Cina: la chiave per misurare il rispetto dei diritti umani all’interno di un paese è nel livello di soddisfazione del popolo
Lunedì 12 luglio, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha presieduto una conferenza stampa di routine durante la quale un rappresentante dei media ha indicato che, recentemente, alla 47esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Cina, Bielorussia, Russia e Venezuela hanno co-organizzato una riunione collaterale in videoconferenza sul tema “Diritti umani in Occidente: mancanza di supervisione e risposta internazionali”. Scopo dell’incontro è stato quello di esporre l’ipocrisia di alcuni paesi occidentali sulla questione dei diritti umani e sulle politiche da essi adottate in questo senso. A tale proposito è stato chiesto a Zhao Lijian di esporre con ulteriore chiarezza la posizione della Cina.
Il portavoce ha affermato che gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno da tempo seri problemi di diritti umani al loro interno, come la discriminazione razziale e il lavoro forzato, ma ciò che crea sconcerto è che essi, invece di riflettere e risolvere i propri problemi, si definiscono “difensori dei diritti umani”. Secondo Zhao Lijian la realtà ha ripetutamente dimostrato che lo scopo di questi paesi non è preoccuparsi realmente dei diritti umani, ma interferire negli affari interni di altri paesi.