La seconda fase delle ricerche sull’origine del virus proposta dall'OMS non è in linea con le posizioni di molti paesi

Rispondendo ad alcune domande che gli sono state poste alla conferenza stampa di ieri, lunedì 19 luglio, il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian ha sottolineato che la seconda fase del piano di lavoro per il tracciamento dell’origine del nuovo coronavirus proposta dal segretariato dell'OMS non è in linea con la posizione della Cina e di molti altri paesi.

Zhao Lijian ha affermato che la Cina e diversi altri paesi hanno già esposto le loro proposte e opinioni su questo tema al briefing dei paesi membri dell'OMS che si è tenuto lo scorso 16 luglio. Il portavoce della diplomazia cinese ha sottolineato che la 73esima risoluzione dell'OMS richiede chiaramente che il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità continui a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per trovare la fonte animale del virus e la via di trasmissione all'uomo. La prossima fase dovrebbe quindi soddisfare questo requisito ed essere condotta dai paesi membri.

Zhao Lijian ha affermato che il gruppo composto da esperti internazionali dell'OMS ed esperti cinesi ha già condotto una ricerca congiunta di 28 giorni in Cina. Il 30 marzo, l'OMS ha pubblicato ufficialmente un rapporto di ricerca congiunto e ha raggiunto una chiara conclusione.

Le conclusioni e le raccomandazioni di questo rapporto dovrebbero essere rispettate e mantenute, e dovrebbero riflettersi pienamente nel lavoro di ricerca condotto nella fase successiva. Pochi giorni fa, 54 paesi hanno inviato lettere al direttore generale dell'OMS, e tutti hanno sottolineato questo punto.