Raid Usa, ucciso Soleimani: molti paesi esortano a evitare un’escalation della tensione
Venerdì 3 gennaio gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco missilistico contro l’Aeroporto internazionale di Baghdad, uccidendo almeno 8 persone, incluso Qasim Suleimani, il comandante della Forza Qods, la divisione del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Subito dopo l’accaduto molti paesi hanno rilasciato dichiarazioni, esortando tutte le parti a mantenere la calma e la moderazione per evitare un’ulteriore escalation della tensione.
Lo stesso giorno il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan per discutere della situazione in Medio Oriente. Macron ha invitato tutte le parti a esercitare moderazione.
Il segretario agli Esteri britannico Dominic Raab ha dichiarato: “Ulteriori conflitti non sono nel nostro interesse.”
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha inviato un messaggio di condoglianze al leader supremo iraniano Ali Khamenei e al presidente iraniano Hassan Rouhani per la morte di Soleimani causata dal raid statunitense, aggiungendo che “continuerà a resistere alle politiche distruttive statunitensi nella regione”.
Il ministero degli Esteri del Qatar ha rilasciato una dichiarazione in cui ha invitato la comunità internazionale ad adempiere alle proprie responsabilità verso il Medio Oriente.
A seguito dell’attacco, l’ambasciata degli Stati Uniti presso l’Iraq ha annunciato la sua chiusura e sospeso i servizi consolari, sollecitando tutti i cittadini statunitensi a lasciare immediatamente il paese.