dell’innalzamento dell’efficienza produttiva. Mi auguro che in questo caso l’assenza di un obiettivo concreto possa significare che saranno applicate riforme strutturali piuttosto grandi e gettare una base per il futuro”.
Nel rapporto sul lavoro del governo di quest’anno è stata sottolineata la necessità di svolgere correttamente i lavori per mantenere stabile l’occupazione, le attività finanziarie, il commercio con l’estero, i capitali esteri, gli investimenti e le prospettive per il futuro, svolgendo in modo concreto e completo il compito di garantire l’occupazione e la vita dei cittadini, gli attori di mercato, la sicurezza cerealicola ed energetica, la stabilità della catena di fornitura e suo il funzionamento al livello di base. Il premier Li Keqiang ha aggiunto che garantire questa stabilità è prioritario nel quadro dei lavori da svolgere durante l’anno corrente. Secondo la dottoressa Molnar, la direzione intrapresa dalla Cina è giusta e ha sottolineato particolarmente il suo ruolo svolto per garantire l’occupazione e le necessità di base dei cittadini.
“La garanzia dell’occupazione è molto importante perché crea una società più stabile. La risposta alle esigenze di base dei cittadini dovrebbe comprendere anche l’ampliamento della copertura previdenziale, per esempio l’elevamento delle percentuali di rimborso delle spese mediche, insieme all’aumento della copertura delle assicurazioni di disoccupazione per infortunio”.
Nel rapporto sul lavoro del governo è stato avanzato che le politiche finanziarie e fiscali del 2020 mirano principalmente alla riduzione della pressione fiscale, a raccogliere capitali tramite diversi canali, ad aggiustare e migliorare la struttura della spesa pubblica, ad attenuare le difficoltà finanziarie dei governi locali, ad ampliare la portata degli investimenti pubblici e così via. La dottressa Molnar ha affermato che nell’attuale contesto di crisi sanitaria, la riduzione fiscale aiuterà a ridurre gli oneri per le imprese e per gli individui. Al termine dell’epidemia le politiche finanziarie dovranno essere raggiustate in modo adeguato per garantire un corretto gettito fiscale a medio e a lungo termine.
Lo scoppio improvviso dell’epidemia di Covid-19 ha portato conseguenze enormi allo sviluppo economico di molti Paesi e regioni; a livello internazionale ci sono stati tentativi di ritorno al protezionismo mentre alcuni paesi hanno richiesto alle proprie aziende di ritirarsi dal territorio cinese. Tuttavia, secondo la dottoressa Molnar non ci si dovrà aspettare una massiccia fuga di capitali dalla Cina.
“Secondo me non assisteremo ad una fuga in massa di capitali esteri dalla Cina poiché anche le imprese straniere operano in accordo ai principi del mercato. A medio e lungo termine la Cina offrirà un ambiente piuttosto ragionevole, e sono in particolare le dimensioni del suo mercato ad esercitare una maggiore attrattiva. Il Paese presenta inoltre delle infrastrutture piuttosto complete, e dal punto di vista della tecnica e della qualità della manodopera rimane competitivo a livello mondiale. Grazie a tutti questi punti di forza, il mercato cinese continuerà ad essere attraente”.
La dottoressa Molnar ha affermato che anche se alcune imprese a capitali esteri si sono ritirate dalla Cina, questa decisione è stata presa per motivi di concorrenza e non rappresenta fuga in massa di investitori stranieri dalla Cina. Inoltre, il Paese potrà approfittare di quest’opportunità per migliorare ulteriormente l’ambiente commerciale, prestando particolare attenzione alla garanzia del principio di “neutralità competitiva” (Competitive Neutrality).
Il 25 maggio il ministro del Commercio cinese Zhong Shan ha affermato che la Cina intraprenderà misure per rafforzare ulteriormente le politiche di riforma e apertura, per facilitare l’accesso al mercato e creare un ambiente commerciale imparziale, giusto e trasparente, in modo da realizzare la “stabilità dei capitali esteri” da un lato aumentando i nuovi investimenti stranieri e dall’altro stabilendo i capitali esteri già investiti.